
Roma, 21 giugno 2025 – In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche che coinvolgono Medio Oriente, Nord Africa, Russia, Ucraina, India e Pakistan, Confartigianato lancia un allarme sulle possibili ripercussioni per l’export del Made in Italy e per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nazionale. Il presidente Marco Granelli sottolinea come le crisi internazionali mettano a rischio non solo le vendite all’estero, ma anche il 40,7% delle importazioni energetiche italiane, in particolare petrolio e gas.
Esportazioni italiane a rischio in mercati strategici
Secondo l’analisi dell’associazione che rappresenta l’artigianato e le micro e piccole imprese, le esportazioni italiane verso 25 Paesi coinvolti in conflitti o in situazioni di rischio ammontano complessivamente a 61,4 miliardi di euro. I mercati principali sono il Medio Oriente (27,1 miliardi), i Paesi confinanti come Egitto, Libia e Turchia (21,9 miliardi), Russia, Ucraina e Bielorussia (6,6 miliardi) e l’area India-Pakistan (5,8 miliardi). Un terzo di queste esportazioni, pari a 20,3 miliardi, riguarda settori ad alta presenza di micro e piccole imprese, tra cui moda, gioielleria, occhialeria, alimentari, mobili e prodotti in metallo.
I dati più recenti del primo trimestre 2025 evidenziano un rallentamento dell’export verso questi Paesi (-0,6%), con flessioni marcate soprattutto in Egitto, Libia e Turchia (-14,7%) e nell’area Russia-Ucraina-Bielorussia (-10,4%). C’è stata una crescita, invece, nei mercati del Medio Oriente (+13,7%) e in India-Pakistan (+6%), con gli Emirati Arabi Uniti in testa (+21,5%).
Le importazioni energetiche dell’Italia
Sul fronte energetico, l’Italia dipende per il 40,7% delle importazioni di energia da 17 dei 25 Paesi coinvolti in crisi o instabilità, per un valore complessivo di 27,6 miliardi di euro. Nel periodo aprile 2024-marzo 2025, l’import di petrolio greggio ammonta a 13,2 miliardi (50,9% del totale), quello di gas naturale a 8,8 miliardi (37,3%) e di petrolio raffinato a 5,7 miliardi (47%).
Il conflitto tra Israele e Iran, con possibili blocchi nello Stretto di Hormuz, rappresenta una delle maggiori fonti di preoccupazione per la stabilità delle forniture energetiche. Confartigianato evidenzia la necessità di un’intensa azione diplomatica per favorire la de-escalation dei conflitti e creare condizioni di stabilità, oltre a misure per diversificare i mercati di sbocco delle imprese italiane e rafforzare la resilienza energetica del Paese.
Marco Granelli rimarca come la tenuta del sistema produttivo italiano, fondato sulle micro e piccole imprese e sull’export di qualità, dipenda in modo cruciale dalla stabilità geopolitica e da strategie di supporto economico e industriale mirate.
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