Import, la tassa sulla CO2 scatta in dogana solo da 50 tonnellate in su

Nuova soglia minima di 50 tonnellate per l’applicazione della tassa sulla CO2; così vengono esentati circa il 90% degli importatori, principalmente pmi e privati, che importano quantità ridotte di prodotti soggetti al CBAM. Questa la novità più importante approvata dal Parlamento europeo giovedì 22 maggio, con 564 voti a favore, 20 contrari e 12 astensioni alla proposta di modifica della commissione Ue al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (carbon border adjustment mechanism – CBAM), inclusa nel piano di semplificazione “Omnibus I”, presentato dalla commissione il 26 febbraio.

Cos’è il CBAM

Il CBAM è lo strumento europeo per equiparare il prezzo delle emissioni di carbonio pagato per dai produttori Ue soggetti al sistema di scambio di quote di emissione (ETS), a quello dei beni importati. L’obiettivo è di incentivare una maggiore ambizione climatica nei paesi extra Ue e scoraggiare la delocalizzazione delle imprese. A inizio 2026, la commissione valuterà se estendere il campo di applicazione del CBAM ad altri settori ETS a rischio delocalizzazione. Va aggiunto però che le modifiche approvate giovedì non cambiano l’obiettivo ambientale del meccanismo, poiché il 99% delle emissioni totali di CO2, legate alle importazioni di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti, continuerà a essere coperto dalle regole.

Le altre misure minori approvate mirano a semplificare il processo di autorizzazione per i dichiaranti (cioè chi importa merci soggette al CBAM), rendere più agevoli i calcoli delle emissioni e la gestione delle passività finanziarie, rafforzare al contempo le disposizioni contro gli abusi. Il relatore, Antonio Decaro, ha evidenziato che le modifiche consentono di semplificare le procedure per le imprese senza smantellare o indebolire il meccanismo.

Riproduzione riservata