21 Maggio 2025
Nuove sanzioni Ue alla Russia su componenti, viti e alluminio


Sono state approvate nuove, pesanti, sanzioni per la Russia da parte dell’Unione Europea. Si tratta del 17° pacchetto di sanzioni che verte ad aumentare il costo per lo Stato transcontinentale nel perpetuare la guerra in Ucraina. In una nota il commento della Commissione Europea:

“Questo rappresenta un chiaro segnale del sostegno costante e incrollabile dell’UE all’Ucraina”

Il focus principale di queste nuove misure è incentrato sul limitare ulteriormente l’accesso della Russia alle tecnologie da campo di battaglia. Inoltre, l’UE punta a ridurre i proventi derivanti dalle importazioni energetiche russe, colpendo un numero senza precedenti di navi appartenenti alla flotta ombra russa. Il pacchetto amplia anche il numero di soggetti e entità sanzionati. C’è anche una proroga dell’esenzione esistente dal tetto del prezzo del petrolio per il progetto Sakhalin-2, al fine di garantire la sicurezza energetica del Giappone.

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Cosa include il 17° pacchetto di sanzioni per la Russia

Il 17° pacchetto include i seguenti elementi chiave:

  • sanzioni su nuove navi della flotta ombra russa e ad aziende coinvolte nel complesso militare-industriale russo;
  • aggiunta di 75 nuovi soggetti ed entità sanzionati individualmente;
  • espansione della lista dei beni a duplice uso vietati all’esportazione;
  • proroga dell’esenzione dal tetto del prezzo del petrolio.

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Misure anti elusione

Con la cosiddetta flotta ombra la Russia riesce ad aggirare le sanzioni sul petrolio e a ordire a azioni di sabotaggio. L’UE ha aggiunto 189 navi supplementari appartenenti alla flotta ombra di petroliere, e che contribuiscono ai proventi energetici della Russia, portando il numero totale delle navi sanzionate a 342. Le imbarcazioni sono state identificate congiuntamente agli Stati membri e all’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA). Ora sono soggette a divieto di accesso ai porti e divieto di fornitura di servizi. Questa rappresenta la più ampia singola azione sanzionatoria del G7 contro la flotta ombra.

L’UE, insieme agli sforzi di paesi partner come Regno Unito e Stati Uniti, stanno riducendo sensibilmente la capacità della Russia di eludere il tetto al prezzo del petrolio e di trarne profitto, rendendo sempre più difficile la sostituzione delle navi sanzionate. Con le nuove sanzioni esportare petrolio è diventato più complesso e costoso per il Cremlino, poiché queste navi non possono più operare normalmente. Secondo gli ultimi dati della Oil Price Cap Coalition, si registra una riduzione dei volumi trasportati e del numero di navi che trasportano petrolio russo. Da quando l’UE ha iniziato a inserire queste navi in lista, le consegne di petrolio greggio russo tramite esse sono diminuite del 76%.

Il pacchetto aggiunge, inoltre, 31 nuove aziende all’elenco di quelle che forniscono sostegno diretto o indiretto al complesso militare-industriale russo e che sono coinvolte nell’elusione delle sanzioni. Tra queste, 18 società hanno sede in Russia e 13 in altri Paesi: 6 in Turchia, 3 in Vietnam, 2 negli Emirati Arabi Uniti, 1 in Serbia e 1 in Uzbekistan.

Colpiti nuovi enti russi

Le sanzioni varate includono 75 nuove misure individuali, che comprendono 17 persone fisiche e 58 entità, ritenute responsabili di azioni che compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Queste sono ora soggette a congelamento dei beni, divieto di messa a disposizione di risorse economiche e, nel caso delle persone, anche a divieto di viaggio.

Le nuove sanzioni riguardano principalmente i settori militari e della difesa russi. Si applicano secondo nuovi criteri legati alla flotta ombra e all’industria militare, introdotti con il 16° pacchetto. Tra i nuovi soggetti figurano anche una compagnia marittima russa, la Joint Stock Company Volga Shipping, rilevante per la generazione di entrate. Infine, le sanzioni colpiscono anche soggetti coinvolti nel saccheggio del patrimonio culturale e altri attivi nei territori occupati.

I beni soggetti a restrizioni all’esportazione

Il pacchetto di sanzioni approvate dall’UE contro la Russia ampliano ulteriormente l’elenco dei beni a duplice uso e delle tecnologie avanzate soggette a restrizioni all’esportazione, con l’obiettivo di escludere la Russia da tecnologie chiave, in particolare per uso militare, tra cui:

  • precursori chimici di materiali energetici utilizzati come propellenti per missili russi come clorato di sodio, clorato di potassio, polveri di alluminio, magnesio e boro;
  • parti di ricambio e componenti per macchine utensili come viti a ricircolo di sfere e encoder fondamentali per mantenere la base industriale russa al servizio del sistema militare.

Limitando l’esportazione di questi beni sensibili e sottoponendoli a misure anti-elusione, come il divieto di transito, sarà molto più difficile per la Russia procurarsi queste risorse.

Esenzione dal tetto del prezzo del petrolio

Il 17° pacchetto proroga l’esenzione dal tetto del prezzo del petrolio, permettendo il trasporto di petrolio greggio proveniente dal progetto Sakhalin-2 in Russia verso il Giappone via nave, per motivi di sicurezza energetica. L’estensione è valida per un anno, fino al 28 giugno 2026.

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Le conseguenze delle sanzioni

Le sanzioni dell’UE restano al centro della risposta europea all’attacco della Russia all’Ucraina. L’ obiettivo è chiaro: minare la capacità della Russia di finanziare e sostenere la guerra. Un aspetto sottolineato anche dalla Commissione Europea:

I dati economici mostrano chiaramente che le sanzioni Ue stanno funzionando.

La Russia ora vende le sue risorse a prezzi scontati e acquista ciò di cui ha bisogno a prezzi molto elevati, con un impatto economico chiaramente negativo. L’economia russa opera quasi alla massima capacità e lotta contro un’inflazione alta e in crescita, attualmente oltre il 10%, stimata al 9,3% nel 2025, ben al di sopra dell’obiettivo del 4%. Il deficit del governo è alle stelle e i tassi d’interesse sono al 21%. La Russia ha inoltre attinto in modo significativo dal Fondo di Ricchezza Nazionale per finanziare il disavanzo. Il valore degli asset liquidi detenuti dal fondo è oggi inferiore del 65% rispetto al periodo pre-bellico.

Inoltre, grazie alle sanzioni energetiche dell’UE e del G7 e alla strategia REPowerEU di diversificazione delle forniture, i ricavi di petrolio e gas della Russia sono passati da 100 miliardi di euro nel 2022 a 22 miliardi nel 2024. Una riduzione di quasi l’80% rispetto al periodo pre-bellico.

Attraverso le restrizioni all’export, l’economia russa è isolata dall’accesso a beni a duplice uso, tecnologie critiche e beni industriali essenziali per lo sforzo bellico, come ricambi, macchinari ed elettronica. La Russia ha perso oltre il 60% del valore degli scambi con l’UE rispetto a prima della guerra.





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