
La Regione Lazio ha approfittato della nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027 e ne ha fatto l’occasione per avviare un processo trasformativo che investe tanto l’amministrazione regionale e le amministrazioni locali quanto il rapporto con le imprese del territorio, ha spiegato l’AdG del PR FESR Lazio 2021-27 Tiziana Petucci, intervenendo alla tavola rotanda “Capacità amministrativa e fondi europei” nella seconda giornata di ForumPA 2025. Il mondo si evolve velocemente e la nostra responsabilità è raccogliere questa sfida ed essere a nostra volta veloci per rendere il sistema più produttivo e competitivo, ha aggiunto Petucci.
Un Piano per la rigenerazione amministrativa che investe Regioni ed enti locali
Il primo versante di azione della Regione Lazio è quello del rafforzamento del amministrativo. “Abbiamo colto l’opportunità della nuova programmazione 2021-2027 che dava la possibilità alle amministrazioni di realizzare un percorso volto alla semplificazione, al miglioramento delle performance e al raggiungimento di risultati”, ha spiegato Petucci.
“Siamo partiti da un’analisi del nostro contesto organizzativo, per capire quali fossero gli effettivi margini di miglioramento, e abbiamo fatto una progettazione che verte su due filoni principali. Da un lato, tende a migliorare la performance della Pubblica amministrazione e di tutti coloro che sono chiamati a gestire i fondi europei, quindi l’Autorità di gestione, gli Organismi intermedi, i Comuni”. Questo si è tradotto – ha precisato l’AdG del PR FESR – in obiettivi misurabili, in termini di aggiudicazione degli appalti, selezione dei beneficiari, concessione dei contributi e conseguimento dell’obiettivo finale di rendicontazione della spesa. “D’altra, abbiamo invece guardato al lato dei beneficiari, che sono nel nostro caso soprattutto le imprese, per capire quali fossero le possibilità di semplificazione e accelerazione della spesa per le imprese”. Quest’analisi ha permesso di individuare il primo nodo da aggredire nelle tempistiche lunghe di rimborso e ha spinto la Regione ad esplorare quali tipologie di costi potessero essere semplificati.
Costi semplificati per accelerare l’accesso delle imprese ai fondi europei
La strada scelta dalla Regione Lazio è stata quella di adottare i costi semplificati “in termini di un riconoscimento forfettario di un valore economico non legato ad una rendicontazione di spesa“, ha spiegato Petucci. Una soluzione win-win, che riduce gli oneri burocratici in capo alle imprese e taglia i tempi di effettivo accesso alle risorse, semplificando allo stesso tempo anche il lavoro dell’amministrazione.
La Regione ha deciso di applicare i costi semplificati in due ambiti chiave della programmazione FESR 21-27: la transizione digitale e la competitività sui mercati esteri. “Abbiamo applicato i costi semplificati ai bandi per la digitalizzazione e per la partecipazione a fiere ed eventi internazionali“ finanziati nell’ambito del PR FESR Lazio 2021-27, ha raccontato Petucci. “Questo significa che, nell’ambito di questi bandi, le imprese possono avere un voucher, un valore forfettario, per il progetto che presentano. Non devono quindi rendicontare le spese inerenti, ma semplicemente dimostrare il raggiungimento dell’obiettivo, spostando l’attenzione dalla spesa al raggiungimento di un risultato”. Il tutto naturalmente affiancato da un sistema di controllo e verifica, ha ricordato l’AdG, sottolineando che l’interesse delle imprese verso questa grande semplificazione si è già tradotto in una mole di domande di contributo che supera la dotazione degli avvisi FESR.
Il modello del Lazio è visto con interesse dalla Commissione Europea e sta ispirando anche altre Regioni che vorrebbero replicare le stesse metodologie di semplificazione dei costi. La Regione, per parte sua, è decisa ad andare avanti in questo percorso. “Continueremo ad implementare queste procedure e continueremo a monitorare il raggiungimento dei risultati anche da parte degli attori locali, a partire dai Comuni”, ha assicurato l’AdG del PR FESR Lazio.
Le strategie territoriali e il monitoraggio civico
La sfida della Regione è infatti portare questo processo di rigenerazione amministrativa anche nei territori, puntando sui partenariati locali. “Abbiamo realizzato delle strategie territoriali che prevedono una programmazione bottom up, ossia è il territorio che indica le priorità più importanti per i cittadini e per le imprese, quindi ad esempio rigenerazione urbana, sostenibilità, mobilità, raccolta dei rifiuti”, ha spiegato Petucci.
Il passaggio successivo è stato quello di condividere queste progettualità con il partenariato locale che può verificare se i progetti stanno effettivamente andando avanti e con che tempistiche attraverso il monitoraggio civico. Uno strumento che rafforza l’accountability delle amministrazioni e – secondo Petucci – rappresenta anche un driver di sviluppo: il monitoraggio civico “dà una maggiore responsabilità ai governi locali perché sanno che i cittadini sono attenti a quello che loro fanno, ma sicuramente porterà a risultati per tutti, per la Pubblica amministrazione, per gli enti territoriali, per i cittadini e per le imprese”.
Per approfondire: La Regione Lazio applica il monitoraggio civico alle Strategie Territoriali
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