
La protezione di case e aziende dai rischi di alluvioni, terremoti, frane ed erosioni rimane ancora molto limitata in Italia. I dati presentati dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici mostrano come solo il 7% del patrimonio immobiliare e imprenditoriale sia coperto da polizze specifiche per questi eventi catastrofici. Questo dato allarma soprattutto nelle regioni più esposte, come le Marche, dove il presidente regionale Francesco Acquaroli ha posto l’accento sulla necessità di agevolare chi decide di tutelarsi, proponendo interventi sia a livello europeo che nazionale.
La scarsa diffusione delle assicurazioni contro i rischi catastrofici in italia
Le cifre diffuse da Ania segnalano una situazione preoccupante. Solo una minima parte delle abitazioni e imprese italiane ha sottoscritto una polizza che copre le calamità naturali. Fattori come l’alto costo delle assicurazioni e la complessità dei requisiti richiesti rendono difficile l’accesso a questa forma di protezione per molti cittadini e imprenditori. Le aree a rischio, come le Marche, si trovano a dover fare i conti con queste difficoltà che aggravano le conseguenze di eventi climatici sempre più frequenti e intensi.
Il ruolo della percezione del rischio
Il fenomeno si lega anche a una scarsa percezione del rischio nel profondo tessuto sociale, dove la cultura della prevenzione non è ancora diffusa in modo capillare. Le campagne informative e il coinvolgimento delle istituzioni potrebbero giocare un ruolo chiave per aumentare la consapevolezza, ma serve che la politica intervenga con strumenti concreti per alleggerire il peso economico dell’assicurazione.
La proposta di agevolazioni fiscali e incentivi per ampliare la copertura assicurativa
Intervistato a margine di una conferenza stampa nella sede di Confindustria Ancona, Francesco Acquaroli ha ribadito l’importanza di creare incentivi mirati per chi decide di assicurarsi. Uno dei nodi principali riguarda la necessità di introdurre detrazioni fiscali o altre forme di agevolazioni capaci di ridurre i costi diretti e indiretti legati alla sottoscrizione di polizze assicurative contro disastri naturali.
Il presidente della Regione Marche ha sottolineato il bisogno di un piano che parta dalla Commissione Europea ma coinvolga anche il governo italiano, per mettere in campo misure condivise e coordinare una strategia a più livelli. “Non si tratta soltanto di un intervento economico, ma anche di un cambio culturale che favorisca la prevenzione rispetto al rischio.” Per questo, abbassare le barriere economiche può rappresentare un incentivo concreto per famiglie e imprese che al momento evitano di proteggersi per motivazioni finanziarie.
Incentivi per la ricostruzione e la resilienza
Agevolazioni fiscali e sgravi potrebbero alleggerire l’onere della ricostruzione in caso di eventi calamitosi, rendendo più accessibile una tutela che, oggi, rischia di rimanere un lusso. Acquaroli ha evidenziato come queste misure dovrebbero stimolare un aumento delle polizze, contribuendo a una maggiore resilienza del territorio e delle realtà economiche locali.
La dimensione culturale nel rapporto con i rischi naturali e l’assicurazione
La questione assicurativa si intreccia con una componente culturale rilevante. La sfida non è solo economica ma anche di consapevolezza collettiva. Acquaroli ha definito il tema “complesso”, richiamando la necessità di educare la popolazione e gli imprenditori sull’importanza della copertura assicurativa. Il diffuso senso di invulnerabilità verso fenomeni naturali o la sottostima del rischio spesso spingono a lasciar perdere.
Il ruolo dell’intervento pubblico
Per rafforzare questa cultura, l’intervento pubblico deve andare oltre gli incentivi. Serve un dialogo costante per far comprendere che la protezione tramite polizza può salvare patrimoni, evitare lunghe attese per i risarcimenti pubblici e, in certi casi, permettere una ripresa più rapida dopo eventi distruttivi. La prevenzione assicurativa diventa quindi un elemento imprescindibile anche per la stabilità sociale ed economica dei territori a rischio.
In assenza di una svolta culturale, ogni azione rimarrà parziale. È proprio su questo equilibrio fra misure concrete e comunicazione che si gioca la possibilità di far salire dal 7% la copertura assicurativa contro i rischi naturali in Italia. Pari attenzione va posta sulle zone più vulnerabili, come le Marche, dove la combinazione fra condizioni ambientali e rischio sismico rende urgente una politica di protezione più diffusa e condivisa.
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