
All’avviso di Azienda Zero, rimasto pubblicato per 20 giorni, hanno risposto in 131. Un paio però non soddisfacevano i requisiti richiesti, sicché d’ora in avanti sono 129 i nuovi “gettonisti” a disposizione della sanità veneta. Medici ingaggiati con contratto di lavoro autonomo, ma direttamente dagli enti del sistema sanitario senza più l’intermediazione delle imprese private, in modo da calmierare la spesa: ora infatti «il compenso orario lordo onnicomprensivo» sarà di 100 euro per gli specialisti (fra i quali sono ricompresi anche i pensionati che rientrano in servizio come liberi professionisti) e di 40 per gli specializzandi (che costituiscono oltre metà del reclutamento).
I numeri
L’operazione rientra fra le misure adottate nell’ambito del piano di recupero delle liste d’attesa, prevedendo l’inserimento dei camici bianchi nei reparti che patiscono maggiormente la carenza di personale e dunque la possibilità di erogare le prestazioni. I bandi pubblicati lo scorso 31 marzo, e scaduti il 19 aprile, riguardavano 8 unità operative nelle 9 Ulss del Veneto e nelle 2 Aziende ospedaliere di Padova e Verona. Al termine della valutazione effettuata dalle commissioni, sono così stati definiti i numeri degli inserimenti: per Ortopedia 7 specialisti e 10 specializzandi; per Radiodiagnostica, rispettivamente, 5 e 12; per Dermatologia 3 e 28; per Gastroenterologia 9 e 3; per Medicina fisica e riabilitazione 7 e 3; per Reumatologia 8 e 8; per Oftalmologia 3 e 8; per Allergologia 10 e 6. Complessivamente gli specialisti (in parte già andati in quiescenza) che potranno essere contrattualizzati sono dunque 52, mentre gli specializzandi in formazione sono 77.
I concorsi
Non per tutte le branche si sono fatti avanti i professionisti per la totalità delle aziende che avevano manifestato l’esigenza di rimpolpare gli organici, ancorché con la formula del lavoro autonomo, strumento utilizzato vista l’insufficienza dei candidati ai concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato. Prima di ricorrere a questo mezzo, infatti, i vertici aziendali devono aver accertato: l’impossibilità oggettiva di utilizzare risorse umane interne; la mancanza di graduatorie valide di concorso o di avviso pubblico; oppure, pur in presenza di elenchi, il rifiuto del personale utilmente collocato nelle liste. In caso di assenza di graduatorie, inoltre, gli enti devono aver inutilmente attivato le procedure per l’assunzione di personale a tempo determinato o indeterminato.
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