25 Maggio 2025
Orsini: «L’Europa cambi passo o rischia di essere stritolata. Sui dazi negoziare velocemente. Serve semplificare e sostenere gli investimenti»


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25 maggio 2025Aggiornamento fissato

Orsini: «Dazi, l’Europa cambi passo o rischia di essere stritolata»

Il titolo del Festival dell’Economia di Trento, “Rischi e scelte fatali. L’Europa al bivio”, “è quanto mai azzeccato. Io sono un europeista convinto, ma l’Europa deve cambiare perché se non cambia passo, in un momento in cui ci si trova in un conflitto economico, l’Europa rischia di essere stritolata”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervistato in chiusura del Festival dell’Economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell’Università di Trento. “In un contesto in cui tutti si muovono rapidamente, dobbiamo cambiare più passo, essere più rapidi nel prendere decisioni. L’ultima Commissione ha preso atto degli errori fatti in passato, in particolare il non mettere al centro l’industia, cosa che crea una forte difficoltà competitiva”, ha detto Orsini, spiegando che “se non si cambia passo si rischia di perdere imprese centrali per il Paese”.

L’Ue ha preso atto «degli errori fatti» ma ancora non ha trovato la «cura», che serve in maniera urgente, ha detto il presidente di Confindustria, intervistato dal direttore del Sole 24 ore Fabio Tamburini, in chiusura del Festival dell’economia di Trento. «Ci sono alcuni documenti che stanno uscendo dove si prende atto del fatto che alcuni errori sono stati fatti. C’è la presa d’atto ma la verità è che a noi serve la cura velocissimamente e che purtroppo oggi l’Europa nel costruire le risposte per l’industria non è così veloce», ha detto Orsini, sottolineando che ci sono settori «come la siderurgia, come il vetro, come la carta che sono penalizzati dalla norma nel confronto con altri paesi», mentre «io credo che la tecnologia non la puoi cambiare con l’imposizione di una norma. Le tecnologie si cambiano perché sono più fruibili e perché comunque le tecnologie hanno sostituito quelle precedenti». Quindi, ha continuato Orsini, «o cambiamo passo su alcune tipologie di atteggiamenti oppure rischiamo di deindustrializzare l’Europa, ma quando si intende di deindustrializzare l’Europa abbiamo un tema perché parliamo di persone che vengono a lavorare, del Pil, di mantenere il nostro stato sociale e a noi quello che preme è ovviamente anche mantenere il lavoro perché è quello che è fondamentale per noi».

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«Noi abbiamo aziende come Fincantieri che hanno dieci anni di ordini, con i problemi che oggi abbiamo serve dare una protezione se vogliamo veramente industrializzare questo Paese, se vogliamo mantenere l’industria al centro di questo Paese», altrimenti «saremmo costretti a comprare acciaio dalla Cina e dall’India con aziende che hanno dieci anni di progetti di vendita» ha spiegato il presidente di Confindustria.

“Adesso cerchiamo di avere calma. Abbiamo bruciato 143 miliardi per la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti” sui dazi al 50% dal 1 giugno” ha fatto notare Orsini, aggiungendo come “la parola chiave generata dalla guerra dei dazi è ’incertezza’. I nostri imprenditori se hanno un investimento aspettano per capire che succede”. Per cui, ha detto ancora, “mi auguro che il braccio di ferro si chiuda in una stretta di mano”.

Quanto agli esecutivi, “a noi ci servono governi stabili perché si può fare una programmazione di lungo termine” ha detto il presidente di Confindustria. “Se non hai governi stabili – ha aggiunto – ti devi rivolgere sempre a qualcuno che cambia. Tutti devono fare i compiti a casa, abbiamo saputo rispondere bene dopo il covid ma ora con la produzione industriale ferma abbiamo bisogno di cambiare passo”. Servono misure di sostegno “per fare gli investimenti”.

“Il nostro legame con la Germania è forte. L’arrivo di Merz che ha aperto al debito ci consentirà di poter creare con la Germania una forte interconnessione” ha sottolineato Orsini, nel corso dell’evento conclusivo del Festival dell’Economia di Trento. “Se va male la Germania – ha aggiunto – noi non siamo felici, abbiamo bisogno che tutti i Paesi europei vadano bene”.

“All’Ilva bisogna dare una protezione sennò saremo costretti a comprare l’acciaio dall’estero” ha aggiunto Orsini. «Noi oggi abbiamo quasi 4,3 milioni di imprese, di queste solo 250mila hanno più di 9 dipendenti e noi ne rappresentiamo 150mila. Abbiamo una necessità oggi, che se vogliamo incrementare la produttività abbiamo bisogno di aggregazione, mettere insieme le imprese per essere più produttive» ha proseguito Orsini.

«Augurandomi che gli Stati Uniti possano rimanere un mercato, il secondo nostro mercato, è ovvio che noi dobbiamo correre ai ripari su altri mercati e soprattutto quei mercati in cui abbiamo anche dei nostri del passato che sono andati in quei paesi» ha detto il presidente di Confindustria. «Noi con il Canada abbiamo fatto un accordo bellissimo e poi il Mercosur per noi è una potenzialità enorme, quindi l’India è un altro mercato da potenziare, gli Emirati e comunque l’Arabia Saudita sono mercati da potenziare perché i nostri prodotti sono accolti molto positivamente», ha aggiunto Orsini.

Il segretario della Cgil Maurizio “Landini mi dice non ci troviamo mai per parlare di cose serie”. Ma a parte il fatto che i tre sindacati confederali rispondono alle lettere a ritmi alterni, “se io devo fare incontri, vorrei fare un incontro dove loro tre si trovano insieme, noi ci troviamo insieme per parlare di cose serie”. Ad esempio sui temi degli incidenti sul lavoro, in cui l’unico modo è fare prevenzione” ha affermato Orsini.

“Credo che per i giovani le priorità sono merito, speranza e salari” ha detto il presidente di Confindustria. “Noi – ha aggiunto – rappresentiamo 5,3 milioni di persone del totale di coloro che percepiscono un salario. Credo che noi dobbiamo guardare anche alla produttività. Con l’intelligenza artificiale cambia tutto. Quindi o ci sediamo ad un tavolo e capiamo che le contrattazioni del futuro non saranno più le stesse oppure stiamo perdendo tempo”.

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La situazione demografica in Italia è “agghiacciante. A noi mancano 100mila persone. Dobbiamo saper attrarre gente formata da altri Paesi a venire in Italia” ha detto Orsini, spiegando come “il tema dell’invecchiamento della popolazione per noi è importantissimo”.

“Da una parte è cambiata la narrativa sul nucleare e sono molto felice perché io credo che basta guardare i paesi attorno a noi, quelli stanno spendendo meno è per un motivo, perché hanno un’energia continua, perché all’industria serve un’energia continua e non vuol dire che non dobbiamo costruire e incrementare le rinnovabili, anzi, noi dobbiamo costruire un mix energetico che garantisce la sicurezza nazionale del Paese» ha detto il presidente di Confindustria.

Colaiacovo: Gruppo 24 Ore crede molto in questa manifestazione

«Il Sole 24 Ore crede molto in questo Festival, tanto che ha deciso di festeggiare qui i suoi 160 anni». Lo ha detto

Maria Carmela Colaiacovo, presidente del Gruppo 24 Ore, in chiusura del Festival dell’economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing, sottolineando il lavoro fatto dalla «grande macchina organizzativa». La presidente ha ringraziato «in modo particolare il direttore Tamburini e Federico Silvestri (Ad del gruppo)», sottolineando che è stata data «dimostrazione» della capacità «di poter organizzare una manifestazione corale», aggiungendo che «il successo si ha soltanto quando si lavora così». Inoltre, Colaiacovo ha indicato che va ricordato «il grande contributo che questo Festival ha dato e darà e sta dando all’educazione economica e finanziaria di questo Paese, perché è veramente un contributo molto importante che non va sottovalutato: trovare tanti giovani, tante persone che possono in maniera molto leggera venire, fare domande, approcciare, avere stimoli, crescere e questo è veramente la parte più importante del Festival».

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Un momento della cerimonia conclusiva del Festival dell’economia di Trento 2025

Fugatti: il Festival di Trento continua a crescere, edizione importante

«Questo è stato un Festival importante. Quando all’inizio abbiamo parlato di una Davos popolare, che vuol dire riuscire a parlare delle grandi tematiche scientifiche, riuscendo a trasmetterle alla popolazione comune, questo penso sia avvenuto. Credo sia un passaggio culturale per il Festival». Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, tracciando un bilancio del Festival dell’economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell’Università di Trento. «Noi siamo qui a fare informazione, non solo per chi conosce le regole economiche, quindi chi se ne occupa, ma per riuscire a trasmettere questi messaggi alla cittadinanza e devo dire che ho visto anche molta partecipazione, ho visto anche che la gente chiedeva informazioni, faceva domande e quindi questo fa parte di quel tentativo di portare alla base la volontà di trasmettere le informazioni legate all’economia», ha aggiunto Fugatti, concludendo che «è un Festival che continua a crescere. Voglio fare complimenti a tutta l’organizzazione, in primis al direttore Tamburini, al Sole 24 Ore, alla nostra macchina organizzativa e quindi a Trentino Marketing, l’Ufficio Stampa, tutti coloro che hanno lavorato e un ringraziamento alle Forze dell’Ordine perché avere qui una decina ministri in tre giorni vuol dire essere in grado di gestire il territorio quindi Polizia Locale e Forze dell’Ordine».



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