
E’ in arrivo il primo ingorgo fiscale dell’anno. Anche se, in teoria, venerdì scorso abbiamo celebrato il giorno di liberazione fiscale, la realtà, purtroppo, è molto diversa e tutt’altro che rassicurante. Entro lunedì prossimo, infatti, i contribuenti veneti saranno chiamati a versare all’erario 3,9 miliardi di euro in tasse. Un importo, quest’ultimo, che secondo l’Ufficio studi della Cgia è certamente sottodimensionato, poiché non include il valore economico dei contributi previdenziali che dovranno essere pagati dalle imprese e dai lavoratori autonomi.
In sostanza, tra soli due giorni, questa importante responsabilità fiscale si concretizzerà senza possibilità di sconto. Considerando poi la cronica carenza di liquidità che affligge soprattutto il mondo delle piccole aziende, molti imprenditori veneti hanno cerchiato sul calendario con il pennarello rosso sia il 16 che il 30 giugno: due scadenze fiscali che mettono “paura” e fanno “tremare” chiunque abbia a cuore la propria attività.
Entro dopodomani, infatti, i titolari di impresa veneti saranno chiamati a versare all’erario almeno 3 miliardi di euro, quasi la totalità del gettito totale previsto (l’80%). Questa cifra assoluta in capo alle aziende comprende, in particolare, le ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui collaboratori familiari, l’Iva, una buona parte dell’Imu e le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi.
E‘ fondamentale sottolineare che per le imprese del Veneto il pagamento delle ritenute Irpef dei propri dipendenti e dell’Iva – importo stimato dalla Cgia in 2,5 miliardi di euro – rappresenta una mera partita di giro: nel caso delle ritenute Irpef, infatti, le aziende agiscono come sostituti d’imposta per conto dei propri lavoratori; riguardo all’Iva, invece, si tratta di somme già incassate in precedenza, ogni qual volta hanno ricevuto un pagamento dalla clientela a seguito dell’emissione di una fattura. Nonostante ciò, rimane il solito problema della liquidità. Con tempi di pagamento tra le imprese private in costante aumento, tantissime attività sono a corto di liquidità, anche perché le banche, in particolare alle piccole imprese, continuano a erogare il credito con il contagocce.
Giugno e anche novembre sono da sempre i mesi delle tasse. E se la scadenza di dopodomani sta togliendo il sonno a molti contribuenti in preda alle difficoltà di reperire i soldi per onorare le richieste del fisco, anche la scadenza di lunedì 30 giugno sarà tra le più importanti dell’anno. Nonostante il Consiglio dei Ministri abbia opportunamente rinviato al 21 luglio prossimo e senza alcuna maggiorazione il pagamento dell’Ires, dell’Irpef, dell’Irap e della addizionali Irpef ai forfetari e alle partite Iva soggette agli Indici sintetici di affidabilità, secondo le stime dell’Ufficio studi della Cgia, nell’ultimo giorno di questo mese è previsto un prelievo sui veneti di 1,5 miliardi di euro. Soldi che arriveranno dal pagamento dell’Ires, dell’Irap, dell’Irpef e delle addizionali regionali/comunali Irpef. In buona sostanza, dalle due scadenze previste in questo mese (lunedì 16 e lunedì 30), le casse dello Stato riscuoteranno dai veneti complessivamente 5,4 miliardi di euro
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