
“Port-au-Prince, la capitale di Haiti, soffre di un alto livello di violenza; i gruppi armati stanno coordinando gli attacchi in varie aree della città che prima erano fuori dal loro controllo. Da Medici senza frontiere avvertiamo che il nostro ospedale traumatologico di Tabarre, uno degli ultimi della capitale, è al limite della sua capacità. Questo implica una situazione ancora più disperata per le persone che vivono in città, il cui accesso alle cure chirurgiche sarebbe notevolmente ridotto”. Questo l’allarme che arriva da Medici senza frontiere (Msf). “Dopo aver aumentato la sua capacità del 50%, l’ospedale di Tabarre è sotto forte pressione – denuncia l’organizzazione -. Le tensioni sono aumentate da febbraio e l’ospedale è messo a dura prova dal crescente numero di feriti gravi, che necessitano di cure. Anche se ufficialmente il numero di letti per traumi è di 50, l’ospedale vede regolarmente più di 70 pazienti. Oltre il limite di 75 pazienti, sarà praticamente impossibile accettare nuovi casi”.
Va sottolineato che, in un solo mese, il numero di ospedali in grado di trattare i casi di trauma si è ridotto da quattro a due. “Il numero di pazienti con ferite gravi è aumentato costantemente nelle ultime quattro settimane. Quasi il 40% sono donne, ragazze e bambini – afferma Seybou Diarra, coordinatore dell’ospedale di Tabarre di Msf -. Siamo già al limite e non possiamo ‘allargare’ le nostre mura. Stiamo adattando le stanze delle sale riunioni. Le équipe mediche sono esauste e l’intensificarsi della violenza, intorno all’ospedale, ci rende difficile svolgere le nostre attività, poiché siamo vicini a zone che vengono attaccate di frequente, con un alto rischio di proiettili vaganti”.
Ogni giorno, infatti, i combattimenti si intensificano e le linee del fronte si spostano, circondando gli ultimi quartieri della capitale.
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