
Le misure del 2022
Venti giorni dopo, il 16 novembre, il Senato ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto “Aiuti ter”, dal valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. Di questi, oltre 10 miliardi erano destinati ad aiutare famiglie e imprese, e a contrastare l’aumento dei costi di elettricità e gas. Ma il decreto-legge era stato approvato a settembre dal governo guidato da Mario Draghi, prima del passaggio di consegne con l’attuale esecutivo. Per questo motivo, il decreto “Aiuti ter” non può essere incluso tra i provvedimenti del governo Meloni. Lo stesso governo, nei suoi documenti ufficiali, non lo inserisce tra le misure adottate contro il caro energia.
Sempre a novembre 2022, il governo Meloni ha approvato il decreto “Aiuti quater”: come suggerisce il nome, si tratta del quarto provvedimento di questo tipo, ma del primo adottato dall’attuale esecutivo (poi convertito in legge dal Parlamento a gennaio 2023). In questo caso, le risorse stanziate per finanziare interventi contro il caro energia – aveva dichiarato lo stesso governo – ammontavano a poco più di 9 miliardi di euro, in parte ereditate dal precedente esecutivo. Questa cifra è confermata da un rapporto pubblicato dal Dipartimento per il programma di governo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo rapporto elenca le misure contro il caro energia adottate dal governo Meloni fino a ottobre 2023 [1].
Successivamente, a dicembre 2022 il Parlamento ha approvato la legge di Bilancio per il 2023. In quell’occasione , il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva parlato di «oltre 21 miliardi di euro» destinati a contrastare il caro energia. Questa cifra è confermata dai calcoli dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’organismo indipendente che vigila sui conti pubblici. Il rapporto del Dipartimento per il programma di governo, già citato in precedenza, stima invece un importo leggermente inferiore: circa 19 miliardi [2].
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