28 Giugno 2025
Continua il calo degli artigiani Meno 1.200 negli ultimi due anni


/ pavia

Se le imprese artigiane nel 2024 hanno subito solo una piccola flessione – sono poco più di 13mila – dopo anni di crescita soprattutto sulla spinta del comparto edile (grazie ai bonus casa), diminuisce drasticamente il numero di lavoratori autonomi artigiani iscritti alla gestione Inps. La discesa negli ultimi dieci anni è stata costante, ma con una frenata e anzi una leggera risalita negli anni tra il 2020 e il 2022, probabilmente proprio grazie al settore delle costruzioni. Negli ultimi due anni invece, tra il 2022 e il 2024, c’è stata una forte diminuzione, attorno al 9%, con un calo di corca 1.200 unità, portando il totale da 13.741 a 12.534 .

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«Noi come associazioni artigiane registriamo un calo di imprese tra l’1 e il 2% – dice Enea Vercesi, presidente della Cna Pavia – con i bonus edilizi molte imprese hanno aperto, successivamente diverse hanno chiuso quando c’è stata un stretta. L’artigianato tradizionale ha tenuto e la manifattura anche, in stallo il canale Horeca che però nel nostro caso impatta poco».

«In provincia di Pavia abbiamo stimato tra il 2023 e la fine del 2024 la chiusura del 10% di piccole aziende manifatturiere – aveva detto invece qualche mese fa il presidente provinciale di Confartigianato Renato Perversi – si tratta, solo per quanto riguarda i nostri associati, di circa 250 aziende, nella maggior parte del casi ditte individuali o familiari che non riescono a far fronte ai costi in crescita. Parliamo di costi legati alle certificazioni green e di sicurezza, ad esempio, che impongono agli imprenditori di adeguarsi a norme pensate per le grandi realtà e difficilmente applicabili a piccole aziende, spesso familiari che non hanno la possibilità di adeguarsi a livello economico. Se il cliente principale di una piccola o piccolissima impresa richiede per la fornitura certificazioni verdi, il piccolo imprenditore deve acquisirle con spese che spesso non è in grado di sopportare. Allo stesso modo gli istituti di credito fanno difficoltà a concedere prestiti operativi senza certificazioni. Chi ha già un bilancio al limite, in queste condizioni, preferisce cessare l’attività».

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Dal punto di vista di produzione, ordini e fatturato l’artigianato pavese sta attraversano da un po’ di tenpo un periodo delicato.

Anche nel primo trimestre di quest’anno la caduta non si è arresta dopo i saldi negativi dei trimestri precedenti: la diminuzione tendenziale della produzione è del 2,6%, e si fa sempre più pesante la divaricazione rispetto alla tendenza in regione. Il +1,1% sul fronte del fatturato e il +0,1% per gli ordinativi totali attenuano solo lievemente il quadro negativo

Lo scorso anno si era chiuso con la manifattura pavese ancora in sofferenza, in particolare sul fronte dell’artigianato che ha proseguito la sua netta discesa sia in termini di produzione (-3,2%) che di fatturato (-5,1%), in controtendenza rispetto al dato della Lombardia. —



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