16 Giugno 2025
Il private equity? Un acceleratore della transizione digitale dell’Italia


Con una crescita annuale prevista del 17% fino al 2030, il settore della digitalizzazione rappresenta una delle aree pi� promettenti per il private equity, anche in Italia: un’occasione anche per gli investitori che, attraverso il sostegno a societ� non quotate, possono sostenere la transizione delle PMI e al contempo mitigare i rischi in un momento di forte volatilit�

a cura di HAT SGR

Le tensioni geopolitiche, i dazi commerciali introdotti negli ultimi mesi e il rischio inflazione stanno generando nuove sfide per gli investitori.�In questo contesto di crescente volatilit�, diversificare nei�private market, investendo quindi in societ� non quotate, rappresenta un’opportunit� per mitigare il rischio e migliorare la stabilit� dei rendimenti.�In parallelo, gli investimenti tematici hanno raggiunto nel 2024 un nuovo livello di maturit�, con 592 miliardi di dollari in gestione (+2,3%) e una riallocazione significativa dei capitali verso il megatrend della tecnologia [1]. Questa evoluzione prepara il terreno per ulteriori sviluppi nel 2025, evidenziando una netta ridefinizione delle priorit�:�temi come la trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale guadagnano rilevanza ed appaiono in forte espansione.�

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L’Italia sta attraversando una fase cruciale della sua transizione digitale, un processo che determiner� la competitivit� futura del Paese a livello globale. Sono diversi gli elementi a favore di questo�trend. Il primo � senza dubbio il supporto istituzionale e i fondi europei. Con il PNRR, vengono convogliate risorse significative verso la transizione digitale,�con oltre 40 miliardi di euro destinati all’innovazione e digitalizzazione di imprese e Pubblica Amministrazione entro il 2026, accelerando il processo di trasformazione. Questo intervento punta, tra l’altro, a rendere digitali il 75% degli uffici pubblici. I progressi gi� ottenuti sono incoraggianti: l’Italia �, per esempio, pioniera nella fatturazione elettronica, passaggio fondamentale per la digitalizzazione della PA. Anche la Banca Europea per gli Investimenti, braccio finanziario della UE, si sta attrezzando per sostenere il settore tecnologico e rispondere ad una priorit� strategica dell’Unione. Il piano Tech-EU prender� forma nei prossimi mesi e parte con i primi 20 miliardi di euro gi� stanziati per il 2025, con l’obiettivo di convogliare anche i capitali privati verso il settore tech e la digitalizzazione delle aziende italiane e del resto dell’Europa.�

La trasformazione digitale in Italia figura tra i settori pi� promettenti per il�private equity

Il mercato della trasformazione digitale in Italia, stimato a 75,4 miliardi di dollari nel 2025, raggiunger� 166,1 miliardi di entro il 2030,�con una crescita annua impressionante del 17,12%. Grazie soprattutto al processo di digitalizzazione delle PMI italiane, di cui il 60,7% ha raggiunto almeno un livello base di intensit� digitale superando la media UE del 57,7% e collocando il nostro Paese tra i primi dieci Stati membri,�l’Italia ha guadagnato posizioni nel�Digital Economy and Society Index�(DESI)[2],�arrivando al 15esimo posto nel 2024 dopo diversi anni all’ultimo gradino tra i 27 Paesi UE. L’Italia eccelle, inoltre, nell’adozione del�cloud computing, con il 55% delle aziende che utilizza servizi�cloud, contro il 38,9% della media comunitaria. Anche il comparto della sanit� digitale mostra evidenti passi avanti, con l’accesso alle cartelle cliniche elettroniche che registra un significativo miglioramento, con un punteggio di 82,7 su 100, al di sopra della media UE di 79,1.�Le infrastrutture digitali stanno registrando un’evoluzione positiva:�la copertura in fibra ottica fino ai locali (FTTP) ha raggiunto il 59,2% delle famiglie, un miglioramento rispetto al 53,7% dell’anno precedente, ma ancora inferiore alla media UE del 64,0%. Nel confronto con altri Stati membri, l’Italia si posiziona al di sotto di Spagna (95,2%) e Francia (81,4%), ma sopra alla Germania (29,8%).�

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Tecnologie chiave:�cloud, blockchain�e�cybersecurity

L’adozione di tecnologie dirompenti, come racconta il DESI, galoppa. Ma c’� di pi�:�sono le piccole e medie imprese italiane a dimostrare un inedito slancio verso l’innovazione e l’adozione di strumenti digitali avanzati.�Il 68% li ha implementati, ben al di sopra della media UE del 55%.�Di quali tecnologie parliamo?�

Il�cloud computing,�innanzitutto.�Colossi come Microsoft e Google stanno investendo miliardi di euro per costruire data center in Italia e favorire la digitalizzazione delle imprese. Microsoft, ad esempio, ha lanciato un piano da 1,5 miliardi di dollari per supportare la crescita tecnologica del Paese. Il mercato italiano del�cloud�ha�superato i 10 miliardi di euro nel 2024,�testimoniando una crescita esponenziale e un’accelerazione nell’adozione di soluzioni basate su infrastrutture digitali scalabili [3].�

Parallelamente, la blockchain sta emergendo come tecnologia strategica�per settori chiave come la finanza, la gestione delle filiere e l’autenticazione dei prodotti di lusso e agroalimentari. Il tasso di crescita previsto � del�61%�tra il 2024 e il 2029,�spingendo l’Italia a diventare un hub per la tracciabilit� e la certificazione digitale di beni ad alto valore [4].�

In uno scenario in cui la sicurezza informatica � sempre pi� centrale,�il settore della�cybersecurity�sta registrando un’espansione significativa. Il 70% delle aziende italiane ha aumentato il budget destinato alla protezione dei dati nel 2024, segnale di una crescente consapevolezza dei rischi digitali e della necessit� di proteggere le infrastrutture critiche da minacce sempre pi� sofisticate.

Il mercato italiano della tecnologia � dominato da�player�internazionali come Accenture, IBM, SAP, Oracle e HPE, ma tutti questi colossi�collaborano con imprese locali�per sviluppare soluzioni su misura per il tessuto imprenditoriale del Paese.�Queste alleanze sono fondamentali per garantire che l’innovazione non rimanga confinata alle grandi�corporation,�ma si diffonda capillarmente nel tessuto produttivo nazionale.

Il ruolo del�private equity�nell’accelerazione della digitalizzazione�

In questo scenario, il�private equity�pu� fungere da catalizzatore per la crescita di aziende tecnologiche italiane con un forte potenziale di espansione. E in effetti gi� svolge un ruolo essenziale, non solo fornendo capitali ma anche favorendo aggregazioni tra aziende e abilitando operazioni strategiche che supportano l’adozione di nuove tecnologie, la scalabilit� dei modelli di business e l’integrazione di processi digitali innovativi. Il�trend�si rafforzer� nel 2025, con il consolidamento della ripresa del settore, avviata nel 2024 dopo due anni di calo.�L’ultimo report di McKinsey�tratteggia uno scenario globale di espansione con il valore complessivo delle operazioni di�privateequity�in aumento del 14%, raggiungendo i 2.000 miliardi di dollari e rendendo il 2024 il terzo anno pi� attivo di sempre.��Sul mercato italiano, i dati annuali di AIFI in collaborazione con PwC�indicano che l’ammontare investito dagli operatori di�private equity�� stato�pari a 14,90 miliardi di euro, in aumento dell’83% rispetto all’anno precedente,trainati dalla presenza di 10�large deal�e 6�mega deal�(59% dell’ammontare complessivo investito). Da sottolineare che le operazioni caratterizzate da un ammontare inferiore ai 150 milioni di euro (small�e�mediumdeal) hanno attratto 6,07 miliardi di euro, rappresentando il valore pi� alto di sempre. Sul fronte della raccolta, nel 2024 in Italia � stata pari a 6,67 miliardi di euro, in crescita del +77% rispetto all’anno precedente.

Il�private equity�� uno strumento necessario per consentire di crescere alle eccellenze tech italiane, rappresentate soprattutto da PMI, sottodimensionate sul fronte delle risorse disponibili. Allo stesso tempo,�lo strumento pu� fornire su larga scala tecnologie dirompenti e abilitanti della transizione digitale del Paese.�Le PMI possono trarre vantaggio dall’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa, incrementare la produttivit�, e fornire un servizio clienti superiore.

Contabilità

Buste paga

 

L’approccio di HAT SGR e il fondo di private equity HAT Technology Fund 5�

Questo � esattamente il focus di HAT SGR, prima societ� in Italia a istituire fondi tematici di�private equity�dedicati alla tecnologia, credendo sin da principio nella forza dirompente della trasformazione digitale e cogliendo in anticipo opportunit� in un mercato in forte trasformazione. Grazie alla sua specializzazione, HAT SGR ha saputo individuare alcuni dei futuri campioni nazionali, favorendone la crescita attraverso aggregazioni strategiche e preparandoli al mercato dei capitali o a�partnership�con gruppi internazionali sostenuti dai principali fondi globali di�private equity.

Spiccano alcuni casi emblematici. Quello di�Wiit, una societ� italiana di cloud computing che, grazie al supporto di HAT SGR che l’ha accompagnata sino alla quotazione in Borsa, ha compiuto un percorso eccezionale, registrando una crescita impressionante, triplicando i ricavi e quintuplicando la marginalit� (40% del fatturato), diventando uno dei principali operatori italiani nel settore di riferimento. Oggi Wiit capitalizza 450 milioni di euro.�Quello di�GPI, una societ� di soluzioni�software, servizi e tecnologie per favorire la trasformazione digitale della sanit�, che ha registrato una crescita accelerata grazie al sostegno di HAT, che l’ha affiancata nell’acquisizione di 14 aziende e nella quotazione in Borsa attraverso una SPAC. Oggi GPI � il principale gestore italiano di cartelle cliniche digitali e fattura 480 milioni di euro.�Quello di�Safety21,�software provider�italiano, che offre a enti pubblici e forze di polizia tecnologie avanzate e servizi innovativi�cloud-based IoT�per il monitoraggio del traffico e il miglioramento degli standard della sicurezza stradale. Grazie al supporto di HAT, uno sviluppo per linee esterne con 3 acquisizioni, Safety21 � diventato il punto di riferimento nel nostro Paese nel settore�smartroad�e�smart city, raggiungendo obiettivi di crescita sorprendenti, pi� che triplicando i ricavi e quintuplicando la marginalit� (37% del fatturato) e punta a diventare un unicorno nel prossimo futuro.�

Questi esempi dimostrano come una strategia di investimento tematica, focalizzata sul settore tecnologico, possa generare rendimenti elevati. In questo contesto, nel 2024, HAT SGR ha lanciato il suo quinto fondo di�private equity, HAT Technology Fund 5, con una dotazione di 200 milioni di euro e un focus su imprese italiane ad alto potenziale di crescita nel mercato tecnologico. Il fondo mira a sostenere aziende con una�leadership�consolidata in specifiche nicchie di mercato, aiutandole a diventare poli aggreganti di altre realt�.�

Le PMI italiane rappresentano un vero e proprio bacino di valore ancora in parte inesplorato,�offrendo agli investitori interessanti prospettive per ottenere diversificazione, rendimenti elevati e mitigazione del rischio, puntando su innovazione, digitalizzazione e crescita strategica.�

Ignazio Castiglioni, CEO e co-fondatore HAT SGR


[1]�Fonte: State of Thematic Investing 2025

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[2]�DESI � l’indice introdotto dalla Commissione Europea per misurare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della societ�, al fine di convergere verso un unico mercato digitale

[3] �Fonte: Politecnico di Milano – Osservatori Digital Innovation

[4]�Fonte: Bain & Company – Technology Report 2024

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