6 Luglio 2025
Superbonus 110% prorogato fino al 2026: chi potrà beneficiarne davvero?


Una notizia importante per migliaia di cittadini residenti nelle zone colpite dagli eventi sismici del 2016: il Decreto Legge n. 95/2025 ha prorogato il Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2026 per gli immobili danneggiati nei comuni colpiti dal sisma in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, ancora oggi in stato di emergenza. Si tratta di una misura che consente di accedere all’agevolazione fiscale sulle spese per la ricostruzione e l’efficientamento energetico, ma solo a determinate condizioni precise. L’estensione, pur parziale, rappresenta una boccata d’ossigeno per famiglie e tecnici impegnati in percorsi di ricostruzione complessi e non sempre lineari. In questo articolo analizziamo tutte le novità, i vincoli da rispettare e i benefici fiscali ancora accessibili nel 2026.

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Il Superbonus 110% ha rappresentato uno degli incentivi fiscali più rilevanti degli ultimi anni, soprattutto per le zone colpite da eventi calamitosi. Ora, con la pubblicazione del Decreto Legge n. 95/2025, arriva la proroga al 2026 per una platea selezionata di beneficiari. Vediamo insieme chi potrà ancora usufruire dell’agevolazione, a quali condizioni e quali sono i limiti imposti dal decreto.

La proroga fino al 31 dicembre 2026

Il Decreto stabilisce che il Superbonus 110% viene esteso fino al 31 dicembre 2026, ma esclusivamente per gli immobili danneggiati dai terremoti avvenuti dal 24 agosto 2016 nei comuni dichiarati in stato di emergenza.

Questa proroga mirata riguarda gli edifici situati in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, territori che ancora oggi portano le ferite di quegli eventi sismici. Il beneficio si applica alle spese sostenute nel corso del 2026, ma solo in presenza di specifici requisiti documentali.

I requisiti per accedere al Superbonus nel 2026

Presentazione della richiesta di contributo

Il principale requisito per accedere al Superbonus prorogato è la presentazione della richiesta di contributo pubblico per la ricostruzione a partire dal 30 marzo 2024.

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Solo chi ha formalizzato la richiesta dopo questa data potrà beneficiare della detrazione al 110% nel 2026, sempre sul valore eccedente rispetto al contributo statale concesso.

Detrazione sull’eccedenza

La detrazione fiscale al 110% non si applica all’intero importo dei lavori, ma solo alla parte che eccede il contributo riconosciuto per la ricostruzione.

Ad esempio, se per un intervento il contributo statale copre 80.000 euro e la spesa complessiva è di 100.000 euro, il Superbonus si applica solo ai 20.000 euro rimanenti.

Sblocco dello sconto in fattura

Il decreto conferma anche la deroga al blocco dello sconto in fattura, un’opzione molto richiesta da imprese e cittadini.

Questo significa che sarà ancora possibile cedere il credito d’imposta o ottenere uno sconto immediato in fattura, ma entro il limite massimo complessivo di 400 milioni di euro.

Chi rientra nel perimetro della proroga

La proroga è riservata a soggetti con immobili ubicati in territori colpiti dagli eventi sismici del 2016 e riconosciuti come comuni in stato di emergenza.

Restano quindi esclusi coloro che:

  • risiedono in altre zone del Paese,
  • non hanno subito danni sismici,
  • oppure hanno presentato richiesta di contributo prima del 30 marzo 2024.

Un’opportunità per famiglie e territori fragili

Il nuovo provvedimento rappresenta una risposta concreta alle difficoltà di chi vive in territori fragili, dove i tempi della ricostruzione post-sisma si sono protratti ben oltre le previsioni.

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Molte famiglie non avevano ancora potuto accedere ai fondi o ai lavori necessari, e la scadenza originaria al 2025 rischiava di escluderle. Con questa estensione, invece, potranno usufruire di una detrazione fiscale significativa per completare gli interventi.

Limiti e considerazioni operative

Nonostante l’estensione, il Superbonus nel 2026 sarà disponibile solo per:

  • immobili danneggiati dal sisma,
  • comuni in stato di emergenza,
  • e solo sulle spese non coperte dal contributo pubblico.

Inoltre, la richiesta di contributo dev’essere datata non prima del 30 marzo 2024, rendendo di fatto l’estensione non automatica per tutti i residenti.

È importante che i tecnici e i proprietari siano ben informati sulle tempistiche, e che conservino documentazione aggiornata in fase di richiesta della detrazione.

Sconto in fattura: un’opportunità ma con soglia

Come già accennato, la possibilità di usare lo sconto in fattura o la cessione del credito resta in vigore, ma solo nei limiti del plafond complessivo di 400 milioni di euro.

Questo significa che, una volta superato il tetto, non sarà più possibile esercitare l’opzione, e i contribuenti dovranno utilizzare la detrazione diretta in dichiarazione.

Un’occasione da non perdere (per chi può)

La proroga al 2026 è una misura selettiva, ma rappresenta un’occasione concreta per coloro che rientrano nei requisiti previsti dal decreto. Chi ha già attivato le procedure dopo il 30 marzo 2024 o intende farlo, può ancora usufruire di un incentivo potente, a patto di rispettare tutte le condizioni stabilite.

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Consigli per i contribuenti e i tecnici

  • Verificare con precisione la data della richiesta di contributo;
  • Conservare tutta la documentazione a supporto;
  • Pianificare con attenzione la spesa eccedente rispetto al contributo;
  • Agire in tempi brevi, poiché lo sconto in fattura è soggetto a un plafond.



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