30 Giugno 2025
Economia sociale: Città Metropolitana di Torino e Camera di commercio presentano il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino 2030


(AGENPARL) – Roma, 30 Giugno 2025

(AGENPARL) – Mon 30 June 2025 Indice
Introduzione
Il perimetro
del Piano
La visione
del Piano
L’ecosistema
metropolitano
dell’economia
sociale
Radici storiche
ed elementi di contesto
Contesto socio economico
Contesto
internazionale
e nazionale
Il processo
di costruzione
del Piano
Lo scenario europeo
La Risoluzione
dell’Assemblea Generale
Lo scenario nazionale
Le esperienze nazionali
e internazionali
Il Piano metropolitano
per l’economia
sociale di Torino
Governance e
partnership
Social Procurement
Finanza ad impatto
sociale
Formazione continua,
sviluppo di competenze,
giovani
Connessioni fisiche
e digitali e innovazione
tecnologica
Inclusione sociale
e lavorativa
Implementazione
e monitoraggio
Appendice
Lista degli enti
coinvolti nel processo
di consultazione
Prefazione
La sinergia che ha visto la Camera di
commercio e la Città Metropolitana
di Torino, nella cornice di Torino Social
Impact, lavorare insieme al Piano
metropolitano per l’economia sociale di
Torino 2030 ha trovato un territorio già
strutturato per affrontare questi temi.
anni con una strategia istituzionale di
politica territoriale, puntando ad «una
crescita equa e sostenibile per una nuova
concezione di prosperità» che coinvolga
tutti gli attori economici e istituzionali
in un processo di innovazione strutturale,
con i giovani al centro dell’azione.
Risalgono al 2005 l’impegno dell’ente
camerale per l’imprenditorialità sociale
e l’avvio del dialogo con le organizzazioni
dell’area metropolitana torinese,
con la creazione di un Osservatorio
sull’economia civile. Da lì è nato il
Comitato per l’Imprenditorialità Sociale,
che ha generato nel 2017 Torino Social
Impact, una piattaforma progettuale
più ampia: iniziale sperimentazione
di 12 soggetti promotori, in pochi anni
ha raggiunto 400 partner del settore
pubblico, privato, profit, non profit, della
ricerca, della finanza e della filantropia.
La stesura del documento deriva da un
processo partecipativo che ha previsto
interviste agli stakeholder, un evento ed
una consultazione online aperta a tutti,
ed è frutto di un ecosistema collaborativo
capace di generare impatti positivi diffusi.
Il Piano si pone in continuità con questo
percorso, nella prospettiva di completare
il lavoro di rafforzamento e promozione
dell’ecosistema portato avanti in questi
Tre elementi costituiscono il
cuore della visione. Innanzitutto,
l’integrazione dell’economia sociale
nella politica industriale, rafforzando le
competenze delle imprese a impatto
sociale, la strutturazione finanziaria,
il posizionamento e la capacità di
interazione con i mercati.
Il secondo tema è la centralità della
partnership multiattore, favorendo
processi di innovazione aperta, puntando
al dialogo tra profit e non profit, attivando
l’investimento dei privati e l’utilizzo di
tecnologie avanzate per facilitare lo
sviluppo di opportunità imprenditoriali
innovative.
Infine, i modelli di sviluppo richiedono
nuove competenze e un ricambio
generazionale per proiettarsi sul futuro.
Il Piano è disegnato attorno all’idea che
i giovani possano essere protagonisti di
un nuovo modello di economia sociale di
mercato.
Guido Bolatto
Segretario Generale
Camera di commercio di Torino
Il Piano Strategico 24-26 della Città
metropolitana di Torino, all’interno
dell’Asse Torino Metropoli più attrattiva,
giusta ed eguale, contiene una strategia
dedicata a Sostenere l’economia a
impatto sociale e l’innovazione sociale,
che prevede di valorizzare il potenziale
di impresa delle economie dei servizi
alla persona e alla famiglia, dei servizi
di comunità e di territorio. Il Piano
metropolitano per l’economia sociale
di Torino 2030, con la sua ambizione di
fungere da motore di crescita inclusiva,
equa e sostenibile, si integra dunque
con il Piano strategico metropolitano,
ampliandone la visione e assumendone
la valenza di pianificazione strategica
riguardo al tema specifico dell’economia
sociale.
Il Piano metropolitano per l’economia
sociale di Torino 2030 contribuisce
non solo a ridurre la frammentazione
territoriale tipica della Città metropolitana
di Torino, ma è il nostro strumento per
innescare un cambiamento sistemico
e contribuire a realizzare un modello di
sviluppo che valorizzi il saper fare impresa
in modo responsabile e innovativo,
creando valore per sé e per la collettività.
Si tratta di promuovere iniziative capaci
di generare economia sostenibile e
inclusiva, rispettosa dell’ambiente e delle
comunità, rendendo maggiormente
incisiva e stabile l’innovazione prodotta,
e di sostenere sperimentazioni che
sappiano attivare risposte più efficaci,
efficienti ed eque delle politiche ordinarie
e che, al contempo, siano in grado di
innescare processi partecipati che
garantiscano il coinvolgimento della
società e dei cittadini.
A partire da questa considerazione, con il
Piano in oggetto intendiamo contribuire a
rendere l’area metropolitana uno spazio
accogliente per chi intende sviluppare
economia ad impatto sociale: questo
è soltanto il punto di partenza da cui
far discendere una serie di azioni per
implementare competenze e innovazioni,
poiché il compito delle istituzioni è
quello di creare le condizioni abilitanti
per favorire un modello economico
alternativo e avanzato.
Sonia Cambursano
Consigliera delegata
Città Metropolitana di Torino
Introduzione
INTRODUZIONE
Il 18 luglio 2024, presso la Camera di
commercio di Torino, è stato siglato un
accordo tra l’ente camerale e la Città
metropolitana di Torino per la redazione di
un Piano dedicato all’economia sociale
del territorio metropolitano torinese, nella
cornice di Torino Social Impact, l’alleanza
territoriale collaborativa per la promozione
dell’imprenditorialità e della finanza a
impatto sociale che raccoglie circa 400
partner in ambito pubblico, privato, profit e
non profit.
L’obiettivo è diffondere
un nuovo modello di
crescita su tutto il territorio
metropolitano e costruire un
piano economico con una
forte identità sociale che
coinvolga tutto l’ecosistema,
riconoscendo di fronte alla complessità
delle sfide contemporanee la necessità di
non scindere il perseguimento di obiettivi
di sviluppo economico da quello di
obiettivi di coesione e inclusione sociale,
ponendo quindi in una posizione di primo
piano i modelli dell’imprenditoria sociale
e della finanza di impatto che prevedono
intenzionalmente di perseguire obiettivi ad
alto valore sociale o ambientale, quando
possibile in ambiti in cui le logiche di mercato
falliscono o agiscono solo parzialmente.
Lo sfondo di questa iniziativa è disegnato
dai documenti comunitari che attribuiscono
all’impresa sociale un ruolo non solo
di welfare e redistributivo, ma anche di
sviluppo economico, considerando la social
e impact economy nel perimetro delle
politiche industriali per una crescita più
equa e inclusiva.
5ANNI
ORIZZONTE TEMPORALE
Il piano ha un orizzonte temporale di
cinque anni e lega a doppio filo la scala
locale con quella nazionale ed europea,
tenendo conto della Raccomandazione
del Consiglio dell’Unione Europea
sullo sviluppo delle condizioni quadro
dell’economia sociale (C/2023/1344 del 27
novembre 2023) e dei conseguenti lavori
avviati al Ministero Economia e Finanze da
maggio 2024 con l’obiettivo di dare seguito
a tale Raccomandazione. Il lavoro su scala
locale costituisce un’opportunità strategica
per influenzare e supportare tali processi, in
quanto – come la stessa Raccomandazione
riconosce – i soggetti dell’economia sociale
sono fortemente radicati sul territorio,
servono la comunità in cui operano di
norma con un’impostazione dal basso.
Il Piano si inserisce in una cornice
programmatica e operativa già in
parte definita dai documenti di indirizzo
strategico degli enti promotori (Piano
Strategico Metropolitano 2024-2026 di
solco di tali programmazioni, il Piano
intende affrontare la sfida di perseguire gli
obiettivi comunitari e nazionali di sviluppo
dell’economia sociale con azioni declinate
e contestualizzate rispetto alle peculiarità
e complessità dell’area metropolitana
torinese, costituita per oltre il 52% da
zone montane e rurali e caratterizzata da
una singolare posizione transfrontaliera
che la vede confinante con la Francia,
nonché primo ente italiano di area vasta
per suddivisione comunale e estensione
territoriale (con 312 comuni e una superficie
di 6827 km²).
La visione del piano
LA VISIONE
DEL PIANO
Il Piano metropolitano per l’economia
sociale di Torino promuove un modello
di sviluppo territoriale in cui competitività
economica e prosperità sociale si
integrano reciprocamente.
In questa visione duale e congiunta,
promossa dall’economia sociale, crescita
e benessere sociale progrediscono di pari
passo, coinvolgendo tutte le componenti
del sistema locale, dal settore pubblico
alle imprese e alle organizzazioni del Terzo
settore.
L’ambizione è non limitarsi a riconoscere
il valore dell’economia sociale, ma
esaltarne la capacità di fungere da
motore di crescita equa e sostenibile,
rispondendo in modo sistemico alle
grandi sfide del nostro tempo: la
transizione ecologica, la riduzione delle
disuguaglianze e l’evoluzione dei modelli
produttivi verso una maggiore inclusività
e capacità redistributiva.
L’economia sociale, quindi, rappresenta
un elemento cardine per una nuova
concezione di prosperità, in cui la
dimensione di creazione del valore
economico e sociale si intrecciano
in modo inscindibile. In questo disegno
il Piano si propone di costruire un
ecosistema collaborativo
capace di generare impatti
positivi diffusi,
coinvolgendo tutti gli attori economici e
istituzionali in un processo di innovazione
strutturale e ponendo i giovani al centro
dell’azione.
COMPETITIVITÀ
ECONOMICA
E PROSPERITÀ
SOCIALE
La visione del piano
La visione del piano
IL PIANO SI FONDA
SU TRE ELEMENTI
Per concretizzare questa visione, il Piano si
fonda su tre elementi fondamentali:
INTEGRAZIONE NELLA
POLITICA INDUSTRIALE
L’integrazione dell’economia sociale
nelle strategie di sviluppo permette
di promuovere un modello di crescita
che coniughi efficienza economica e
sostenibilità, superando il suo ruolo
tradizionale di redistribuzione e welfare.
Questo approccio richiede la
creazione di strumenti
adeguati per incentivare
la nascita e la crescita di
imprese sociali,
nonché la transizione verso un modello
di creazione del valore responsabile
e innovativo, ampliando il numero di
attori coinvolti e diffondendo i principi di
impatto tipici dell’economia sociale. Tali
principi possono esercitare un’influenza
positiva nel guidare un processo di
trasformazione che coinvolga tutte le
componenti del sistema economico.
Affinché l’economia sociale possa
realmente prosperare e generare un
cambiamento sistemico, è fondamentale
investire nello sviluppo di competenze
avanzate, nella gestione dei processi
organizzativi, nell’interazione con i mercati
e nella strutturazione finanziaria delle
imprese. Il piano prevede azioni mirate a
rafforzare le capacità degli attori coinvolti,
incentivando processi di innovazione
aperta e la creazione di nuovi modelli di
governance partecipativa.
PARTNERSHIP MULTI – ATTORE
La complessità delle sfide contemporanee
richiede un’azione coordinata tra diversi
attori: istituzioni pubbliche, settore privato,
mondo accademico, Terzo settore,
organizzazioni della società civile e
comunità locali.
Il Piano prevede la
costruzione di reti strategiche
che facilitino la condivisione di
conoscenze, risorse e buone pratiche,
favorendo l’emergere di modelli
collaborativi che superino la tradizionale
dicotomia tra pubblico e privato.
Questa sinergia deve tradursi in una
rete territoriale capace di promuovere
soluzioni innovative attraverso
meccanismi di co-progettazione e
collaborazione strutturata.
Il piano si propone quindi come una
piattaforma multi-attore, radicata a livello
locale ma con una prospettiva nazionale
ed europea, in grado di armonizzare
le iniziative territoriali in un quadro
strategico più ampio.
Attraverso una roadmap condivisa, si
punta non solo a ottimizzare l’uso delle
risorse pubbliche, ma anche a stimolare
investimenti privati e a promuovere la
contaminazione con tecnologie avanzate,
facilitando lo sviluppo di opportunità
imprenditoriali innovative.
CENTRALITÀ DEI GIOVANI
Tutti i modelli di sviluppo, per proiettarsi
sul futuro ed essere abbracciati dalla
società, richiedono nuove competenze
ed un ricambio generazionale. Ciò può
avvenire solo ponendo i giovani al centro
dell’azione, rendendoli i primi beneficiari
del dividendo sociale generato dalle
attività economiche e produttive.
Il Piano è disegnato attorno all’idea che
ciò possa avvenire attraverso il loro
protagonismo in un nuovo modello
di economia sociale di mercato.
Quest’ultima, d’altra parte, per attrarre
le nuove generazioni, deve aprirsi
all’innovazione e alla tecnologia per
migliorare i propri modelli di intervento
e per irrobustire i propri fondamenti
economici.
Il futuro dell’economia sociale
dipende dalla capacità di
attrarre nuove generazioni
di imprenditori, innovatori e
leader
capaci di interpretare le sfide con
una mentalità aperta e orientata al
cambiamento e all’impatto. Il Piano
prevede il coinvolgimento dei giovani in
tutte le sue articolazioni, valorizzando il
potenziale di innovazione e motivazione,
nonché di attenzione alla questione
ambientale, che le nuove generazioni
possono apportare.
In conclusione, il Piano Metropolitano
per l’Economia Sociale si pone come un
catalizzatore di trasformazione, capace
di ridefinire il rapporto tra economia
e società in un’ottica di equilibrio e
sostenibilità.
Attraverso l’integrazione delle politiche
industriali e sociali, la promozione di
partenariati innovativi e il coinvolgimento
attivo delle nuove generazioni, il
piano intende creare le condizioni per
un’economia più giusta, resiliente e
capace di generare valore condiviso su
larga scala e di affermare un’identità
europea nella definizione dei modelli di
sviluppo.
Contesto internazionale e nazionale
CONTESTO
INTERNAZIONALE
E NAZIONALE
LO SCENARIO EUROPEO
Nel maggio del 2021 la Commissione
Europea decise di aggiornare la strategia
industriale dell’Unione individuando
14 ecosistemi industriali strategici che
rappresentano il 90% del valore aggiunto
delle imprese nell’UE, tra cui l’ecosistema
«economia sociale e di prossimità».
L’approccio adottato era quello degli
ecosistemi, vale a dire l’insieme di attori
pubblici e privati, grandi e piccole imprese
appartenenti alle stesse catene del valore
nei diversi Stati membri.
Alla base di questa scelta l’assunto che
l’economia sociale avesse il potenziale
di ridisegnare l’economia post-COVID
attraverso modelli imprenditoriali ed
organizzativi inclusivi e sostenibili capaci
di dar luogo a una trasformazione
ecologica, economica e sociale più
equa. Questa strategia industriale, si
leggeva nei documenti ufficiali, avrebbe
consentito all’Unione Europea di poter
superare l’attuale crisi in modo da tutelare
economia, società e ambiente.
Avrebbe inoltre contribuito a raggiungere
maggiori livelli di preparazione per
potenziali shock futuri e a trasformare
gradualmente l’economia, nei decenni a
venire, verso una maggiore sostenibilità
competitiva.
ECOSISTEMI
INDUSTRIALI
STRATEGICI
Contesto internazionale e nazionale
Tale disegno era funzionale a perseguire
quanto definito nel 2017 con il
Pilastro europeo dei diritti
sociali
proclamato congiuntamente dal
Parlamento europeo, dal Consiglio e
dalla Commissione. Il Pilastro stabilisce
principi per sostenere mercati del lavoro
e sistemi di protezione sociale equi e ben
funzionanti, a favore dell’occupazione,
delle competenze e della riduzione della
povertà entro il 2030.
Nel dicembre 2021 la Commissione ha
anche adottato
Piano d’Azione per l’Economia
Sociale
presentando misure concrete da attuarsi
sia a livello nazionale che di Unione.
Tali misure mirano alla promozione
dell’innovazione sociale, al sostegno
dello sviluppo dell’economia sociale e
allo sfruttamento delle sue potenzialità
di trasformazione economica e sociale.
Puntano inoltre a creare le giuste
condizioni affinché l’economia sociale
possa prosperare e crescere ed ottenere
una maggiore visibilità.
Nel novembre 2023 viene approvata la
Raccomandazione del
Consiglio dell’UE sullo
sviluppo delle condizioni
quadro dell’economia sociale
per permettere all’economia sociale di
sfruttare appieno le proprie potenzialità
nel sostenere l’accesso al mercato del
lavoro, l’inclusione sociale, lo sviluppo
delle competenze, la coesione territoriale,
la democrazia economica, la neutralità
climatica e lo sviluppo economico
sostenibile.
Contesto internazionale e nazionale
SINTESI DEI MACRO-ARGOMENTI DELLA RACCOMANDAZIONE EUROPEA:
Accesso al
mercato del
lavoro
Inclusione
sociale
Competenze
Innovazione
sociale
Sviluppo economico
sostenibile e coesione
territoriale
Accesso a
finanziamenti
pubblici e privati
Sia il Piano che la Raccomandazione
evidenziano il ruolo strategico dei livelli
locali in quanto i soggetti dell’economia
sociale sono fortemente radicati a livello
locale e mirano principalmente a servire
la comunità in cui si trovano, operano
generalmente con un’impostazione vicina
ai problemi della comunità, agendo
spesso come innovatori sociali e trovando
soluzioni generalizzabili o replicabili in
grado di contribuire a un cambiamento
sistemico.
La Raccomandazione invita le regioni,
le città e altri enti locali ad adottare
strategie di economia sociale
chiaramente collegate agli obiettivi
e alle priorità di sviluppo regionale,
massimizzando i vantaggi reciproci, e
invita gli Stati membri ad istituire “punti
di contatto per l’economia sociale
nazionali, locali o regionali che svolgano
la funzione di ambasciatori dell’economia
sociale e promuovano il settore, offrano
sostegno tra pari, agevolino l’accesso
ai finanziamenti nazionali e dell’Unione
e agiscano come intermediari con
le autorità nazionali e regionali che
gestiscono i fondi dell’Unione”.
Contesto internazionale e nazionale
Accesso ai
mercati e agli
appalti pubblici
Collaborazione tra imprese
tradizionali e soggetti
dell’economia sociale
Gestione e
misurazione
dell’impatto sociale
Maggiore utilizzo
degli Aiuti di Stato e
fiscalità
Visibilità e
riconoscimento
dell’economia sociale
TORINO SOCIAL IMPACT
L’ecosistema Torino Social Impact
è stato coinvolto come stakeholder
territoriale in tutto il processo che ha
portato all’approvazione del Piano
europeo, in particolare la cosiddetta Road
to Mannheim che attraverso una serie
di forum ha preparato i lavori per
lo European Social Economy Summit
del 26-27 maggio 2021.
Il piano metropolitano si allinea nello
scenario europeo tenendo conto anche
degli altri grandi processi di policy che
possono incidere sul ruolo dell’economia
sociale, tra questi la revisione della
normativa sugli appalti, la Affordable
Housing Initiative, il EU Code of Conduct
for Data Sharing in the Social Economy, la
Joint Cluster Initiative, il Green Deal, la New
European Bauhaus, ecc.
Contesto internazionale e nazionale
LA RISOLUZIONE
DELL’ASSEMBLEA
GENERALE ONU
L’importanza dell’azione degli
ecosistemi locali è richiamata anche
nella Risoluzione sulla promozione
dell’economia sociale e solidale per
lo sviluppo sostenibile approvata
dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite nel 2023 come parte di un impegno
per promuovere lo sviluppo sostenibile a
livello globale.
La Risoluzione sottolinea il ruolo
fondamentale dell’economia sociale e
solidale nell’affrontare le sfide globali,
contribuendo a uno sviluppo inclusivo
e sostenibile in quanto i suoi modelli
si basano su valori di giustizia sociale,
uguaglianza di genere, rispetto per
l’ambiente e partecipazione democratica.
La Risoluzione invita gli Stati membri a
promuovere politiche pubbliche che
sostengano l’economia sociale, inclusi
incentivi fiscali, accesso ai finanziamenti,
creazione di reti di supporto e formazione
per le imprese sociali.
Gli Stati membri sono chiamati a
monitorare l’attuazione della Risoluzione
e a fornire rapporti periodici sui progressi
compiuti nell’integrazione dell’economia
sociale nelle loro politiche nazionali.
Il monitoraggio della
Risoluzione è affidato alla
Task Force delle
Nazioni Unite sull’economia
sociale e solidale, co-fondato
nel 2013 dall’Organizzazione
Internazionale del Lavoro, il
cui Centro Internazionale di
Formazione si trova a Torino.
LO SCENARIO
NAZIONALE
Nel mese di maggio 2024 presso il
Ministero dell’Economia e delle Finanze
è stato avviato un gruppo di lavoro
Economia Sociale con l’obiettivo di dare
seguito alla Raccomandazione del
Consiglio della UE.
L’ecosistema torinese è stato coinvolto
nei tavoli di consultazione ministeriali in
quanto modello virtuoso di promozione
dell’economia sociale nello scenario del
sistema camerale nazionale. E in corso di
redazione un documento che includerà
elementi relativi a interventi fiscali, aiuti di
stato, strumenti finanziati, fondi europei,
misure e strutture di sostegno, formazione
delle competenze, attività di ricerca e
statistica, procurement, partnership
pubblico-private, ecc..
MODELLO VIRTUOSO
DI PROMOZIONE
DELL’ECONOMIA
SOCIALE
Contesto internazionale e nazionale
LE ESPERIENZE
NAZIONALI E
INTERNAZIONALI
Esistono diversi territori italiani ed europei
che hanno messo in campo politiche
coordinate per l’economia sociale, tra
questi alcune realtà sono particolarmente
utili per un confronto virtuoso con il lavoro
portato avanti a livello torinese.
BOLOGNA
La Città metropolitana di Bologna ha
avviato un percorso partecipato per
sviluppare il Piano Metropolitano per
l’Economia Sociale, basato sul Manifesto
“L’economia al servizio delle persone”.
Questo piano mira a promuovere un
modello di sviluppo che generi crescita
economica, occupazione di qualità e
inclusione sociale. Il processo ha coinvolto
attivamente rappresentanti del Terzo
settore, imprese, cooperative e altri
stakeholder locali.
BARCELLONA

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Barcellona ha sviluppato un piano
per l’economia sociale e solidale, con
l’obiettivo di costruire un modello
economico più equo e sostenibile. Il
piano prevede il sostegno a cooperative,
associazioni e altre forme di economia
sociale attraverso finanziamenti,
formazione e spazi dedicati. Inoltre, la città
promuove la partecipazione cittadina e
la co-creazione di politiche pubbliche in
questo ambito.
Contesto internazionale e nazionale
AMBURGO
Il piano di economia sociale di Amburgo
mira a promuovere l’innovazione sociale
attraverso il sostegno alle imprese sociali
come motori del cambiamento positivo
per una città più vivibile e sostenibile. La
strategia si concentra su quattro aree
principali: creare strutture e competenze,
aumentare la visibilità, ampliare i canali
di finanziamento e favorire partnership
d’impatto. Attraverso un approccio
partecipativo, il piano valorizza le reti
esistenti e introduce strumenti per
migliorare l’accesso alle risorse, la
formazione e il supporto operativo.
Questa iniziativa si propone di rafforzare
la resilienza sociale ed economica di
Amburgo, ispirando un modello replicabile
oltre i confini urbani.
https://startupcity.hamburg/newsevents/news/hamburg-alliance-forsocial-entrepreneurship-celebratesits-launch
https://ajuntament.barcelona.cat/
economia-social-solidaria/en
Il perimetro del Piano
IL PERIMETRO
DEL PIANO
Per la definizione dei confini del
sistema economico a impatto sociale è
consuetudine partire dal riconoscimento
di quelle peculiarità che caratterizzano
tali organizzazioni e che si basano
principalmente su comportamenti
economici e modelli di governance
differenti dal resto degli operatori
economici.
il reinvestimento della
totalità o della maggior
parte degli utili
e delle eccedenze per
perseguire le proprie
finalità sociali
o ambientali e svolgere
attività nell’interesse
dei loro membri/ utenti
(«interesse collettivo»)
o della società in
generale («interesse
generale»)
la governance
democratica
o partecipativa
La Commissione Europea definisce alcuni
aspetti essenziali dell’economia sociale.
Si tratta, nei documenti comunitari, di un
insieme di soggetti di diritto privato che
forniscono beni e servizi ai propri membri
o alla società, tra cui rientrano forme
organizzative quali cooperative, società
mutualistiche, associazioni (anche di
beneficenza), fondazioni o imprese sociali
e altre forme giuridiche, che operano in
conformità ai principi e alle caratteristiche
seguenti:
il primato delle persone,
nonché del fine sociale
o ambientale, rispetto al
profitto
Il perimetro del Piano
È un sistema in grande evoluzione, un
universo eterogeneo, nel quale accanto
alle cooperative e agli enti del Terzo
settore (talvolta abbreviati in “ETS”),
si affiancano da una parte realtà non
imprenditoriali che svolgono attività di
interesse generale, dall’altra organismi
“ibridi” e imprese profit con una spiccata
vocazione sociale.
L’identificazione delle diverse forme
organizzative si rende necessaria per
costruire un quadro quantitativo del
mondo dell’imprenditorialità sociale,
per meglio coglierne il ruolo economico
e sociale e per definire i destinatari
privilegiati degli interventi e delle politiche
pubbliche.
Nel contempo, in linea con il dibattito
generale, incluso quello europeo, il Piano
allarga la visione ponendosi il duplice
obiettivo, da una parte, di stimolare e
implementare la crescita dell’economia
sociale e, dall’altra, di estenderne i valori
e le pratiche anche alle altre componenti
del sistema economico.
CATALIZZARE
Le imprese e tutti i soggetti dell’economia
sociale, quando le condizioni sono
favorevoli, dimostrano infatti una
buona capacità nel colmare lacune
in ambito sociale e nel correggere
le disuguaglianze di mercato, e si
sono dimostrate innovative, reattive
e aderenti ai bisogni delle comunità.
L’accelerazione della collaborazione tra
le diverse componenti, pubblico, privato
tradizionale e impresa sociale, permette di
intercettare le opportunità che emergono
dalla compresenza di visioni, interessi, e
approcci diversi, talvolta divergenti, per
innovare e realizzare un ecosistema in
grado di generare soluzioni più stabili e
replicabili, per
Gli attori dell’economia sociale, inoltre,
possono svolgere un ruolo importante
nel percorso per la transizione ecologica,
sia facendosi promotori di iniziative
imprenditoriali connotate sulla riduzione
degli impatti ambientali (per esempio
nel campo dell’economia circolare),
sia per promuovere l’integrazione e
l’aggregazione sociale (basti pensare
a come buone pratiche di riuso,
scambio, riparazione possano diventare
occasioni che favoriscono un approccio
collaborativo e l’incontro fra le persone),
sia per favorire un modello economico
che minimizzi le ripercussioni sociali della
transizione ecologica, tenendo conto
dell’accessibilità delle fasce sociali meno
abbienti a prodotti e servizi sostenibili.
SUPPORTARE E SVILUPPARE
LE CONNESSIONI
Il Piano quindi si pone come strumento di
supporto per sviluppare le connessioni
tra tutti i soggetti dell’economia sociale
e incrementare le loro competenze,
per supportare le imprese sociali e per
sviluppare i percorsi trasformativi del
sistema delle imprese, tenendo ferma
la necessità di una valutazione del
valore oggettivo, misurabile e concreto
dell’impatto sociale che esse portano.
LA MISURAZIONE
Da qui un elemento cruciale, trasversale
in tutte le parti del Piano: misurazione, vale
a dire l’adozione di strumenti e metodi
per monitorare e valutare l’efficacia delle
azioni intraprese per raggiungere un
determinato obiettivo predefinito di valore
sociale.
catalizzare un modello
di sviluppo in cui profit e
purpose sono funzionali
l’uno all’altro, in una visione
congiunta.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
L’ECOSISTEMA
METROPOLITANO
DELL’ECONOMIA
SOCIALE
RADICI STORICHE ED ELEMENTI
DI CONTESTO
ll territorio torinese si trova in una
posizione di avanguardia per elaborare
una declinazione locale del Piano Europeo
per l’Economia Sociale.
Da anni Torino si distingue infatti per
la sua attenzione all’economia sociale,
grazie ad iniziative promosse da una
varietà di attori: enti pubblici, profit,
cooperativi, filantropici e del Terzo
settore. La capacità di collaborazione
tra questi diversi attori ha portato alla
realizzazione di esperienze innovative e di
successo, facendo della nostra regione
un esempio virtuoso a livello nazionale e
internazionale.
A Torino e nella sua area metropolitana
sono compresenti tutte le risorse
necessarie per intercettare il
cambiamento di paradigma nella
direzione dell’impatto sociale e renderlo
fattore determinante per le politiche di
sviluppo locale:
un robusto sistema di competenze
scientifiche e tecnologiche
un sistema industriale ancora
fortemente caratterizzato dal saper fare
e profondamente radicato nella società
un Terzo settore che coniuga una
consolidata vocazione sociale, civile
e religiosa con significative capacità
imprenditoriali
una radicata apertura internazionale
con la presenza di organizzazioni
internazionali votate all’impatto sociale
una nuova generazione di incubatori e
acceleratori sociali, importanti capitali
privati e filantropici orientati all’impatto
sociale
una pubblica amministrazione da anni
impegnata su questi temi in
ottica strategica
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
CITTÀ DI FORTE
INNOVAZIONE SOCIALE
Torino è sempre stata una città di forte
innovazione sociale, dove la solidarietà
ha avuto una valenza strutturale.
L’esperienza dei Santi Sociali, con la
loro opera educativa, formativa e
assistenziale, le battaglie dei diritti
sociali e di cittadinanza degli anni 7080 dello scorso secolo, con la chiusura
dei manicomi e degli orfanotrofi, hanno
dato vita a numerose cooperative sociali
e strutture di welfare che hanno agito
come pilastri per il sostegno delle fasce
sociali più deboli, come i minori, i disabili,
gli anziani e i poveri. La missione sociale
torinese, fondata su valori di educazione,
solidarietà e comunità, è divenuta, con
il passare degli anni, la spina dorsale di
un’economia sociale radicata, che si è poi
evoluta in una rete di imprese sociali e
in un panorama ricco di realtà, piccole e
anche molto grandi, generatrici di impatto
diffuso, dotate di capacità innovativa,
in grado di mobilitare risorse in modo
efficace, anche grazie al coinvolgimento
del volontariato.
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
E PARTNERSHIP
Altra peculiarità, una pubblica
amministrazione da decenni impegnata
su questi temi in ottica strategica,
attenta alle partnership con diversi attori
dell’ecosistema territoriale, in primo
luogo con le organizzazioni dell’economia
sociale, e in grado di farsi interprete della
sempre più diffusa cultura della coprogettazione, che facilita la creazione di
progetti condivisi e ottimizza l’utilizzo delle
risorse.
CULTURA,
SOLIDARIETÀ E
COMUNITÀ
TRADIZIONE FILANTROPICA
PROFONDA
A ciò si affianca una tradizione
filantropica profonda. Anche questa
risale all’Ottocento, quando numerosi
benefattori, intellettuali esponenti della
borghesia industriale hanno destinato
risorse ingenti per sostenere iniziative
sociali, culturali ed educative. Fondazioni
storiche come la Compagnia di San
Paolo e la Fondazione CRT sono il frutto
di una lunga tradizione filantropica che
ha accompagnato lo sviluppo di progetti
di grande impatto sociale, contribuendo
alla crescita della città non solo sul piano
economico, ma anche culturale e sociale.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
REGOLAMENTO
PER IL SOCIAL
PROCUREMENT
NEGLI APPALTI
PUBBLICI COMUNALI
PRIMO PIANO
STRATEGICO DELL’ERA
POST-INDUSTRIALE,
DENOMINATO TORINO
INTERNAZIONALE
PRIMA CITTÀ ITALIANA
AD ADOTTARE UN
PROGRAMMA DI
SOCIAL INNOVATION
CITTÀ DI TORINO
Nel 1998 il Città di Torino, tra i primi in
Europa, introdusse un regolamento
per il social procurement nei propri
appalti pubblici e lanciò uno dei più
ampi programmi europei dedicati alla
rigenerazione urbana (progetto speciale
periferie) basato su principi di stakeholder
engagement, progettazione partecipata,
sviluppo socioeconomico e integrazione.
Fin dal primo Piano Strategico dell’era
post-industriale, denominato Torino
Internazionale e sottoscritto nel 2000 da
oltre 100 attori locali, “la coesione sociale è
un valore da inserire in modo esplicito nel
progetto del futuro”. Sullo stesso piano, le
politiche pubbliche dei decenni successivi,
orientate all’equilibrio tra sviluppo
economico ed equità sociale.
Nel 2012 Torino è stata la prima città
italiana ad adottare un programma di
Social Innovation e negli anni successivi
ha messo in campo diverse azioni
coordinate. Da citare la sperimentazione
avviata in campo emergenza abitativa
grazie al Fondo Innovazione Sociale, di
cui la Città di Torino è risultato primo
beneficiario con il progetto Homes4All,
che ha permesso di definire nuove
soluzioni per ridurre i tempi di attesa per
l’accesso all’edilizia sociale, ampliare
l’offerta e mettere in campo azioni di
prevenzione del disagio attraverso una
collaborazione tra il settore pubblico e
privato, utilizzando modelli di finanza di
impatto. Inoltre è ormai avviato l’uso della
co-programmazione e co-progettazione
ai sensi dell’art 55 del codice del Terzo
settore nell’ambito dei servizi di inclusione
sociale.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
PREMIO DI CAPITALE
EUROPEA
DELL’INNOVAZIONE
STRATEGIA REGIONALE
SVILUPPO SOSTENIBILE
Inoltre, il Comune di Torino, che ha
ottenuto il premio di Capitale Europea
dell’Innovazione nel 2024 con un dossier
fortemente improntato sull’impatto,
investe sullo sviluppo dell’economia
sociale mettendo in campo misure di
sostegno e animazione finanziate con
fondi comunitari e propri nell’ambito del
Pon Metro, del PNRR e fa parte delle 100
città europee che si sono impegnate
nell’ambizioso obiettivo di diventare
carbon neutral entro il 2030.
REGIONE PIEMONTE
Nella programmazione dei Fondi Europei
2014-2020 la Regione Piemonte lancia la
Strategia We.Care, una sperimentazione
di utilizzo congiunto di risorse del POR
FSE e POR FESR per coniugare politiche
sociali, politiche del lavoro e sviluppo
economico, pensando alla coesione
sociale come grande driver di sviluppo
territoriale e alla crescita come una sfida
da realizzare attraverso la riduzione delle
diseguaglianze sociali. Oggi la Strategia
Regionale per lo Sviluppo Sostenibile
(SRSvS) è lo strumento operativo utilizzato
dalla Regione Piemonte per raggiungere
gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda
2030 e della Strategia Nazionale.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
PIANO STRATEGICO
METROPOLITANO
ADESIONE A TORINO
SOCIAL IMPACT
ATTIVAZIONE PROGRAMMA
INNOSOCIALMETRO
CITTÀ METROPOLITANA
DI TORINO
La Città metropolitana di Torino, ente
territoriale di area vasta, ha tra le sue
funzioni la “promozione e coordinamento
dello sviluppo economico e sociale,
anche assicurando sostegno e supporto
alle attività economiche e di ricerca
innovative e coerenti con la vocazione
della città metropolitana come delineata
nel piano strategico del territorio”. Il Piano
Strategico Metropolitano (PSM) triennale
sociale uno dei Sei assi, dedicato allo
sviluppo verso una “Torino Metropoli più
attrattiva, giusta ed eguale”. In particolare,
nell’ambito dell’Asse 5 del suddetto Piano,
la strategia 5.5 “Sostenere l’economia a
impatto sociale e l’innovazione sociale”
prevede di “valorizzare il potenziale di
impresa delle economie dei servizi alla
persona e alla famiglia, dei servizi di
comunità e di territorio, qualificando
lavoro, processi, tecniche e competenze
del Terzo settore e dell’impresa sociale”.
La Città metropolitana di Torino,
valorizzando in particolare le iniziative
a supporto della creazione d’impresa
e le progettualità europee, collabora
da tempo con l’ecosistema locale
per l’implementazione di iniziative di
innovazione sociale, aderendo già nel
2013 all’iniziativa Torino Social Innovation,
confermando l’impegno nel 2017
attraverso l’adesione a Torino Social
Impact.
Nel 2023 è stato attivato il programma
InnoSocialMetro, per la promozione di
investimenti da parte delle micro e piccole
imprese del territorio metropolitano con
ricadute socialmente desiderabili.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
CAMERA DI COMMERCIO DI
TORINO
La Camera di commercio di Torino
ha avviato, fin dal 2006, un Comitato
Imprenditorialità Sociale tra i più attivi
in Italia con un Osservatorio sul settore
che produce analisi e approfondimenti
utili ad orientare le politiche. Il Comitato,
inoltre, nel 2017 si è fatto promotore della
piattaforma progettuale Torino Social
Impact.
TORINO SOCIAL IMPACT
Torino Social Impact è oggi considerato
a livello europeo un modello virtuoso di
costruzione di un ecosistema orientato
all’imprenditorialità sociale e alla
finanza di impatto, basato sui principi
di intenzionalità, addizionalità
e misurabilità.
Lanciato inizialmente con il
coinvolgimento di 12 partner promotori
pubblico privati su impulso del già
molto attivo Comitato Imprenditorialità
Sociale della Camera di commercio di
Torino, Torino Social Impact è oggi una
piattaforma aperta cui hanno aderito
circa 400 realtà tra imprese, istituzioni,
operatori finanziari e soggetti del Terzo
settore. Tali soggetti hanno sottoscritto
un MoU finalizzato a mettere a fattor
comune idee, esperienze, progetti e
risorse per catalizzare e attrarre forme
di imprenditorialità che, sfruttando
le nuove opportunità tecnologiche,
ambiscono a risolvere problemi sociali
emergenti attraverso modelli di impresa
economicamente sostenibili.
PIATTAFORMA APERTA :
400 REALTÀ TRA IMPRESE, ISTITUZIONI,
OPERATORI FINANZIARI E SOGGETTI DEL
TERZO SETTORE
Negli anni Torino Social Impact si è
qualificato sempre di più anche come
un cluster di competenze, attività e
servizi per rafforzare e promuovere
l’ecosistema locale dell’economia sociale
e ha portato avanti progetti di sistema
innovativi, incardinati nell’ambito dei
tre pilastri del master plan: finanza di
impatto, tecnologia e dati, misurazione e
formazione.
Tra questi, la nascita
del Centro di Competenze
per la Valutazione di Impatto
Sociale, il Programma Buy
Social, il Comitato Promotore
della Borsa dell’Impatto
Sociale
che, coinvolgendo centinaia di esperti
del settore, ha esplorato la quotazione di
imprese ad impatto sociale nei mercati
finanziari esistenti e lavora per la nascita
di un mercato dedicato.
L’approccio è improntato a generare
capacità condivisa tramite strumenti
come le comunità di pratica e l’hub per la
progettazione europea e la circolazione
continua delle informazioni tra i partner e
la comunicazione.
Da rilevare che, come sopra illustrato,
a livello europeo si va verso una
modellizzazione di esperienze come Torino
Social Impact in quanto tutti i documenti
di policy che si sono susseguiti, e a cui
Torino si è costantemente allineata,
talvolta contribuendo alle consultazioni
per l’elaborazione degli stessi, esplicitano
gli ecosistemi locali multi-attore come
uno strumento vincente per facilitare
a livello territoriale le iniziative di
cooperazione e partenariato tra entità
dell’economia sociale e circolare, imprese
tradizionali, soggetti finanziari, enti locali e
altri stakeholder.
OPEN INNOVATION, LA GOVERNANCE MULTILIVELLO
E LA CO-CREAZIONE DELLE POLITICHE
Il Piano si pone l’obiettivo di far sì che tale
modello possa ulteriormente evolvere,
in ottica ascendente, verso un ruolo
proattivo degli ecosistemi multiattore,
riconosciuti come fonti di conoscenza e
innovazione, per la generazione di nuove
politiche pubbliche. Un approccio che si
collega a concetti chiave come la open
innovation, la governance multilivello e la
co-creazione delle politiche.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
IL CONTESTO
SOCIO-ECONOMICO
La Città metropolitana di Torino
è caratterizzata da un’economia
diversificata che combina tradizioni
industriali con un crescente orientamento
verso l’innovazione e la sostenibilità
sociale. Con una popolazione di circa
2,2 milioni di abitanti (Comune di Torino,
2023), la città metropolitana si posiziona
come un laboratorio di innovazione
sociale in risposta alle trasformazioni
economiche globali e locali. La crisi
pandemica ha acuito sfide strutturali,
come la disoccupazione giovanile, che si
attesta intorno al 20% a livello regionale
(ISTAT, 2023), ma ha anche incentivato lo
sviluppo di modelli economici più resilienti
e orientati al territorio. L’economia sociale
si intreccia strettamente con il contesto
socio-economico locale, rispondendo
a bisogni emergenti attraverso servizi
e progetti innovativi. Le imprese sociali
e le cooperative hanno svolto un ruolo
cruciale nel supportare le comunità locali
durante la pandemia, fornendo servizi
essenziali nei settori socio-sanitario,
educativo e culturale. In particolare,
il 63% del fatturato del settore sociale
piemontese è generato da realtà operanti
nel torinese, sottolineando il peso
economico di questa area metropolitana
(Osservatorio sull’imprenditorialità
sociale, 2023).
DEL FATTURATO DEL SETTORE
SOCIALE PIEMONTESE
È GENERATO DA REALTÀ
OPERANTI NEL TORINESE
4.900
ORGANIZZAZIONI A
IMPATTO SOCIALE
L’incremento di start-up sociali e Società
Benefit evidenzia la capacità del territorio
di attrarre nuovi modelli imprenditoriali.
Questo dinamismo è sostenuto anche da
politiche locali di promozione
dell’innovazione e da una rete di supporto
che include università, enti pubblici e
associazioni. La presenza di un sistema
economico variegato, unita a una
crescente attenzione per la sostenibilità
e l’inclusione, fa di Torino un esempio
virtuoso di come l’economia sociale possa
integrarsi nel tessuto economico locale,
favorendo coesione sociale e innovazione.
Questi aspetti, sommati alla ricchezza
delle reti di collaborazione sviluppate
a livello territoriale, contribuiscono a
posizionare la città metropolitana come
un punto di riferimento per l’economia
sociale in Italia e in Europa.
La Città metropolitana di Torino si configura
come un polo centrale per l’economia
sociale in Piemonte, accogliendo circa
4.900 organizzazioni a impatto sociale.
Questo ecosistema comprende diverse
tipologie di realtà, dalle imprese sociali
alle cooperative sociali, passando per
le associazioni di promozione sociale, le
organizzazioni di volontariato, altri enti del
Terzo settore (comprese le Società di Mutuo
Soccorso), Società Benefit e altre forme
ibride orientate all’innovazione sociale.
MILIONI
DI ABITANTI
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
NEL DETTAGLIO
(EURICSE, 2024; OSSERVATORIO SULL’IMPRENDITORIALITÀ SOCIALE, 2023;
RUNTS, 2025; OSSERVATORIO SOCIETÀ BENEFIT I TRIM, 2025):
Cooperative sociali:
La città metropolitana conta 448
cooperative sociali, il 47% del totale
piemontese. Queste cooperative
continuano a rappresentare un motore
economico significativo con un fatturato
complessivo stimato di circa 1,8 miliardi
di euro nel 2020, di cui il 63% prodotto
nella città metropolitana.
Imprese sociali:
Torino ospita circa 91 imprese sociali,
equivalenti al 49% delle 131 regionali,
un settore in crescita con un incremento
significativo rispetto al passato.
Le imprese sociali rappresentano lo 0,3%
del tessuto imprenditoriale torinese/
piemontese.
Associazioni di Promozione Sociale (APS):
Si contano 2187 APS, in continua crescita,
segno di un crescente interesse per il
volontariato organizzato
e le attività di promozione sociale.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
Organizzazioni di volontariato (ODV):
Con circa 1367 realtà, Torino rappresenta
oltre il 40% di quelle presenti in Piemonte.
Startup a vocazione sociale (SIAVS):
Nel campo delle nuove imprese a impatto
sociale Torino ospita 27 SIAVS con una forte
concentrazione del totale regionale, segno
di un ecosistema favorevole all’innovazione
sociale.
Società Benefit:
Sempre nell’ambito delle nuove imprese
ibride a vocazione sociale, nella città
metropolitana si trovano 232 delle 353
Società Benefit piemontesi (66%):
un chiaro indicatore dell’interesse crescente
per modelli imprenditoriali innovativi e
sostenibili.
L’ecosistema metropolitano dell’economia sociale
https://euricse.eu/it/publications/
leconomia-sociale-in-italiadimensioni-caratteristiche-esettori-chiave/
https://www.to.camcom.it/
osservatorio-imprenditorialitasociale
Inoltre sono 657 le Imprese Cooperative
con sede legale nell’area metropolitana
torinese, rappresentanti diversi settori ed
escluse le Cooperative sociali.
Guardando ai dati complessivi, nel 2023
la cooperazione torinese ha generato 2,8
miliardi di euro in valore della produzione,
con più di 42.000 addetti. È quello dei
servizi alle imprese e alle persone il settore
in cui le cooperative sono protagoniste:
qui converge più della metà (51%) del
valore della produzione e oltre il 90% degli
addetti.
COOPERAZIONE TORINESE HA
GENERATO
MILIARDI DI EURO IN VALORE
DELLA PRODUZIONE, CON PIÙ
https://www.istat.it/wp-content/
uploads/2023/11/BesT_PIEMONTE.pdf
42.000
ADDETTI
Il processo di costruzione del Piano
IL PROCESSO DI
COSTRUZIONE DEL
PIANO
La Città metropolitana di Torino e
la Camera di commercio di Torino,
soggetti promotori, hanno scelto di
costruire il Piano attraverso un processo
di coinvolgimento del territorio, nella
cornice di Torino Social Impact. Il processo
è stato disegnato per rispondere ai
seguenti obiettivi:
ANALIZZARE IL CONTESTO E
L’ECOSISTEMA
Analizzare il contesto e l’ecosistema
dell’economia sociale mettendo a sistema
criticità, opportunità e buone pratiche nel
quadro complessivo delle esigenze che
esprime il territorio metropolitano torinese.
DEFINIRE UN PIANO
D’AZIONE CONDIVISO
Definire un Piano d’Azione condiviso che,
intendendo l’economia sociale non solo
come politica di sviluppo sociale ma
anche di sviluppo economico, valorizzi
l’operato, le competenze e le conoscenze
di ciascuno degli attori che fanno parte
dell’ecosistema.
CONVERGENZA SU OBIETTIVI
EUROPEI E NAZIONALI
Aiutare a costruire la convergenza delle
azioni del Piano su obiettivi europei
e nazionali di sviluppo dell’economia
sociale, al contempo declinandole
e contestualizzandole alla luce della
specificità del territorio metropolitano
torinese e tenendo conto degli indirizzi
strategici trasversali alle programmazioni
di CmTo, CCIAA e TSI e delle quattro
visioni di sviluppo strategico previste dalla
programmazione sovraordinata del PSM
2024-2026 (dimensione metro-montana,
transfrontaliera, europea e governance
metropolitana).
DEFINIRE EFFICACI MODALITÀ
DI COORDINAMENTO E
ACCOMPAGNAMENTO
Definire efficaci modalità di
coordinamento e accompagnamento
delle azioni del Piano e promuovere
l’ingaggio degli attori dell’ecosistema, per
garantirne un’implementazione efficace e
radicata sul territorio.
18 Luglio
Luglio – agosto
Settembre – dicembre
Accordo
CmTO – CCIAA Torino
I Fase: analisi documenti
strategici enti promotori
II Fase: 30 interviste
agli stakeholder
Il processo di costruzione del Piano
5 FASI DI
INTERVISTE
IN PROFONDITÀ
LAVORO
La gestione operativa del processo,
affidata al gruppo di lavoro stabilito
nell’accordo del 18 luglio 2024 tra CCIAA
e CmTO e grazie al supporto di Avventura
Urbana, è iniziata ad agosto 2024 e si
sviluppa in 5 fasi di lavoro.
FASE I – ANALISI
DOCUMENTALE
di progetto in virtù della loro capacità
di rappresentare uno spettro ampio
ed eterogeneo degli interessi presenti
nell’area metropolitana, coniugando la
dimensione economica e imprenditoriale,
quella di natura sociale, il sistema
pubblico.
Le interviste hanno avuto lo scopo di:
Una prima fase di analisi documentale,
orientata alla costruzione di convergenze
tematiche rispetto ai contenuti e alla
struttura del documento, capaci di tenere
insieme i documenti strategici comunitari
e quelli locali.
FASE II – ASCOLTO
CON INTERVISTE
Una fase di ascolto territoriale tramite
interviste, orientata alla costruzione di
aggregazioni di interesse rispetto alle
esigenze cui dovrà cercare di rispondere il
Piano, nonché rispetto ai suoi contenuti e
al suo modello di governance.
La fase di ascolto è stata realizzata
attraverso il metodo del conflict
assessment (indagine preliminare per la
mappatura degli interessi e degli attori).
L’indagine è stata svolta attraverso 30
interviste in profondità (semi-strutturate
e online, della durata di circa un’ora)
rivolte ad una rosa di attori qualificati
del territorio, individuati dai promotori
presentare il percorso di definizione
del Piano;
raccogliere informazioni sul sistema
metropolitano torinese dell’economia
sociale;
individuare obiettivi condivisi per il
Piano e così come alcune proposte
operative su cui basare i contenuti
del Piano, su cui strutturare l’ingaggio
degli attori dell’ecosistema e la
governance;
raccogliere suggerimenti e indicazioni
di metodo utili a strutturare il processo
di confronto, così da coinvolgere nel
modo più efficace possibile i soggetti
operanti nell’economia sociale.
Tutte le persone intervistate hanno
avuto la possibilità di approfondire i
temi oggetto dell’intervista in relazione
alla propria esperienza, alle proprie
competenze e al proprio territorio di
pertinenza; le informazioni raccolte
durante le interviste sono state restituite
in forma sintetica e anonima, per temi
trasversali e senza attribuzioni dirette.
4 dicembre
Febbraio – marzo
Marzo – giugno
III Fase: evento pubblico
con +100 partecipanti
IV Fase: consultazione
on line aperta a tutti
Fase V: approvazione da
parte degli enti promotori
e presentazione
Il processo di costruzione del Piano
FASE III – EVENTO
PARTECIPATIVO
HANNO PARTECIPATO
ALL’EVENTO
Con l’evento “Verso il Piano metropolitano
per l’economia sociale di Torino” del
5 dicembre si è entrati nella fase
di coinvolgimento del territorio con
l’obiettivo di approfondire il quadro di
contenuti del Piano, affinché questo sia
in grado di rispondere adeguatamente
alle esigenze territoriali e alle criticità
che ad oggi l’ecosistema dell’economia
sociale locale si trova ad affrontare,
secondo il percepito dagli stakeholder
locali. Hanno partecipato all’evento 104
persone, rappresentanti una varietà di
soggetti pubblici e privati interessati o già
impegnati sul tema dell’economia sociale,
provenienti da tutte le zone omogenee
della Città metropolitana di Torino.
PERSONE, SOGGETTI
PUBBLICI E PRIVATI
Ciascun tavolo tematico ha affrontato
due sessioni di discussione.
FAR EMERGERE QUALI AZIONI
CONCRETE
La prima era intesa ad avviare un
confronto sulle leve strategiche su cui
puntare affinché il sistema economico
metropolitano sia fortemente
connotato dai princìpi dell’economia
sociale.
Le persone iscritte hanno ricevuto una
“Guida alla discussione”, ovvero un
documento contenente una descrizione
degli obiettivi dell’incontro e una
restituzione dei temi emersi dalle prime
fasi del processo, affinché potessero
acquisire una base conoscitiva comune
per affrontare al meglio la discussione.
L’evento infatti ha previsto la suddivisione
del pubblico in cinque tavoli tematici,
che si sono svolti simultaneamente e in
presenza. Le sessioni plenarie (iniziale
e conclusiva) si sono svolte in modalità
ibrida, ovvero sia online che in presenza,
affinché potessero essere seguite a
distanza.
La seconda era orientata a far
emergere quali azioni concrete vanno
inserite nel Piano per raggiungere
la visione auspicata. Nello specifico,
per ciascun obiettivo individuato
attraverso la fase di ascolto
preliminare, si è avviata un’attività di
co-pianificazione di un piano d’azione
di dettaglio
Le sessioni di discussione sono state
facilitate da figure esperte, che hanno
riportato i risultati del confronto ai tavoli in
un’unica restituzione, che è stata illustrata
sinteticamente al termine dell’incontro.
I risultati dell’incontro sono stati
uniti agli esiti della fase d’ascolto
preliminare, e confrontati ulteriormente
con le Raccomandazioni europee,
con i documenti strategici degli enti
promotori, nonché con gli altri strumenti
di programmazione sovraordinata, per
andare a costituire la bozza di Piano.
18 Luglio
Luglio – agosto
Settembre – dicembre
Accordo
CmTO – CCIAA Torino
I Fase: analisi documenti
strategici enti promotori
II Fase: 30 interviste
agli stakeholder
Il processo di costruzione del Piano
FASE IV – SCRITTURA
DELLA BOZZA DI PIANO E
CONSULTAZIONE APERTA
La fase successiva ha previsto una
consultazione aperta tramite la
condivisione online della bozza di
documento (sulla piattaforma Torino
Social Impact) e l’apertura della
possibilità per chiunque di segnalare
agli enti promotori eventuali integrazioni
o modifiche ritenute necessarie. La
consultazione è stata aperta dal 25
febbraio all’11 marzo 2025 e ha raccolto 20
proposte di integrazione da parte di enti
e singoli cittadini. A seguito del processo
di consultazione online, il piano è stato
ulteriormente integrato nella sua versione
finale.
Nello stesso documento si afferma che va
individuato “un nuovo modello di crescita
da promuovere su tutto il territorio
torinese e della Città metropolitana
per costruire un piano economico con
forte identità sociale, riconoscendo
di fronte alla complessità delle sfide
contemporanee la necessità di non poter
scindere il perseguimento di obiettivi di
sviluppo economico da quello di obiettivi
di coesione e inclusione sociale”. Si ritiene
inoltre necessaria una innovazione del
welfare torinese: “L’innovazione del welfare
avvenga attraverso i processi e le risorse
per l’economia sociale“.
MOZIONE APPROVATA
DAL CONSIGLIO COMUNALE
IL 17 MARZO 2024
PROPOSTE DI
INTEGRAZIONE
Tale versione ha anche potuto recepire
la mozione approvata dal Consiglio
Comunale il 17 Marzo 2024 n. 2025-00016,
dal titolo: “Il sistema industriale torinese
tra crisi ed eccellenze: analisi e proposte.
Quale ruolo della Città?”. In tale mozione
si inserisce l’economia sociale tra gli
asset di sviluppo della città e si riassume
il percorso di realizzazione del Piano
Metropolitano per l’Economia Sociale.
A questo proposito, nel documento
si sostiene che “Solo un virtuoso
sviluppo che tiene insieme industria
e produzione manifatturiera, turismo,
terziario e sviluppo dell’economia sociale,
permetterà a questo territorio di uscire
dalle difficoltà in cui si trova”.
FASE V – APPROVAZIONE E
PRESENTAZIONE DEL PIANO
L’ultima fase comprende l’approvazione
da parte degli enti promotori e la
presentazione pubblica della versione
definitiva del Piano, uno strumento
programmatico capace di seguire
una visione coordinata e condivisa e
di agganciarsi strategicamente alle
programmazioni (in essere e future) a
livello locale e sovralocale.
4 dicembre
Febbraio – marzo
Marzo – giugno
III Fase: evento pubblico
con +100 partecipanti
IV Fase: consultazione
on line aperta a tutti
Fase V: approvazione da
parte degli enti promotori
e presentazione
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
IL PIANO METROPOLITANO
PER L’ECONOMIA SOCIALE
DI TORINO
Il processo di costruzione del Piano
si inserisce all’interno di una cornice
programmatica e operativa già in parte
definita alla luce degli indirizzi strategici
dei due soggetti firmatari dell’Accordo
(CmTo e CCIAA) e dell’operato di
Torino Social Impact (TSI), esplicitati in
particolare nei seguenti documenti: il
Piano Strategico Metropolitano 2024-2026
di CmTo, il Piano Strategico Pluriennale
2020-2024 di CCIAA e il Masterplan di TSI.
Proprio nel solco di queste
programmazioni, il Piano, con un orizzonte
temporale al 2030, intende affrontare
la sfida unica di perseguire gli obiettivi
comunitari e nazionali di sviluppo
dell’economia sociale con azioni declinate
e contestualizzate rispetto alle peculiarità
e complessità dell’area metropolitana
torinese, costituita per oltre il 52% da
aree montane e rurali e caratterizzata da
una singolare posizione transfrontaliera
che la vede confinante con la Francia,
nonché primo ente italiano di area vasta
per suddivisione comunale e estensione
territoriale (con 312 comuni e una
superficie di 6827 km²).
Il Piano, dunque, vuole reinterpretare
e adattare il fenomeno dell’economia
sociale (ad oggi, prevalentemente
riconosciuto a livello urbano e di
capoluogo) per valorizzarne l’espressione
anche nei contesti montani, rurali
e “di confine” caratterizzanti l’area
metropolitana, in particolare tenendo
conto delle visioni di sviluppo strategico
(dimensione metro-montana,
transfrontaliera, europea e governance
metropolitana) e dei sei assi strategici
(1. Torino Metropoli più produttiva e
innovativa; 2. più verde ed ecologica; 3.
più mobile, accessibile e collegata; 4. che
impara di più; 5. più attrattiva, giusta ed
eguale; 6. più sana) previsti dal Piano
Strategico Metropolitano 2024-2026.
LA VISIONE CHE
GUIDA IL PIANO
Come più ampiamente argomentato nei
capitoli introduttivi, la visione che guida il
piano è un
modello di sviluppo
del territorio e di politica
industriale volto a
promuovere l’economia
sociale come elemento
chiave per uno sviluppo
sostenibile e inclusivo
mirando a sostenere la produzione di
beni e servizi che avviene con approcci
imprenditoriali sociali che pongono
le persone al centro, per ridurre le
disuguaglianze e rispondere al meglio
ai bisogni della comunità, in un contesto
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
di grande attenzione alla transizione
ecologica. Il Piano si propone quindi
come motore di uno sviluppo territoriale
integrato, dove competitività economica
e prosperità sociale si alimentano a
vicenda. L’economia sociale, in questa
visione, non è solo un settore, ma un
modello di sviluppo che coinvolge tutti gli
attori del territorio, dal pubblico al privato,
Terzo settore e reti comunitarie, in una
visione congiunta, promuovendo una
crescita equa e sostenibile.
Il Piano punta inoltre a portare
innovazione, in un ecosistema già
consolidato, usando un approccio multiattore e collaborativo, ingaggiando
attivamente tutti gli attori, favorendo la
coprogettazione e i partenariati diffusi
per rendere Torino hub di sostenibilità,
attrattiva per giovani imprenditori
orientati all’impatto sociale, investimenti
e collaborazioni nazionali e internazionali,
capace di generare valore condiviso su
larga scala e di affermare un’identità
europea nella definizione dei modelli di
sviluppo.
Il Piano adotta una visione ampia
della fascia giovanile, riconoscendo
da un lato l’importanza di promuovere
l’imprenditorialità sociale come
opportunità per chi si affaccia al mondo
del lavoro, dall’altro la necessità di
intercettare situazioni di fragilità che si
manifestano anche tra i 30 e i 35 anni,
spesso segnate da difficoltà nell’accesso
a percorsi di crescita professionale e
all’autonomia economica. L’obiettivo è
dunque sostenere un modello di sviluppo
che non solo valorizzi il talento e le
competenze dei più giovani, ma che offra
anche risposte concrete a chi, pur avendo
superato i primi anni di carriera, si trova
ancora in una condizione di incertezza.
L’economia sociale è anche
una strada per creare nuove
comunità e nuove prossimità,
a livello urbano e nelle aree
meno connesse, contrastando
spopolamenti ed esclusioni.
Integrazione
nella politica
industriale
Partnership
multi-attore
VISIONE
Centralità
dei giovani
I MACRO TEMI DEL PIANO
Dal confronto diretto durante le fasi di
ascolto e dall’analisi documentale dei
diversi documenti programmatici degli
enti di riferimento (CmTo, CCIAA, Torino
Social Impact), è stato possibile delineare
alcuni macro temi e sfide chiave utili
all’inquadramento degli obiettivi e dei
contenuti del Piano, in quanto consentono
ai soggetti dell’economia sociale
locale di agire il ruolo di leva strategica
riconosciuto loro a livello europeo
proprio in virtù della rispettiva capacità
di coniugare la dimensione economica
e imprenditoriale con quella di natura
sociale, contribuendo alla competitività
dei territori attraverso l’incremento dei
livelli di capitale sociale e la costruzione di
reti relazionali e comunitarie.
Il Piano mira a rafforzare il
mondo dell’economia sociale
e a costruire un ponte tra
esso e il mondo profit, per
rendere il sistema locale più
resiliente e generativo di
impatto sociale, creare valore
condiviso e beneficio per
l’intera comunità.
I macro temi e gli elementi trasversali
chiave emersi dall’incrocio tra i
documenti ufficiali europei, i documenti
programmatici locali e le fasi di ascolto e
consultazione sono riassunti di seguito.
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
Governance
e partnerships
Formazione
continua,
sviluppo di
competenze,
giovani
Social
Procurement
MISURAZIONE
COMUNICAZIONE
Connessioni
fisiche
e digitali,
innovazione
tecnologica
Finanza
ad impatto
sociale
Inclusione
sociale e
lavorativa
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
GOVERNANCE E PARTNERSHIP
SOCIAL PROCUREMENT
Per rafforzare l’efficacia delle politiche di
sviluppo locale e favorire un ecosistema
favorevole all’economia sociale,
all’imprenditorilità e agli investimenti a
impatto sociale, è necessario:
Promuovere il ruolo degli
appalti pubblici come
strumento di integrazione di
criteri sociali ed ecologici
Promuovere un approccio
multi-attore
e lo sviluppo di partnership tra tutte le
componenti pubbliche, private, profit
e non profit del territorio e istituire
meccanismi strutturati di consultazione
e dialogo con tutti i portatori di interesse,
migliorando la visibilità dei principi
dell’economia sociale e rafforzando la
raccolta dati e la ricerca sul tema.
Creare un ecosistema che diffonda i
principi dell’impatto sociale a tutte le
componenti del sistema economico
e che rafforzi gli Enti del Terzo settore,
cooperative e imprese sociali, che
sono i principali attori dell’economia
sociale, attraverso servizi, risorse,
supporti, strumenti che li rendano più
solidi economicamente e più forti nelle
competenze imprenditoriali.
e promuovere gli strumenti della
co-programmazione e co-progettazione.
Facilitare e promuovere
l’accesso delle imprese sociali
al procurement
del settore privato, passando dalle forme
tradizionali a forme di collaborazione più
innovative.
Oltre al classico approccio al social
procurement, è cruciale sviluppare
strategie integrate con
l’innovation procurement,
che prevedano l’utilizzo degli appalti e
degli acquisti per stimolare la ricerca e
l’implementazione di soluzioni innovative
ad alto impatto sociale.
Diffondere la cultura
dell’impatto
e della misurazione del valore sociale e
affermare l’immagine, la conoscenza e la
visibilità dell’economia sociale.
CREARE UN ECOSISTEMA
CHE DIFFONDA I PRINCIPI
DELL’IMPATTO SOCIALE
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
FINANZA AD IMPATTO SOCIALE
Per stimolare l’innovazione sociale e
catalizzare investimenti che combinino
benefici sociali, ambientali e ritorni
economici, occorre:
Ampliare l’accesso ai
finanziamenti pubblici e privati
e sviluppare strumenti finanziari innovativi
mirati, rispondenti alle esigenze specifiche
degli attori territoriali dell’economia
sociale in diverse fasi del loro sviluppo e
capaci di rafforzare la loro propensione
al’imprednitorialità.
Collegare l’erogazione di fondi
a sistemi di misurazione
e gestione dell’impatto sociale, al fine
di monitorare non solo il rendimento
finanziario ma anche gli esiti sociali
generati.
Sensibilizzare i finanziatori privati sui
bisogni peculiari dell’economia sociale e
sui potenziali impatti positivi derivanti dai
loro investimenti.
FORMAZIONE CONTINUA,
SVILUPPO DI COMPETENZE,
GIOVANI
Per sostenere l’innovazione e la
competitività degli attori dell’economia
sociale, è cruciale:
Promuovere programmi di
apprendimento permanente
e di riqualificazione professionale
collegati all’economia sociale ed orientati
all’aumento dell’occupabilità, alla
transizione verde e digitale, alla riduzione
delle disuguaglianze e alla promozione
dell’autoimprenditorialità.
Diffondere i principi
dell’impatto sociale
e la cultura della valutazione all’interno
del tessuto economico, rafforzando
i princìpi di responsabilità sociale
d’impresa.
Integrare competenze
specifiche sull’economia
sociale
nei programmi educativi e formativi
tradizionali, così da costruire una nuova
generazione di operatori consapevoli e
qualificati.
Mettere i giovani (considerati in una
fascia ampia 15-35 anni, tenendo in
considerazione le differenti necessità,
opportunità e criticità che si affrontano
nei diversi stadi che si attraversano) nelle
condizioni di avvicinarsi all’economia
sociale
favorendo così un ricambio
generazionale
e una accelerazione dei processi di
innovazione nella creazione di nuove
imprese a impatto sociale.
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
CONNESSIONI FISICHE E
DIGITALI E INNOVAZIONE
TECNOLOGICA
Per migliorare la connettività materiale e
immateriale, condizione imprescindibile
per lo sviluppo integrato del territorio
in ottica sostenibile, la valorizzazione
dell’economia sociale può:
Facilitare le connessioni fisiche
e digitali
e la collaborazione tra città e aree interne.
Accompagnare il territorio
nella transizione digitale
e nell’integrazione dell’intelligenza
artificiale, riducendo il divario digitale
e promuovendo un accesso equo
all’informazione e ai servizi.
INCLUSIONE SOCIALE E
LAVORATIVA
Per affrontare le sfide poste dalle transizioni
ecologiche e tecnologiche, è fondamentale
promuovere l’inclusione come leva di
sviluppo sociale e lavorativo, attraverso:
Il riconoscimento delle resilienze
individuali e la
valorizzazione delle capacità
di autoimprenditorialità
come elemento abilitante per la
partecipazione all’economia sociale.
La promozione di politiche
attive che rispondano ai
bisogni delle categorie
vulnerabili,
in particolare donne, giovani, nuovi
cittadini e altri gruppi a rischio di
esclusione dal mercato del lavoro.
Sostenere l’apprendimento
collettivo
e la reciprocità tra i diversi attori territoriali
per costruire relazioni innovative e
resilienti.
L’innovazione tecnologica, la
digitalizzazione e l’utilizzo dei dati sono
inoltre elementi indispensabili per lo
sviluppo dell’economia sociale e la sua
attrattività nei confronti dei giovani.
l’ingaggio del sistema delle imprese
nell’attuazione di politiche territoriali volte
a rafforzare i percorsi di inserimento
e inclusione sociale.
Un approccio integrato che combini
inclusione e sviluppo, in un’ottica di
coesione sociale e crescita sostenibile.
L’INNOVAZIONE E L’UTILIZZO DEI DATI
POSSONO TRASFORMARE IL MODO IN CUI LE
ORGANIZZAZIONI AFFRONTANO LE SFIDE SOCIALI
ATTENZIONE SPECIFICA AI TERRITORI RURALI
E MONTANI DELLA CITTÀ METROPOLITANA
ELEMENTI TRASVERSALI
FONDAMENTALI:
I macro temi sono accompagnati da
alcuni elementi trasversali fondamentali:
la centralità e la trasversalità della
misurazione dell’impatto sociale
sono elementi costanti di tutti gli
ambiti tematici.
Analogamente si può dire per
la comunicazione. La visibilità
dell’economia sociale è infatti anche
centrale nel Piano d’azione europeo
che si pone l’obiettivo di porre
condizioni favorevoli per lo sviluppo
dell’economia sociale, il cui potenziale
è sottoutilizzato e rimane sconosciuto
a molti. A causa di questa mancanza
di comprensione e riconoscimento,
le imprese e le organizzazioni
dell’economia sociale incontrano
molte difficoltà a scalare le proprie
attività.
Infine, è emersa la necessità di prestare
un’attenzione specifica ai territori rurali
e montani della città metropolitana
(compresi quelli transfrontalieri) nello
sviluppo di tutti i contenuti del Piano,
adottando dunque un approccio
trasversale orientato a raggiungere
l’obiettivo della coesione territoriale e
dello sviluppo equo e sostenibile sotto
tutti gli aspetti. La presenza degli attori
chiave dell’economia sociale (Terzo
settore, imprese sociali, cooperazione)
nei territori montani e premontani è
meno radicata e va dunque promossa
e rafforzata, anche a vantaggio di un
approccio più sostenibile dell’intero
sistema delle imprese. In tal senso,
l’auspicio è quello di un Piano attento a
valorizzare le risorse e le esperienze delle
diverse zone omogenee, promuovere
una pari qualità di vita, garantire crescita
inclusiva e connettività tra i territori
creando ecosistemi locali di supporto
all’innovazione sociale.
Il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino
OBIETTIVI, AZIONI E
STRUMENTI
Le fasi di elaborazione del piano, oltre a delineare un quadro di macro-temi, hanno permesso di
individuare una serie di obiettivi, azioni e possibili strumenti. Questa struttura è concepita come
la base per un programma collaborativo, in linea con la visione del piano. L’intento è quello di
favorire un approccio inclusivo che coinvolga l’intero ecosistema pubblico-privato profit e non
profit. In questo modo, si intende valorizzare il contributo di tutti coloro che operano sui temi
dell’impatto sociale, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel portare soluzioni innovative,
progettualità concrete e azioni sinergiche, funzionali agli obiettivi del piano. L’obiettivo è creare
una piattaforma di collaborazione in cui le diverse competenze e risorse possano essere messe
a fattor comune, massimizzando l’efficacia degli interventi e generando un impatto sociale
collettivo e duraturo.
1. GOVERNANCE E
PARTNERSHIP
3. FINANZA AD IMPATTO
SOCIALE
OBIETTIVO 1.1
OBIETTIVO 3.1
Favorire le partnership tra pubblico,
privato e non profit, consolidare una
governance multilivello e transfrontaliera.
OBIETTIVO 1.2
Rafforzare le condizioni abilitanti per
l’economia sociale e diffondere la cultura
della misurazione dell’impatto.
OBIETTIVO 1.3
Favorire l’accesso al credito per gli attori
dell’economia sociale e diffondere la
cultura della misurazione dell’impatto
nel sistema bancario.
OBIETTIVO 3.2
Favorire la creazione di meccanismi
innovativi di finanza di impatto basati
sul valore della misurazione dei risultati
di impatto.
Favorire il riconoscimento e la visibilità
dell’economia sociale.
2. SOCIAL PROCUREMENT
4. FORMAZIONE CONTINUA,
SVILUPPO DI COMPETENZE,
GIOVANI
OBIETTIVO 2.1
OBIETTIVO 4.1
Favorire co-programmazione,
co-progettazione e social procurement
in ambito pubblico e privato
Favorire lo sviluppo di competenze delle
organizzazioni dell’economia sociale.
OBIETTIVO 4.2
Favorire il match tra mondo formativo
e lavorativo anche in ottica di economia
sociale come sbocco lavorativo.
OBIETTIVO 4.3
Colmare bisogni formativi specifici
e accrescere le competenze del privato
tradizionale e del sistema pubblico,
in ottica funzionale allo sviluppo
dell’economia sociale.
OBIETTIVO 4.4
Favorire la nascita di nuove imprese
sociali giovanili.
6. INCLUSIONE SOCIALE E
LAVORATIVA
OBIETTIVO 6.1
Favorire il coordinamento delle politiche
per l’inclusione sociale tra pubblico
e privato.
OBIETTIVO 6.2
Sostenere l’accesso al lavoro e ai servizi di
welfare nei territori rurali e montani.
5. CONNESSIONI FISICHE,
DIGITALI E INNOVAZIONE
TECNOLOGICA
OBIETTIVO 6.3
Sviluppare percorsi di sviluppo
professionale nell’ambito dell’economia
sociale.
OBIETTIVO 5.1
Coinvolgere l’economia sociale nello
sviluppo di infrastrutture fisiche e digitali
abilitanti.
OBIETTIVO 5.2
Promuovere l’inclusione digitale e ridurre il
digital divide.
OBIETTIVO 5.3
Rafforzare la digitalizzazione, l’innovazione,
l’utilizzo della tecnologia
e dei dati nell’economia sociale.
1. GOVERNANCE E PARTNERSHIP – OBIETTIVO 1.1
1. GOVERNANCE E PARTNERSHIP
OBIETTIVO 1.1
FAVORIRE LE PARTNERSHIP TRA PUBBLICO, PRIVATO E NON PROFIT E
CONSOLIDARE UNA GOVERNANCE MULTILIVELLO E TRANSFRONTALIERA
Consolidare il modello dell’ecosistema multi-attore pubblico, privato, profit, Terzo
settore, ricerca per l’economia sociale come piattaforma aperta, stabile, partecipata
radicata nel territorio.
AZIONI
Potenziare i momenti di
confronto tra PA, privato
profit e non profit, ricerca per
favorire l’equilibrio nei processi
decisionali, per condividere le
esigenze territoriali e individuare
risposte efficaci, da integrare
nella programmazione
degli enti pubblici, privati e
imprenditoriali.
Favorire la partecipazione di
tutti gli attori privati (profit e
not for profit) attivi sul territorio,
coinvolgendo il più possibile
anche l’associazionismo e il
volontariato giovanile.
Potenziare il coordinamento
dell’ecosistema multiattore
in una logica di impact
commons (strumenti
trasversali per la promozione
dell’ecosistema, la condivisione
delle informazioni ed
opportunità e il networking) e
infrastrutture abilitanti (iniziative
di sistema che facilitano lo
sviluppo di imprenditorialità
sociale e investimenti ad
impatto).
e opportunità territoriali,
mettendo a fattor comune
opportunità, iniziative e
conoscenze.
Diffondere metodi di
coprogettazione delle
soluzioni, mettendo al centro
i bisogni delle persone e delle
comunità, favorendo spazi di
partecipazione basati sulla
costruzione di relazioni di fiducia.
Garantire un coordinamento
che raccolga e gestisca le
informazioni e i dati su risorse
RISORSE E STRUMENTI
Comitato imprenditorialità
sociale Camera di
commercio di Torino.
Piattaforma Torino Social
Impact.
Tavolo dedicato all’incontro
tra privato tradizionale
e privato sociale
in collaborazione con
le centrali cooperative
e il sistema accademico.
Comunità di Pratica TSI.
Hub interistituzionale fondi
europei per l’economia sociale.
Enti di rappresentanza di
Terzo settore, cooperazione e
associazionismo (Forum Terzo
settore, Centrali cooperative,
reti associative ETS).
Tecnologie civiche digitali
Osservatorio Imprenditorialità
Sociale della CCIAA.
Rappresentanze delle
categorie economiche e delle
realtà sociali.
Patti di comunità.
Servizi di prossimità.
1. GOVERNANCE E PARTNERSHIP – OBIETTIVO 1.1
Consolidare un modello di governance multilivello dell’ecosistema, affermandone la
capacità di generazione di conoscenza e innovazione a vantaggio di nuove
politiche pubbliche locali, nazionali ed europee, in ottica ascendente.
AZIONI
Moltiplicare lo sviluppo
di Piani d’azione Locali
(a livello dei Comuni) per
la declinazione del Piano
metropolitano per l’economia
sociale e favorirne il
coordinamento con il livello
regionale e nazionale.
Rafforzare il coordinamento
tra istituzioni e settori
pubblici ai diversi livelli
di governo valorizzando
l’importante ruolo di
connessione di Città
metropolitana di Torino.
Promuovere azioni di
coordinamento delle
relazioni europee e dei
rapporti con il Governo
dell’economia sociale.
Promuovere la creazione di
partenariati transnazionali
per lo scambio di pratiche
e politiche tra ecosistemi
territoriali a livello europeo.
rispetto alle priorità
RISORSE E STRUMENTI
Momenti di divulgazione
e accompagnamento ai
Comuni.
Relazioni interistituzionali.
Progetti europei.
Strumenti delle politiche
pubbliche quali regolamenti
comunali e degli enti
pubblici, delibere e leggi
regionali.
Promuovere la cooperazione transfrontaliera nell’economia sociale per affrontare sfide
comuni legate a coesione sociale, sviluppo sostenibile e gestione condivisa delle risorse
naturali e dei servizi ecosistemici.
AZIONI
Rafforzamento della tematica
economia sociale nei tavoli di
concertazione transfrontaliera.
Elaborazione di progetti
a valere sui programmi
transfrontalieri.
Promuovere collaborazione
tra imprese sociali
associazionismo e
imprenditorialità giovanile
nelle zone montane di confine.
RISORSE E STRUMENTI
Progetti europei.
Sostegno a aggregazioni
spontanee.
Relazioni istituzionali.
1. GOVERNANCE E PARTNERSHIP – OBIETTIVO 1.1
Favorire la collaborazione tra attori diversi e di diversa dimensione in ottica generativa
di innovazione anche attraverso l’azione dei soggetti filantropici per il consolidamento
delle realtà esistenti.
AZIONI
Promuovere l’inserimento
dello strumento della
coprogrammazione/
coprogettazione anche
nei bandi delle fondazioni/
enti filantropici al fine di
diversificare le opportunità di
accesso al mercato.
Considerare la creazione di
partnership, l’aggregazione
di soggetti come criteri
premiali nel contesto della
partecipazione a bandi privati.
Favorire il ruolo delle piccole



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