15 Luglio 2025
Frode fiscale milionaria, la Procura chiede 6 anni e 6 mesi all’azienda veneziana


FOSSALTA DI PIAVE (VENEZIA) – È un’evasione milionaria quella contestata a un’azienda di Fossalta di Piave, per la quale attualmente è in corso la procedura fallimentare (la sentenza del Tribunale di Venezia era stata emessa a settembre 2020) attraverso l’introduzione di costi fittizi con lo scopo di dimuire l’imponibile.

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L’inchiesta

L’inchiesta della Procura di Venezia riguarda il periodo che va dal 2011 fino al 2018. Al centro dell’attenzione della pubblica accusa c’è la Società italiana blindati, Sib Srl con legale rappresentante Laura Guerretta, finita poi indagata per una frode fiscale milionaria sia per quanto riguarda l’Iva che l’Ires, l’imposta sul reddito delle imprese.
Ieri il pubblico ministero nella sua requisitoria ha chiesto quattro anni di reclusione per Guerretta (difesa dall’avvocato Renato Alberini) e due anni e sei mesi per Giancarlo Miotto (avvocato Paola Bosio) all’epoca legale rappresentante della Miotto Generale petroli Srl di Mogliano, fallita nel 2021.

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Le contestazioni della Procura sull’evasione riguardano soprattutto le presunte operazioni inesistenti che sarebbero state fatturate alla Sib che si occupava della costruzione di semirimorchi da camion, dalla Miotto, per un totale complessivo di oltre quattro milioni di euro.
Le somme contestate sono ingenti: quattro fatture nel 2011 per complessivi 420 mila euro, 12 fatture nel 2012 per un importo complessivo di oltre 624mila euro, 13 fatture nel 2013 per complessivi 470mila euro. Poi, due fatture relative al 2014 per 52mila 450 eur, due fatture relative all’anno 2015 che hanno consentito di detrarre costi per 534mila euro.

Usura

A Miotto viene contestato anche il reato di usura perché – secondo la Procura – avrebbe concesso crediti alla Sib in cambio di interessi assolutamente fuori mercato. In particolare, la Procura contesta un finanziamento di 743mila euro dal 2011 al 2015 al quale sarebbe stato applicato un interesse del 30.5 per cento su base annua, che sommato agli interessi ordinari avrebbe determinato un tasso usurario del 35,71 per cento. Per un altro finanziamento, risalente al 2014, la procura contesta un tasso usurario del 46,74 per cento per 225mila euro. Il tutto a fronte di un tasso soglia per determinare la presenza di usura, del 17.3625 per cento.
 





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