quel finanziamento concesso “per affetto”

Sono nove giorni di telefonate intense, di richieste di finanziamento respinte e poi accolte “a titolo di cortesia”, o “per affetto”, come dicono gli intercettati. Dalle conversazioni captate dalle microspie e finite nel fascicolo sull’assessora regionale al Turismo Elvira Amata, indagata per corruzione come il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, emergerebbe una gestione personalistica dei fondi pubblici. Come trasparirebbe ad esempio nei giorni dall’11 al 19 settembre 2024: la fondazione Dragotto vuole organizzare una Giornata della salute mentale e ha chiesto un finanziamento all’assessorato al Turismo. C’è un problema: per accedere ai fondi il piano economico dell’evento non deve superare i 40mila euro, ma nei documenti c’è scritto 150mila. Arriva il no, e Tommaso Dragotto – che non è indagato – si infuria con Pippo Martino, all’epoca segretario di Amata. “Sto per inviare una lettera durissima”, dice. Poi, però, la moglie, Marcella Cannariato, riceve una rassicurazione: l’assessora finanzierà l’evento di sua iniziativa con 10mila euro. La motivazione emerge dalle intercettazioni: “Per I’immensa stima e amore e affetto”.

Accuse che infiammano il dibattito politico. Mentre la giunta Schifani vara una manovrina senza contributi a pioggia, Ismaele La Vardera presenta una mozione di sfiducia e il segretario del Pd Anthony Barbagallo incalza alla Camera il governo Meloni: “Niente più norme mancia”, sollecita in un’interpellanza.