24 Giugno 2025
con più di 130mila alberi piantati, la campagna “Foresta Italia”festeggia tre anni- Corriere.it


Più biodiversità, meno isole di calore: con più di 130mila alberi piantati, la campagna “Foresta Italia”festeggia tre anni

Se visualizziamo una cartina dell’Italia, la vedremmo riempirsi di piccoli puntini verdi, da Nord a Sud. Sono le piante e gli alberi – oltre 132mila – messi a dimora negli ultimi tre anni con 150 cantieri forestali in tutte e venti le Regioni del nostro Paese nell’ambito di “Foresta Italia”, la Campagna nazionale forestale promossa dall’ente tecnico Rete Clima in collaborazione con Coldiretti Nazionale e Pefc Italia, organizzazione di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste. Che piantare alberi sia una soluzione efficace per contrastare il riscaldamento globale � risaputo, ma un’ulteriore dimostrazione proviene dal monitoraggio delle circa 50 foreste sviluppate tra 2024 e 2025: incremento vegetativo fino al +41 per cento e -21 per cento dell’effetto isola di calore.

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Lanciata nel 2022, la campagna di Rete Clima, Pefc e Coldiretti ha raggiunto obiettivi importanti: oltre 132mila alberi messi a dimora in tre anni, con 150 cantieri forestali nelle venti Regioni italiane e la collaborazione di 117 aziende

Al cuore della campagna, lanciata nel 2022, c’� l’obiettivo di sviluppare il patrimonio forestale italiano per promuovere la biodiversit� e la rigenerazione dei territori, contrastando localmente gli effetti del riscaldamento climatico. Sono 117 le aziende che hanno sostenuto le diverse attivit: dalla forestazione urbana ed extraurbana alla riforestazione, dalla cura forestale al miglioramento degli ecosistemi. In questo senso, la campagna propone un modello virtuoso di collaborazione tra mondo pubblico e mondo privato, aiutando le imprese a raggiungere i propri obiettivi di sviluppo sostenibile (quelli stabiliti dall’Onu) con soluzioni concrete, trasparenti e misurabili.

Un ruolo preciso per ogni attore

Alla base di Foresta Italia c’� una solida filiera agro-forestale nazionale, basata su due concetti chiave: diversificazione delle specie e continuit�. Partiamo dal primo: seguendo la logica per cui non esiste un’unica pianta adatta a tutti i territori, la campagna ha lavorato per mettere a dimora 35 diverse specie arboree e arbustive autoctone solo da filiera italiana, provviste di certificato di provenienza e passaporto fitosanitario.

Per garantire invece “continuit�” al progetto, Rete Clima ha sottoscritto (unica realt� di questo tipo a farlo in Italia) un “contratto di coltivazione” con i vivai per il reperimento delle piante. Sfruttando la collaborazione con Coldiretti, questa formula permette ai vivai di programmare la produzione di piantine forestali che, a seconda della specie, impiegano dai due ai quattro anni per arrivare alle dimensioni utilizzabili. In questo modo, Foresta Italia ha sempre alberi e arbusti in quantit� sufficiente e delle specie necessarie per alimentare i progetti di riforestazione, mentre i vivaisti hanno una fonte di reddito garantita nel tempo.

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Quello della continuit� pu� sembrare un aspetto secondario, ma non lo �. Sulla spinta dei finanziamenti del Pnrr, il piano di riforme basato su fondi europei, nel nostro Paese la domanda di alberi � cresciuta enormemente, tanto da creare una situazione paradossale: tantissimi progetti di riforestazione, ma nessuna pianta da mettere a dimora, visto che i vivai (sia pubblici sia privati) ne hanno sempre meno a disposizione.

�Dalla selezione dei vivai e delle piante, al coinvolgimento dei territori, fino alla selezione delle aziende partner per la manutenzione, ogni attore ricopre un ruolo decisivo per la costruzione di un futuro pi� sostenibile�, ha spiegato Paolo Vigan�, fondatore e presidente di Rete Clima intervenuto all’evento di presentazione dei risultati della campagna.

La filiera prevede appunto un coinvolgimento attivo delle aziende e dei privati, sempre seguendo un approccio basato sui dati e sul rigore tecnico e metodologico. Questa filosofia si condensa nel programma “Climate Plus”, che ha l’obiettivo di superare il tradizionale approccio alla decarbonizzazione delle aziende generando appunto un “qualcosa di pi�” a livello ecosistemico, ambientale e climatico sul territorio nazionale.

Il programma si � arricchito di un ulteriore tassello: dare supporto tecnico alle imprese per definire e attuare la propria “Nature Positive Strategy”, l’equivalente dell’Accordo sul clima di Parigi ma declinato sull’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversit� per vivere in armonia con la natura. Nel concreto, il percorso declina la biodiversit� in diversi target di rigenerazione ambientale e lavora per misurarla con una serie di strumenti tecnico-scientifici: piattaforme satellitari e dati dell’Agenzia Spaziale Europea dai satelliti Sentinel I e Sentinel II, con misurazione diretta, con modellistica previsione, con citizen science e Intelligenza Artificiale). Dopo aver misurato la biodiversit�, si lavora per incrementarla tramite i progetti forestali e ambientali di Rete Clima, oltre a monitorarla sul lungo periodo per poi arrivare a far s� che le aziende possano rendicontarla.

Strumenti concreti

Tra le varie soluzioni proposte sono comprese anche le Tiny Forest (piccole foreste, anche conosciute come “Miyawaki Forest”, il cui intento � promuovere la crescita rapida delle piante e sviluppare un ecosistema particolarmente attivo. La metodologia innovativa con cui vengono realizzati questi interventi permette di realizzarli anche in contesti degradati, contribuendo al decoro e alla rigenerazione urbana, in aree industriali e presso le propriet� delle aziende. Strumenti concreti che permettono di far fronte alla perdita di biodiversit� locale.



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