
Sostegno alle imprese e al commercio, tutela dei servizi sociali e attenzione all’efficacia della spesa pubblica. Sono queste le priorità espresse dalle parti sociali in merito all’assestamento 2025 della Regione Emilia-Romagna, la manovra estiva da 60 milioni di euro (di cui 33 per la sanità, 11,7 milioni per le nuove imprese, 2,5 milioni per sostenere i settori agricoli in difficoltà come la coltivazione della patata, del riso e della barbabietola e per la promozione della pera Igt, 5 per l’ambiente, 4,2 per il turismo, 4,1 per i grandi eventi sportivi e 2,9 per la cultura).
La posizione di sindacati e associazioni di impresa è emersa nel corso dell’audizione in commissione Bilancio presieduta da Annalisa Arletti. “Siamo molto interessati all’opinione e ai suggerimenti delle parti sociali perché i consiglieri regionali abbiamo tutti gli elementi per svolgere il proprio lavoro su temi così importanti”, spiega Arletti.
“Si tratta di un assestamento solido, che fa seguito al Bilancio approvato a fine marzo di cui prosegue l’impegno politico di tenere insieme sviluppo economico e coesione sociale a partire dalla sanità pubblica che è sottofinanziata dal governo. Questa è la fotografia dell’Emilia-Romagna, una Regione che prende per mano la comunità e opera per tutelarla, pensando in primo luogo alla parte più fragile come dimostrato l’impegno per sanità e welfare”, spiega il relatore di maggioranza Fabrizio Castellari (Pd), mentre il relatore di minoranza Fausto Giannella (FdI) sottolinea i ritardi della Regione: “Si critica il governo sul tema sanità dimenticandosi che ha aumentato le risorse per la sanità, ma -spiega- la Regione non riesce a razionalizzare la spesa e a migliorare i servizi a partire dalla sanità. La Regione con il Bilancio 2025 approvato a marzo ha aumentato le tasse regionali e introdotto ticket sanitari: abbiamo paura che anche in futuro ci sia un aumento delle tasse regionali e dei ticket in sanità. Questo assestamento fa solo piccoli ritocchi, con risorse per l’agricoltura che non sono sufficienti per affrontare i problemi del settore”.
L’assestamento ha come cornice il Defr (Documento di programmazione economica) e il Refit. “Una società con regole chiare e al passo con i tempi è una società più coesa, più sicura. Per questo serve tenere sempre aggiornata la nostra legislazione e anche quest’anno il Refit porterà a una semplificazione legislativa che nello specifico interessa 19 leggi regionali. Le rendiamo più chiare e più semplici per una pubblica amministrazione sempre più vicina al cittadino”. la relatrice del Refit Simona Lembi (Pd). Per il relatore di minoranza Nicola Marcello (FdI), invece, il Refit “recepisce delle normative europee per migliorare la legislazione regionale per migliorare la vita dei cittadini, una volta tanto ringraziamo l’Unione europea che ci invita a un’opera di sburocratizzazione: la Regione Emilia-Romagna ha da tempo intrapreso una via di sburocratizzazione, ma in questa Regione non esiste ancora un modo stabile per applicare il Refit, tutto dipende dalle decisioni della giunta, il Refit regionale ha bisogno di un salto di qualità”.
“La Regione Emilia-Romagna grazie alle proprie politiche pubbliche affronta l’attuale difficile situazione con fondamentali buoni: viviamo una situazione difficile tanto a causa del contesto internazionale segnato da guerre, dazi Usa e problemi dei debiti pubblici e privati, quanto nazionale a causa della mancata volontà del governo di intaccare antichi privilegi per trovare le risorse necessarie a garantire i servizi pubblici per i cittadini”, sottolinea il relatore di maggioranza del Defr Daniele Valbonesi (Pd), mentre il relatore di minoranza Alberto Ferrero (FdI) ricorda come “i numeri dimostrano come l’economia dell’Emilia-Romagna sia in crisi, a partire dall’agricoltura e dall’edilizia. Occorrono azioni coraggiose per ridare fiato all’economia, ma questa Regione opera in maniera troppo ideologica, a partire dall’idea che solo l’energia prodotta da fonti rinnovabili vada valorizzata e da una visione talebana dell’ambiente”.
“Siamo molto preoccupati che ci siano problemi legati al finanziamento a sostegno delle persone sorde. In questi anni abbiamo chiesto risorse per le nostre attività, a partire dall’interpretariato, ma i finanziamenti ricevuti sono molto inferiori a quelli richiesti e necessari per i nostri progetti”, spiega Giuseppe Varricchio (Presidente Ente Nazionale Sordi Emilia-Romagna).
“Occorre un controllo della spesa, una revisione della spesa a partire da quella sanitaria, senza intaccare i livelli dei servizi. E’ una sfida importante che richiede molta attenzione. E’ molto importante che le Regioni continuino ad avere un ruolo sulla programmazione dei fondi europei perché questo deve garantire un legame tra queste risorse e i territori”, spiega Pietro Mambriani (Confindustria), mentre Massimo Zanirato (Uil), intervenuto anche a nome di Cgil e Cisl, “le risorse che lo Stato destina alla sanità sono insufficienze, anche se nominalmente in crescita, non riescono a coprire i costi per assicurare i servizi ai cittadini. Così come è sbagliato che il governo abbia chiesto a Regioni e Enti Locali di aumentare il proprio contributo alla riduzione del debito pubblico. Dobbiamo dare risposte ai bisogni di tutto il personale che lavora a vario titolo nella sanità: le liste d’attesa non si abbattono per decreto, ma aumentato il numero dei professionisti che lavorano in sanità. Vogliamo difendere e rilanciare la sanità pubblica, anche con un riforma del nostro sistema sanitario regionale”.
Per Diego Benatti (Cna) “nei prossimi anni ci sarà una forte riduzione dei trasferimenti dallo Stato alla Regioni, questo può mettere a rischio il nostro sistema regionale. Serve un patto che eviti un nuovo aumento delle tasse regionali, ma una riduzione della spesa pubblica improduttiva e una riduzione della burocrazia”.
Alle osservazioni delle parti sociali ha risposto l’assessore al Bilancio Davide Baruffi che si è detto disponibile a un confronto con le parti sociali sul tema sanità e con l’Ente Sordi proprio a partire dalla loro richieste di maggiori risorse. Baruffi ha anche ricordato come nei prossimi anni caleranno ulteriormente le risorse statali per Regioni e Enti Locali alla luce della richiesta del governo che il sistema delle autonomie contribuisca maggiormente al contenimento del debito pubblico.
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