
Cyber Intelligence e Investigazioni. Detego: la tutela del know-how nell’era digitale.
A Milano la conferenza che rilancia la sicurezza digitale con un approccio multidisciplinare
Si è svolta questa mattina a Milano, nei pressi di Piazza Affari, la conferenza “Compliance, Cyber Intelligence e Investigazioni: la tutela del know-how nell’era digitale”, che ha visto la partecipazione di esperti e professionisti del settore. L’evento, promosso da Detego Investigazioni, ha posto al centro il valore della multidisciplinarità nella difesa del patrimonio informativo e nella protezione di cittadini, PMI e Pubblica Amministrazione.
Ha aperto i lavori l’Avv. Guido Scorza, componente del Collegio del Garante della Privacy, sottolineando l’urgenza di consolidare una cultura della protezione dei dati che sia realmente trasversale e coinvolga tutti gli attori della società, dalle istituzioni alle imprese fino ai singoli cittadini. Scorza ha ricordato come la compliance normativa sia oggi un tema imprescindibile per la sicurezza digitale e la tutela del know-how.
È seguita l’intervento della Dott.ssa Miriam Ieraci, Funzionario Area Industria Energia e Innovazione di Assolombarda, che ha posto l’accento sulle esigenze delle piccole e medie imprese:
“Le PMI sono spesso il bersaglio preferito dei cyber criminali proprio per la loro vulnerabilità. Strutturare un piano di difesa del patrimonio aziendale e una postura cyber adeguata è oggi una priorità strategica, non solo per la sopravvivenza dell’impresa ma per la competitività dell’intero sistema produttivo”.
L’Avv. Vittorio Provera, dello Studio Legale Trifirò & Partners, ha evidenziato l’importanza di adottare procedure interne e misure organizzative idonee a prevenire e gestire gli illeciti. Secondo Provera, “La compliance non è più un semplice adempimento burocratico, ma uno strumento dinamico di prevenzione che consente di ridurre i rischi operativi e reputazionali, rafforzando la fiducia di clienti e partner.”
Il Prof. Marco Bacini, dell’Università LUM, e Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico per la Trasformazione Digitale di Regione Lombardia, ha offerto una riflessione ampia sulla trasformazione digitale: “Stiamo vivendo nel pieno della trasformazione digitale della società. Ogni nuovo dispositivo, software o servizio connesso è un potenziale punto debole: la digitalizzazione tocca un bisogno umano primario, quello della sicurezza. In questo mondo sempre più connesso, la paura di essere violati nei dati, nella privacy, nell’identità digitale, attiva proprio quel bisogno ancestrale di protezione. Ed è da lì che nasce la richiesta di sicurezza digitale, a cui la cybersecurity e la cyber intelligence devono rispondere in modo strutturato e proattivo”.
Bacini ha aggiunto: “La minaccia cyber oggi è fluida, multidimensionale e spesso ibrida, capace di colpire su più livelli: economico, cognitivo, informativo. In questo scenario, la capacità di anticipare i rischi e di collaborare tra pubblico e privato diventa fondamentale per la resilienza del Sistema Paese”.
Il Dott. Pietro Di Maria, General Manager Meridian Group, ha illustrato il ruolo della Threat Intelligence per la protezione dei dati e la prevenzione degli attacchi:
“La threat intelligence consente di monitorare costantemente l’evoluzione delle minacce e di individuare tecniche avanzate che emergono nel dark web. Solo un approccio proattivo permette di anticipare le mosse dei cyber criminali e difendere efficacemente le informazioni sensibili”.
Ha concluso il panel il Dott. Francesco Sathya Caliò, CEO di Detego, che ha spiegato come gli strumenti di indagine previsti dalla normativa siano fondamentali per tutelare il know-how aziendale: “Un’agenzia investigativa autorizzata può intervenire in modo strategico per individuare chi ha sottratto informazioni riservate, ricostruire le dinamiche della fuga di dati e raccogliere prove utilizzabili in sede giudiziaria, elemento cruciale per difendere il know-how aziendale in caso di spionaggio industriale, concorrenza sleale o violazione contrattuale”.
Caliò ha anche sottolineato: “L’approccio investigativo si affianca alla cybersecurity tecnica e alla governance aziendale: laddove i sistemi IT registrano l’anomalia, l’investigatore individua i responsabili, valuta i comportamenti sospetti e li documenta con strumenti forensi, OSINT, HUMINT e osservazione sul campo, rafforzando l’efficacia delle policy aziendali di compliance”.
E ancora: “Le nostre attività sono sempre giustificate da fondati sospetti, documentate e svolte entro i limiti di legge, con relazioni tecniche adatte anche per sede giudiziaria o disciplinare. Operiamo nel rispetto del principio di proporzionalità e delle normative su privacy e lavoro”.
La conferenza ha messo in luce come la sicurezza digitale sia oggi una sfida che richiede competenze integrate e collaborazione tra pubblico e privato. Solo attraverso un approccio multidisciplinare e una costante formazione sarà possibile costruire una società digitale resiliente, capace di proteggere il patrimonio informativo, la competitività e la sicurezza del nostro Sistema Paese.
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