18 Giugno 2025
le piccole imprese pagano il 30% in più della media Ue


Le piccole imprese italiane continuano a pagare l’energia elettrica molto più dei concorrenti europei, con un divario che si allarga rispetto alle grandi aziende energivore. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio energia della CNA, che attraverso l’analisi dell’Area studi e ricerche evidenzia criticità strutturali e fiscali nella composizione della bolletta, a scapito soprattutto delle micro e piccole imprese.

Prezzi italiani oltre la media europea

Tra il 2019 e il primo semestre 2025, il prezzo medio dell’elettricità in Italia ha superato del 28,3% quello della Francia, del 30,9% quello della Germania e addirittura del 53,6% quello della Spagna. Escludendo le anomalie del 2022, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) tra il 2023 e giugno 2025 si è attestato in media a 118 euro per MWh, quasi il doppio rispetto alla media 2005-2020, segnalando una tendenza strutturale al rialzo, non più riconducibile a una sola fase emergenziale.

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Piccole imprese penalizzate

Il divario è ancora più netto quando si analizzano le dimensioni aziendali:

Il risultato è che una piccola impresa italiana paga l’elettricità quasi tre volte di più rispetto a una grande azienda energivora. Un paradosso che danneggia l’intero tessuto produttivo di prossimità, quello più diffuso e vitale nel panorama imprenditoriale italiano.

Il nodo fiscale e la struttura dei costi

Alla base di questo squilibrio c’è la struttura della bolletta. Per le piccole imprese, i costi energetici diretti rappresentano il 60% del totale, mentre per le energivore superano il 77%, perché beneficiano di sconti, agevolazioni e una diversa distribuzione degli oneri generali di sistema.

Su 11,2 miliardi di euro di oneri generali, oltre la metà viene pagata dalle Pmi. Questo carico si traduce in un sostegno implicito alle aziende più energivore, che godono di costi marginali inferiori, in controtendenza con le politiche europee di sostenibilità e riequilibrio competitivo.

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Prospettive ancora più critiche

La situazione rischia di peggiorare nel secondo semestre 2025. Il nuovo rialzo delle quotazioni internazionali di gas e petrolio, legato al peggioramento delle tensioni geopolitiche, potrebbe innescare una nuova fiammata dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso.

In uno scenario simile, le piccole imprese rischiano di essere le più esposte, non potendo compensare l’aumento dei costi con economie di scala o meccanismi di tutela avanzata. Senza interventi strutturali, il divario con il resto d’Europa e con le grandi imprese nazionali è destinato a crescere.

La richiesta di CNA: riequilibrare gli oneri

La CNA chiede interventi urgenti e mirati per riequilibrare il peso fiscale e sistemico sulle Pmi, favorendo una redistribuzione più equa degli oneri di sistema e promuovendo politiche energetiche più inclusive. Senza un’azione strutturale, la competitività delle imprese artigiane e del commercio rischia un progressivo deterioramento, compromettendo occupazione, investimenti e coesione territoriale.





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