
La Regione vuole utilizzare i fondi Europei in tempo per le infrastrutture delle zone più critiche
Valorizzare le aree artigianali dislocate nei Comuni e nelle Città metropolitane dell’Isola, con interventi strutturali e inseriti in un cronoprogramma rigoroso. Obiettivo: completare le opere entro il 31 dicembre 2026.
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L’assessorato regionale delle Attività produttive ha avviato una procedura che gli permette di coinvolgere gli enti pubblici per l’utilizzo di risorse extra-regionali. Risorse che arrivano da finanziamenti nazionali o europei, per progetti di riqualificazione e ammodernamento degli spazi dedicati ad attività artigianali, per creare un contesto favorevole alle imprese. Con il documento diffuso agli enti locali si chiede quali interventi si intendono realizzare: miglioramento strade, illuminazione, gestione delle aree verdi, spazi produttivi protetti e servizi.
Aree produttive più funzionali
È fondamentale abbinare a ogni intervento il relativo fabbisogno finanziario, per consentire al dipartimento di definire un quadro economico chiaro e programmare le risorse necessarie. Un piano inserito nel più ampio mosaico dei fondi regionali, dal quale ci si attendono ricadute economiche positive: aree produttive più funzionali e sicure saranno incentivo per nuovi insediamenti artigianali, e quindi maggiore occupazione locali.
Inoltre, i lavori porteranno ad un rafforzamento della rete infrastrutturale delle periferie, valorizzando il territorio anche nelle sue parti spesso socialmente più fragili. Nell’ultimo anno, la Regione ha annunciato un massiccio pacchetto di 1,5 miliardi di euro in bandi per imprese siciliane, finanziati con fondi Fesr, Fsc e Poc. . In particolare, sono già stati stanziati 100 milioni di euro per infrastrutture nelle aree industriali, distribuiti fra Comuni come Gela, Trapani, Modica e Catania.
Investimenti in infrastrutture, strade ed efficientamento energetico
Si tratta dunque di un percorso già avviato, che ora si estende anche alle aree artigianali. Queste costituiscono il cuore della produzione locale: piccole aziende, laboratori, botteghe che offrono lavoro e servizi nei territori. Investimenti in infrastrutture, strade ed efficientamento energetico possono renderle più accessibili, moderne e attrattive per nuovi insediamenti. Come ha sottolineato l’assessore Tamajo, “Siamo al lavoro per costruire un ecosistema favorevole alle imprese, dove innovazione, capitale umano e ricerca non siano parole vuote ma pilastri reali dello sviluppo. La Regione deve diventare alleata strategica delle imprese”. Questo approccio potrebbe trasformare le aree oggi in difficoltà in piccole locomotive di sviluppo. Scaduto il termine del 30 giugno, scatterà la fase di programmazione e di assegnazione delle risorse, con l’obbligo di finalizzare i lavori entro la fine del 2026. Una scelta necessaria per sfruttare appieno i contributi disponibili e dare concretezza a progetti che spesso restano sulla carta.
Una crescita equilibrata
L’attenzione alle aree industriali e produttive è solo un tassello del più ampio quadro orchestrato dalla Regione.
Si vuole puntare su una crescita equilibrata, che tenga conto sia dei centri urbani, per i quali è stato aperto un bando da 100 milioni per rigenerazione urbana, sia delle infrastrutture viarie e impiantistiche, necessari per garantire mobilità e servizi efficienti. Senza dimenticare l’orientamento nazionale verso l’inclusione nel ciclo 2021‑2027 dei Fondi per lo sviluppo e la coesione, pensati per ridurre il gap tra Nord e Sud e sostenere infrastrutture, urbanistica, trasporti e energia nelle regioni meno sviluppate.
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