
Le aziende in portafoglio ai fondi di private equity hanno visto i loro ricavi crescere dell’8,7% annuo negli ultimi cinque anni, 5,7 punti percentuali in più rispetto al pil italiano. E nell’ultimo anno il cagr (tasso di crescita composito annuo) delle aziende nei portafogli dei fondi è passato dal 7,5% al già citato 8,7%.
Di quanto cresce l’ebitda
È quanto emerge da uno studio della società di consulenza PwC, consultato in anteprima da MF-Milano Finanza, che rileva anche come l’ebitda delle società finanziate dal private equity sia cresciuto a un cagr del 7,1%, contro il 2,5% di un benchmark di imprese private medio-grandi.
I motivi della crescita
Sulle ragioni di questa crescita, spiega il private equity leader di PwC Italia, Francesco Giordano, incidono due fattori. «A monte viene fatta un’attività di scrutinio per trovare le eccellenze dell’economia. A valle c’è molta attenzione nel processo di gestione delle aziende, visto che il private equity è un investitore a tempo, e quindi si focalizza soprattutto su processi che accelerano la crescita».
Il fattore m&a e i poli di aggregazione
Al contempo, aggiunge Giordano, «i fondi sono bravi a selezionare i manager e a orientarsi su strategie di m&a: gli operatori di private equity sono un boost per l’aggregazione». E la tendenza dovrebbe continuare, visto che «in Italia c’è ancora spazio per creare filiere e fare aggregazioni».
Allargando l’orizzonte di riferimento, nell’ultimo decennio le società finanziate tramite operazioni di buy-out dai fondi hanno costantemente superato il benchmark, mostrando un tasso di crescita annuo medio più elevato sia in termini di fatturato (+4,4 punti percentuali) sia di ebitda (+1,6 punti). Le società finanziate dal venture capital, dal canto loro, hanno mostrato un trend ancora più significativo, con una crescita del fatturato e dell’ebitda superiore al benchmark di 9,2 e 10,3 punti percentuali. (riproduzione riservata)
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