
Tra le cose certe nella vita c’è il Canone Rai. Quest’anno costa 90 euro annui ed è dovuto da ogni famiglia che possiede un televisore o un apparecchio atto a ricevere i canali televisivi.
Esiste però la possibilità di ottenere un’esenzione parziale dal canone, a patto di rispettare requisiti stringenti e scadenze precise. Entro il 30 giugno 2025 si può infatti presentare una dichiarazione all’Agenzia delle Entrate per non pagare il secondo semestre dell’anno.
Questa esonero al 50% ha però un “prezzo”: per poterne beneficiare non basta smettere di guardare i canali tv tradizionali, ma occorre eliminare ogni possibilità tecnica di ricezione del segnale.
Esenzione canone Rai 2025: come funziona e quando fare richiesta
La legge prevede che solo a determinate condizioni sia possibile non pagare il Canone Rai. Tra queste, la più comune (oltre alle agevolazioni per anziani over 75 a basso reddito) è la mancata detenzione di un televisore in casa. Quindi, se nessun membro della famiglia possiede “un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare”, come definito dal Mimit, si può richiedere l’esenzione presentando un’apposita autocertificazione.
Inviando la dichiarazione di non detenzione entro il 30 giugno, si ottiene l’esonero dal pagamento per il periodo luglio-dicembre 2025 (circa il 50% dell’importo annuale).
La domanda va presentata utilizzando il modulo ufficiale dell’Agenzia delle Entrate (quadro A) e può essere trasmessa online tramite il portale AdE o inviada via PEC/raccomandata. Chi usufruisce dell’esenzione semestrale dovrà poi rinnovare la richiesta per gli anni successivi: ad esempio, per non pagare il canone nel 2026 sarà necessario inviare una nuova dichiarazione entro il 31 gennaio 2026.
L’esenzione non vale sempre. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, l’agevolazione spetta solo a chi “non detiene apparecchi atti alla ricezione del segnale televisivo”, indipendentemente dall’uso effettivo: un televisore tenuto spento, scollegato o privo di antenna non basta a evitare il tributo.
Streaming, antenna e RaiPlay: cosa cambia se si rinuncia al segnale TV
Per molte famiglie la decisione di disdire il canone è legata al cambiamento delle abitudini di visione: oggi molti contenuti sono disponibili in streaming via internet, dalle piattaforme on-demand ai servizi delle stesse emittenti e quindi il televisore tout court così come lo conosciamo diventa inutile.
Secondo le Faq ufficiali Rai, computer, tablet, smartphone e in generale i dispositivi utilizzati solo per la visione via Internet non sono considerati televisori ai fini dell’abbonamento. Quindi, chi ha esclusivamente uno schermo qualsiasi o un pc, collegato magari a Chromecast, Smart stick o console per usufruire di Netflix, YouTube o dello stesso RaiPlay, non incorre nel pagamento del canone.
Questo non vale per la ricezione via satellite. Molti programmi televisivi sono disponibili anche sulle piattaforme satellitari (ad esempio tramite decoder Tivùsat o abbonamenti pay-TV), che non utilizzano l’antenna terrestre sul tetto.
Un decoder satellitare è pur sempre un sintonizzatore tv. Quindi, possederlo comporta l’obbligo di pagare il canone esattamente come un normale televisore.
Quanto costa disattivare l’antenna per ottenere l’esenzione del 50%
Ottenere l’esenzione dal canone per non detenzione tv richiede quindi di disattivare o rimuovere l’antenna dall’abitazione. In molti casi, questo significa scollegare definitivamente l’impianto d’antenna terrestre che porta il segnale ai televisori.
Se si vive in un condominio con antenna centralizzata, è sufficiente non collegare alcun televisore alla presa dell’antenna condominiale. In abitazioni indipendenti, invece, si può optare per lo smontaggio dell’antenna sul tetto o la disconnessione del cavo di discesa, in modo che nessun segnale tv raggiunga l’interno dell’abitazione.
Bisogna quindi chiamare un antennista. I prezzi per disattivare o far rimuovere l’antenna possono variare in base alla complessità dell’intervento e alla zona, ma in generale si tratta di una spesa nell’ordine di qualche decina di euro di manodopera.
Dai listini di settore visibili su diversi siti web specializzati, risultano ad esempio tariffe medie attorno a 70/150 € per interventi di spostamento o rimozione di un’antenna tv, a cui si può aggiungere un diritto di chiamata (uscita del tecnico) di circa 30/50 €. In media, far disattivare l’antenna costa intorno ai 100 euro, ma la cifra può variare a seconda della situazione. È una spesa una tantum che si ammortizza in poco più di un anno: già nel 2025 si risparmiano 45 euro, e negli anni successivi si può evitare l’intero canone da 90 euro. Dopo il primo anno il risparmio c’è.
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