Barche a vela, gommoni, piccoli motoscafi: i diportisti algheresi questa mattina si sono ritrovati nello specchio d’acqua tra San Giovanni e “il Rosso”, nel cuore della rada di Alghero, per dire un no deciso al campo boe. Un flash mob acquatico organizzato spontaneamente da chi il mare lo vive ogni giorno e che oggi si sente espropriato di un diritto elementare: quello di gettare l’ancora nel proprio territorio.
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“Un progetto senza fondamento ambientale”
A guidare la protesta anche Michele Pais, che da tempo si batte contro l’installazione del campo boe nella rada. “Un progetto senza alcun fondamento ambientale – ha detto – che priva i cittadini del loro mare e rischia di affossare un intero comparto economico. È inspiegabile come la burocrazia continui a ignorare la volontà popolare”.
Secondo Pais, le boe non rispondono a nessun criterio di tutela ecologica. “Non c’è uno straccio di dato scientifico a sostegno – ha aggiunto – eppure si spendono soldi pubblici per qualcosa che non serve, mentre si lasciano marcire le vere priorità. È uno spreco e un insulto a chi lavora nel settore, a chi ha fatto sacrifici per potersi permettere una barchetta, a chi vive il mare con rispetto”.
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Cos’è il campo boe
Il campo boe, pensato per regolamentare gli ormeggi e – almeno sulla carta – proteggere i fondali, secondo i manifestanti avrebbe l’effetto opposto: danneggiare le imprese nautiche locali e limitare la fruizione del mare a favore di pochi privilegiati. “Dicono che serva ad attrarre la nautica di lusso – afferma Pais – ma quale ricchezza porta un progetto che respinge i cittadini e le piccole imprese? La verità è che si vogliono spendere fondi pubblici senza una vera strategia”.
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