
L’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha pubblicato una bozza di lettera di commento in risposta al documento di consultazione dell’ISSB (International Sustainability Standards Board) sulle proposte di modifica allo standard IFRS S2 in materia di rendicontazione delle emissioni di gas serra.
In linea generale l’EFRAG accoglie con favore alcune delle modifiche proposte, ma mette in evidenza una serie di criticità tecniche e concettuali, suggerendo una maggiore chiarezza terminologica e l’adozione di approcci metodologici coerenti con la pratica europea e con le esigenze di comparabilità tra le imprese.
Uno dei punti centrali del documento ISSB riguarda la possibilità, per le entità redattrici, di escludere dalla rendicontazione alcune emissioni Scope 3 Categoria 15, in particolare quelle associate a derivati, attività finanziarie facilitate e attività assicurative. L’EFRAG condivide la proposta, ma insiste sul fatto che si deve trattare solo di un’esenzione temporanea, soggetta a riesame periodico, e non di una deroga permanente. Questo approccio riflette la convinzione che la trasparenza ambientale debba migliorare progressivamente, anche nei segmenti finora meno normati.
Nello specifico, in merito ai derivati, l’EFRAG riconosce che attualmente mancano metodologie consolidate per l’attribuzione delle emissioni, fatta eccezione per alcune classi di derivati. La proposta di esenzione, quindi, appare comprensibile nella fase attuale; tuttavia, l’EFRAG invita a non cristallizzare l’esenzione, mantenendo uno spirito dinamico aperto a sviluppi futuri.
Più articolato il giudizio sulle attività finanziarie facilitate, ovvero quelle emissioni indirette connesse ad attività di investment banking. L’EFRAG evidenzia che l’IFRS S2 non le disciplina espressamente, dunque un’esenzione introdotta tramite semplice emendamento appare discutibile. A ciò si aggiunge l’assenza di una definizione chiara del concetto stesso di “attività finanziarie facilitate”, elemento che ne compromette la tracciabilità e la comparabilità.
Simile è la posizione sull’esclusione delle emissioni assicurative: secondo EFRAG, un’esenzione permanente è inappropriata, specie in Europa dove il settore assicurativo è sempre più coinvolto in piani climatici e rendicontazione ESRS tanto che già nel 2024 molte compagnie hanno incluso obiettivi di decarbonizzazione nei propri report. Anche qui, la mancanza di una definizione standardizzata aumenta il rischio di opacità informativa.
EFRAG richiama anche l’urgenza di definire con precisione le emissioni finanziate, suggerendo l’allineamento al framework PCAF (Partnership for Carbon Accounting Financials), già integrato negli standard ESRS.
Passando all’ambito della classificazione settoriale, l’EFRAG prende una posizione anche sulla proposta dell’ISSB di usare il GICS (Global Industry Classification Standard). Sebbene venga accettata l’introduzione di una certa flessibilità, l’EFRAG solleva due problemi centrali: da un lato il GICS è uno strumento a pagamento, dall’altro non è l’unico sistema disponibile. Esistono infatti alternative come BICS, TRBC, ICB o sistemi legati a normative di vigilanza come ISIC o NACE (in ambito europeo), spesso già integrati nei framework di rendicontazione prudenziale delle banche. EFRAG chiede quindi all’ISSB di sviluppare una guida dettagliata di mappatura tra i diversi sistemi, per aiutare le imprese finanziarie a redigere report coerenti e uniformi, indipendentemente dal tipo di strumento finanziario utilizzato.
Infine l’EFRAG accoglie positivamente le modifiche che chiariscono l’uso di metodologie alternative per la misurazione delle emissioni e dei valori di Global Warming Potential (GWP). In particolare, l’ISSB prevede che, nel caso in cui un’entità sia tenuta a rispettare obblighi normativi nazionali o regolamentazioni di borsa che impongano l’uso di metodologie diverse da quelle previste dallo standard (come il GHG Protocol o i GWP dell’IPCC), essa possa adottare tali metodologie alternative limitatamente alle attività soggette a tali requisiti e per l’intera durata della loro applicazione. Tuttavia, in caso di utilizzo di valori GWP diversi da quelli IPCC su scala centenaria, l’EFRAG raccomanda una disclosure esplicita, per garantire la comparabilità tra imprese le e nel tempo.
In sintesi, l’EFRAG si mostra aperto a soluzioni pragmatiche per facilitare l’applicazione dello standard IFRS S2, ma riafferma con forza i principi di comparabilità, chiarezza terminologica e solidità metodologica, fondamentali per rafforzare la credibilità delle informazioni ESG nei mercati finanziari europei e globali. Ora l’EFRAG è aperta ai commenti di quanto ha dichiarato fino al 19 giugno 2025.
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