
Cagliari, via libera ai nuovi programmi per la riqualificazione urbana: individuate le aree prioritarie per i P.I.R.U. Ma il centrodestra si astiene: “Strumento per pochi intimi”. Il Consiglio comunale di Cagliari ha approvato una deliberazione strategica per l’avvio dei Programmi Integrati per il Riordino Urbano (P.I.R.U.), strumenti previsti dalla L.R. 8/2015 finalizzati alla riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale di aree degradate o marginali del capoluogo e della municipalità di Pirri. L’obiettivo è intervenire in tempi rapidi, nelle more dell’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), per rigenerare contesti urbani segnati da degrado fisico, carenze di servizi, sottoutilizzo del patrimonio edilizio e criticità sociali. Le aree individuate comprendono zone classificate nel vigente P.U.C. come B, Bn*, C*, D, DR, IC, S e altre, caratterizzate da espansioni recenti e forte marginalità. Tra le finalità principali della delibera figurano: la rigenerazione urbana e sociale di aree degradate, la promozione di nuovi spazi pubblici e attività culturali e sportive, il miglioramento della qualità della vita, l’efficienza energetica e la sicurezza idrogeologica, in linea con gli indirizzi del Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) e del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.). Privati, cittadini e imprese potranno presentare proposte progettuali conformi ai criteri previsti, ma entro 30 giorni dalla pubblicazione dell’avviso ufficiale. Un termine che ha sollevato forti critiche da parte della minoranza di centrodestra, che ha scelto l’astensione. Secondo l’opposizione, la scadenza del 30 giugno è irragionevole e rischia di favorire solo chi ha già proposte pronte, considerata anche l’alta complessità tecnica e documentale richiesta. La delibera, sostengono i consiglieri di centrodestra, appare “destinata a pochi intimi che oggi sono in grado di intervenire”, escludendo di fatto altri soggetti aventi pari diritto ma privi del tempo materiale per strutturare una proposta adeguata. “È una strategia politica per facilitare il percorso ad alcuni e renderlo totalmente impraticabile ad altri”, hanno dichiarato in aula, sottolineando l’insufficienza dei 30 giorni concessi, senza nemmeno la certezza preliminare di essere nelle condizioni di poter accedere al bando. La scarsa accessibilità dello strumento, secondo la minoranza, rappresenta il limite principale che ha motivato la loro astensione. Con questa delibera, la maggioranza rilancia una visione di sviluppo urbano partecipato e sostenibile, ma dovrà ora affrontare anche il tema dell’equità nell’accesso alle opportunità che il nuovo strumento promette di offrire.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link