
MADRID. – Il Partito Democratico ha presentato alla Camera le sue proposte per sostenere la filiera della moda, del tessile e degli accessori, settore strategico del made in Italy ma attualmente in forte difficoltà. In conferenza stampa, nella Sala Berlinguer, sono intervenuti la vicecapogruppo alla Camera Simona Bonafè, il capogruppo in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo e l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, oggi responsabile per le politiche industriali del partito.
Bonafè ha ricordato che i dati sulla produzione industriale continuano a segnalare l’assenza di segnali di ripresa per il comparto tessile e dell’abbigliamento. “Avevamo già presentato una mozione con proposte un mese fa, ma oggi la situazione è ancora più allarmante – ha detto – I dazi americani, ormai quasi certi, rischiano di assestare un colpo definitivo a circa 80mila imprese, in gran parte micro e piccole-medie realtà altamente specializzate”.
L’esponente dem ha criticato l’azione del governo, che finora si sarebbe limitato a concedere tre settimane di cassa integrazione in deroga per le aziende sotto i 15 dipendenti, una misura temporanea già scaduta e scarsamente utilizzata perché anticipata dalle imprese stesse. Il Pd propone una serie di interventi a sostegno delle imprese, tra cui politiche industriali di lungo periodo, incentivi all’innovazione e misure per rendere competitivo il settore, a partire dal contenimento del costo dell’energia e dalla lotta alla concorrenza sleale.
Bonafè ha insistito anche sulla necessità di rafforzare tracciabilità e legalità lungo la filiera, specialmente nei rapporti con i grandi gruppi. Per i lavoratori, invece, il Pd chiede l’estensione della cassa integrazione straordinaria per tutto il 2025, insieme a nuove risorse dedicate alla formazione. Peluffo ha sottolineato che il recente decreto bollette “copre solo tre mesi” e non basta a sostenere un settore che, dal 2019, ha subito una lunga serie di shock.
Ha poi definito “fallimentare” la misura della Transizione 5.0: “A fronte di 6 miliardi disponibili, le richieste si sono fermate a 600 milioni. La misura scade a fine anno e non sta funzionando”. Orlando ha criticato l’assenza del tema tessile tra le priorità del governo, anche dopo il recente cambio di denominazione del ministero competente.
“Ci troviamo di fronte a un rallentamento congiunturale – ha detto – ma in un settore come questo, il rischio di desertificazione produttiva è molto alto. Da un governo sovranista ci saremmo aspettati un’azione decisa in difesa del made in Italy”.
(Redazione)
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