
L’economia dell’Umbria viaggia a due velocità. Se infatti la provincia di Perugia zoppica, soprattutto per quanto riguarda le start up innovative e con una cassa integrazione che tra il 2023 e il 2024 è aumentata di oltre il 50 per cento, Terni è in controtendenza per crescita di occupati. I dati sono stati resi noti nella giornata di ieri dal Dataview congiunturale di aprile 2025 del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, punto di riferimento analitico del sistema camerale italiano. L’analisi valuta dieci indicatori economici chiave che, messi a confronto con le medie nazionali e regionali, restituiscono una mappa nitida delle trasformazioni economiche in atto.
Andando nel dettaglio, si nota come le due province mostrano segnali differenti. A Perugia, per esempio, le start up innovative sono crollate del 29,4%, un dato fortemente peggiore rispetto alla media nazionale del 6,1%. Terni, in questo caso, non fa molto meglio, con un calo del 20,8%. Dove invece la differenza è molto marcata è nel campo dell’occupazione: la provincia ternana sorprende in positivo con una crescita degli occupati del 7,7% contro l’1,9% nazionale, mentre Perugia si ferma all’1,8. Ma il dato più clamoroso è quello sulle entrate previste di lavoratori tra aprile e giugno 2025: +15,8% a Terni a fronte del +1,9% della media Italia, Perugia non va oltre dello 0,2%. Il boom di Terni, spiegano dalla Camera di commercio, è probabilmente trainato da settori come la meccanica, la logistica e i servizi connessi alla transizione energetica. A Perugia, poi, la cassa integrazione cresce del 50,3%, mentre a Terni solo del 3,5: la media nazionale, in questo caso, è del 21,1%. Bene l’export perugino che segna un +5,7%, meglio di quello ternano che si ferma al 4,3. Complessivamente, l’Umbria si difende sull’occupazione, ma perde terreno sull’innovazione e sui finanziamenti alle imprese.
“I dati ci parlano con franchezza – commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria – L’Umbria è una regione con enormi potenzialità, ma con forti squilibri interni. Il dinamismo di Terni va valorizzato e messo a sistema, ma non possiamo accettare che Perugia resti indietro su innovazione e credito. Serve una regia condivisa che unisca università, imprese, istituzioni e terzo settore. Come sistema camerale siamo sempre pronti a fare la nostra parte per accelerare l’accesso ai finanziamenti, sostenere le start-up e creare nuove occasioni di occupazione qualificata. L’Umbria deve investire su giovani, tecnologia e qualità. Non possiamo più permetterci una crescita a macchia di leopardo. La competitività si costruisce insieme, oppure non si costruisce affatto”.
Come ripartire? Secondo l’analisi della Camera di commercio, dai dati emerge come l’Umbria abbia bisogno “di ribilanciare le sue traiettorie di sviluppo. Terni mostra una dinamicità che dovrebbe essere analizzata e forse replicata, mentre Perugia ha il capitale umano e l’università per tornare a guidare l’innovazione regionale, a patto di poter contare su finanziamenti e agevolazioni. La chiave è il rafforzamento delle politiche per le start-up, una nuova stagione di credito intelligente e un rilancio delle politiche attive del lavoro. Fondamentale sarà il ruolo del Pnrr: ci sono progetti ancora bloccati o rallentati. Un nuovo patto territoriale, che coinvolga istituzioni, camere di commercio, università e mondo delle imprese può essere la leva per superare la frattura fra Perugia e Terni e costruire un futuro regionale più armonico”.
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