5 Agosto 2025
Non molliamo, in arrivo un decreto legge per l’indotto e un’intesa con la Regione Puglia


E’ previsto un decreto legge per definire le risorse necessarie per ā€œsalvaguardareā€ l’indotto dell’ex Ilva. In questa fase ā€œcomplessaā€, potrebbe non essere colpito tutto l’indotto. Inoltre, le attivitĆ  di manutenzione degli impianti potrebbero garantire lavoro e continuitĆ  ā€œa svariate aziende del territorioā€. Il governo punta a istituire un gruppo tecnico insieme ai commissari, ā€œcon l’obiettivo di distinguere tra le imprese che hanno subito danni effettivi e quelle che non ne hanno risentitoā€. Sono le parole del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, facendo il punto durante il tavolo che si ĆØ tenuto oggi al ministero delle Imprese, e alla presenza – anche in collegamento – dei rappresentanti delle associazioni dell’indotto ex Ilva, sulle azioni da intraprendere nei prossimi mesi per quanto riguarda l’occupazione, la continuitĆ  lavorativa delle aziende coinvolte e il piano di decarbonizzazione dell’impianto siderurgico tarantino. ā€œSolo cosƬ potremo garantire ristori adeguati, basati su dati oggettivi, anzichĆ© su stime approssimativeā€ ha sottolineato Urso, garantendo il supporto del governo nei confronti del sistema produttivo, affinchĆ© si superi ā€œquesta fase delicataā€.

Il ministro ha nuovamente fatto appello alla collaborazione ā€œcon responsabilitĆ ā€ delle parti, dalle istituzioni alle aziende: ā€œSono certo che anche la Regione farĆ  la sua parte. Ci vuole la massima collaborazioneā€. Il governo sta lavorando a un accordo di programma con la Regione, il Comune, la Provincia, l’AutoritĆ  portuale e gli altri dicasteri per un futuro basato su tre forni elettrici, impianti Dri, cattura della Co2 e piena decarbonizzazione del sito siderurgico. ā€œRealisticamente – ha continuato Urso -, la costruzione di un forno elettrico richiede circa quattro anni: il nostro Piano prevede una transizione graduale ma strutturata su dodici anni, con la realizzazione di un forno ogni quattro anni che potrĆ  contare, in parallelo, sul preridotto dei Dri a loro volta alimentati a gasā€. Il ministro ha poi ricordato le tre le condizioni necessarie per la riuscita del Piano: il consenso all’approdo della nave rigassificatrice, l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e la continuitĆ  produttiva per evitare il collasso degli impianti e la perdita di quote di mercato.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il ministro delle Imprese avrebbe anche evidenziato come con la regione Puglia sia in corso ā€œun confronto costruttivo anche sull’Aia e rispetto allo stazionamento temporaneo di una nave rigassificatrice, condizioni preliminari per ogni negoziatoā€. Il Piano del consorzio azero di Baku Steel avrebbe subito modifiche in seguito all’incidente avvenuto il 7 maggio, che ha compromesso l’Altoforno 1 e che ha comportato il dimezzamento della produttivitĆ . Per i prossimi sette-otto mesi la produzione sarĆ  infatti dimezzata a Taranto, passando da 4 a 2 milioni di tonnellate all’anno, ā€œcon un solo altoforno in funzione e con ripercussioni dirette anche sugli altri stabilimenti. Supereremo anche questo ostacolo imprevistoā€, avrebbe comunicato il ministro alle associazioni dell’indotto, ribadendo che ā€œnoi non molliamo. Dobbiamo prendere atto delle conseguenze: meno produzione, meno occupazione, con la necessitĆ  di più risorse pubblicheā€. Pur in un contesto di attivitĆ  produttiva ridotta, l’indotto potrebbe mantenere un ruolo centrale per le attivitĆ  manutentive e per il rilancio di Taranto, contribuendo all’esecuzione degli interventi necessari ad abilitare il rialzo dei livelli produttivi e il ripristino degli impianti. Urso ha inoltre ricordato che l’Altoforno 2 ĆØ attualmente in manutenzione e potrebbe tornare operativo solo tra quattro-cinque mesi. Successivamente, sarebbe la volta dell’Altoforno 4, per una manutenzione programmata della durata di due-tre mesi. ā€œNel frattempo – ha aggiunto – affronteremo l’impatto occupazionale con responsabilitĆ  insieme a sindacati e istituzioni localiā€.

PerchĆ© le trattative con Baku proseguano servono tre cose: ā€œAia, autorizzazione al rigassificatore e che gli impianti siano in marcia. Queste sono le tre cose. E’ chiaro che non puoi andare a chiedere a un investitore: metti un miliardo per questa transizione. Bisogna che li metta lo Statoā€, ha affermato il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma. E’ necessario, quindi, la rimessa in moto dell’Altoforno 1 ā€œe forse anche il 2. Questo significa che ci sarĆ  bisogno da parte dello Stato italiano – e loro prevedono di fare un decreto legge nei primi giorni di giugno – di tanti soldi a disposizione, che stanno cercando insieme ai commissari di quantificare quanti sono, ma sicuramente ci vorranno diversi soldiā€, ha ribadito Toma. Anche per il presidente di Aigi Taranto, Nicola Convertino, le trattative con il Baku ā€œproseguiranno sicuramenteā€. Il Piano del possibile acquirente azero ā€œĆØ cambiato, si sono allungati i tempiā€, ha ricordato. Convertino ha poi illustrato le due fasi in atto nei prossimi mesi: una di medio termine e l’altra di più lungo termine, che porterĆ  alla decarbonizzazione. Quella di medio termine, invece, ā€œĆØ quella che porterĆ  subito gli altiforni, almeno due, a un minimo di produzione, con una certa scadenza e programmazione di quello che sarĆ  il futuroā€, ha aggiunto Convertino. Il numero dei lavoratori dell’indotto che potrebbero essere impiegati nelle manutenzioni ā€œĆØ difficile stimarlo, ma certamente ci saranno molti lavori da fare che coinvolgeranno le aziende dell’indotto, sia nel medio periodo che nel lungo periodoā€, ha aggiunto. Nel frattempo ā€œsarĆ  un momento di pace istituzionale, abbiamo notato una collaborazione positiva tra regione Puglia e il governoā€, ha chiosato Convertino.

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