SCELTI DA NOI: LE NOTIZIE DEL 9 GIUGNO 2025

Infrastrutture e transizione energetica: quante occasioni in Europa 

“Nei prossimi anni, si prevede un’enorme opportunità di crescita nel settore delle infrastrutture a livello globale. E questo, per noi investitori, significa scommettere sui futuri motori di sviluppo economico e finanziario”. Ne è convinto Philippe Benaroya, ceo di Infranity (gruppo Generali), che guarda con interesse soprattutto all’Europa. “A livello globale, il fabbisogno di investimenti in infrastrutture è stimato in 94 trilioni di dollari fino al 2040, a vantaggio di settori cruciali come energia, comunicazione, trasporti e gestione delle risorse idriche”, argomenta Benaroya, “di pari passo, il patrimonio gestito nel settore delle infrastrutture dovrebbe crescere a un tasso annuale composto del 10,8%, per raggiungere i 2,35 trilioni di dollari entro il 2029. E in questo conteso, il mercato europeo sembra viaggiare con una marcia in più”.

Gabriele Petrucciani, L’Economia del Corriere della Sera

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La BCE taglia ma i tassi a lungo non frenano

Il movimento dei titoli a lunga scadenza di Germania, Francia e Italia è al rialzo. I rendimenti, invece di scendere, sono saliti, perché più orientati dalle attese economiche che dai tagli della BCE. La principale domanda che si sono posti gli investitori è se i tagli per quest’anno siano finiti. Le attese degli economisti oscillano tra uno o due sforbiciate da qui a dicembre, mentre le parole della presidente della BCE non hanno fornito alcuna indicazione utile al riguardo, se non quella di voler navigare a vista. Lagarde è tornata a dire che saranno i dati a orientare le prossime decisioni di politica monetaria, perché l’incertezza, causata principalmente dalla politica commerciale di Trump e dai conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente, non consente di avere una maggiore visibilità. Se le condizioni rimanessero stabili, si dovrebbe marciare verso l’inflazione al 2% prevista come media già per il 2025, ma se le acque si dovessero agitare, lo scenario diventerebbe subito un altro.

Walter Galbiati, Affari e Finanza di Repubblica

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Csrd: più costi, ma più credito per le imprese trasparenti

Con l’entrata in vigore della nuova Csrd, molte imprese europee si trovano davanti a una svolta strutturale che cambia il modo in cui valutano e comunicano le proprie performance. Dal 2024, le grandi aziende, già soggette alla precedente direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, sono infatti obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità secondo i nuovi standard europei. Per le altre categorie, tra cui le grandi imprese non quotate e le Pmi quotate, gli obblighi scatteranno tra il 2026 e il 2028 secondo una logica progressiva. Con un impatto atteso su oltre 50mila aziende nei prossimi anni, la Csrd rappresenta la prima grande infrastruttura regolatoria che mette ambiente, società e governance al centro della trasparenza d’impresa. Il principio su cui si fonda è quello della doppia materialità: ogni impresa deve comunicare sia come le proprie attività influenzano l’ambiente e la società (materialità d’impatto), sia in che modo le variabili Esg possono incidere sistemi di raccolta dati e avviare sui risultati economici, sulla strategia e sulla resilienza aziendale.

Vito de Ceglia, Affari & Finanza di Repubblica

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Disclaimer: “Scelti da noi” è un servizio offerto ai lettori di focusrisparmio.com. La rubrica offre una rapida panoramica sulle notizie dell’industria del risparmio gestito, attraverso una selezione effettuata dalla redazione. Il servizio è disponibile nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì.

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