13 Luglio 2025
Cronache dai Palazzi – Futuro Europa


In gioco non c’è solo la sopravvivenza dell’Ucraina, c’è il futuro del Continente: “Come ha affermato la dichiarazione del vertice Nato, la sicurezza ucraina si identifica con la sicurezza europea, contro chi vorrebbe tornare a una concezione di predominio dei rapporti tra gli Stati, facendoci fare un salto all’indietro di quasi un secolo”. Accogliendo al Quirinale il presidente ucraino Zelensky il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha di nuovo assicurato che l’Italia continuerà a cercare ogni possibile spiraglio per la fine della guerra in Ucraina auspicando “che si aprano presto i negoziati”.

L’incontro tra Mattarella e Zelensky al Quirinale ha preceduto l’avvio della Conferenza di Roma per la ricostruzione dell’Ucraina promossa dal governo italiano e che si è svolta all’Eur (Nuvola) in presenza di oltre 100 delegazioni ufficiali. Presenti anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani. Quattro le dimensioni fondamentali della Conferenza: settore imprenditoriale, capitale umano, l’introduzione delle riforme e i passi per l’adesione all’Ue. Essenziale anche la dimensione culturale e di tutela del patrimonio nelle aree di conflitto.

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Su X Zelensky definisce “proficuo e importante” l’incontro con il presidente Mattarella con il quale ha discusso di integrazione europea, della “pressione delle sanzioni” e dell’istituzione di un Tribunale Speciale per il Crimine di Aggressione contro l’Ucraina. Kiev chiede all’Italia di ratificare l’accordo “affinché il Tribunale possa iniziare a operare il prima possibile”. Lo scorso 25 giugno il presidente ucraino Zelensky e il segretario generale del Consiglio d’Europa Berset hanno firmato a Strasburgo un accordo per l’istituzione di un Tribunale Speciale per i crimini di aggressione contro l’Ucraina commessi da febbraio 2022.

La Ukrait recovery conference 2025, la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che si è tenuta a Roma, è stata l’occasione per ricordare l’urgenza di “una pace giusta e duratura”. “Più a lungo questa situazione prosegue, più si restringe la finestra di tempo che l’Europa ha a disposizione per mobilitare le proprie risorse e andare nella direzione di una maggiore sovranità nella difesa. Solo quest’ultima permette la sostenibilità e la continuità”, afferma la vicepremier ucraina Olga Stephanyshyna. Nonostante l’Europa sostenga la pace “la guerra è ancora lì, l’Ucraina resiste ancora e si sta sforzando tre volte più di prima per continuare a funzionare come Paese e intanto sostenere il fronte di guerra. Dunque, non è cambiato niente negli ultimi tre anni”, ammonisce Olga Stephanyshyna.

“Oggi è cruciale che Kiev avverta che non è sola”, ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipando alla Conferenza alla quale ha ribadito di credere “convintamente”. “Non possono essere cinismo o indifferenza a guidare i comportamenti delle nazioni. Per questo rendiamo omaggio alla determinazione e al coraggio con cui il popolo ucraino difende il diritto di determinare liberamente il proprio destino, resistendo, da tre anni, a una guerra di aggressione ingiustificabile”, ha sottolineato il Capo dello Stato.

Presenti circa 5.000 partecipanti, circa 100 delegazioni governative e 40 Organizzazioni Internazionali tra cui le principali banche di sviluppo, 2.000 aziende e rappresentanti di autonomie locali e società civile. Si è trattato di un evento internazionale decisivo dedicato alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione dell’Ucraina, una nazione lodevole per la propria resilienza.

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Da parte dell’Italia sostegno pieno alla sovranità e all’integrità dell’Ucraina. L’ipotesi è replicare il piano Marshall una volta terminata la guerra e avviata la fase della ricostruzione, il programma di aiuti economici promosso dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Difesa, gas naturale liquefatto, sostegno all’export: sono solo alcune delle materie al centro dei circa 200 accordi – quaranta solo italiani – siglati nel corso della conferenza Ukrait recovery conference 2025, per un valore attorno ai 10 miliardi di euro. Investimenti equivalenti per la ricostruzione potranno essere sbloccati con garanzie e sovvenzioni previste dallo “European Flagship Fund for the Reconstruction of Ukraine”, un fondo annunciato da Ursula von der Leyen e la cui istituzione è il fulcro della dichiarazione di intenti firmata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con la commissaria Ue per l’Allargamento Marta Kos. Sostenuto dalla Commissione europea – tramite la Bei – e da Francia, Germania, Italia e Polonia, è “il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale a sostegno della ricostruzione”, ha sottolineato la presidente von der Leyen.

Il nostro Paese, nello specifico, è impegnato in prima fila nella ricostruzione del patrimonio culturale di Odessa, la cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica, il museo delle Belle Arti. Kiev, inoltre, incassa la dichiarazione di intenti a tre, con Italia e Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, per un finanziamento aggiuntivo del progetto “Home”, per sostenere il meccanismo istituito dal governo ucraino finalizzato a risarcire i proprietari di abitazioni distrutte dalla guerra.

Un’altra dichiarazione di intenti riguarda la sicurezza cibernetica dell’Ucraina e la “cooperazione tra le industrie della difesa”, come ha spiegato la premier Giorgia Meloni dopo aver parlato con il presidente Volodymyr Zelensky. Si tratta di un Memorandum di Cooperazione su un’iniziativa congiunta per ripristinare e potenziare l’infrastruttura di navigazione aerea civile di Kiev.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha a sua volta annunciato che il Mef “intende partecipare a un accordo con l’Ucraina per l’ammontare di 50 milioni di euro” per “l’acquisto di beni e servizi ritenuti essenziali alla ricostruzione”, e di “contribuire con 100 milioni al programma Economic Resilience Action, da parte del gruppo Banca Mondiale”.

“Convogliando direttamente gli aiuti ai comuni e alle amministrazioni locali, li stiamo mettendo in grado di gestire e attuare progetti di ricostruzione”, ha affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto intervenendo alla Conferenza internazionale per la ripresa dell’Ucraina a Roma. Tutto ciò “sarà cruciale negli anni a venire, il programma transfrontaliero Polonia-Ucraina sta già investendo 30 milioni di euro nella tutela ambientale, nella salute e nella gestione delle risorse idriche”. Fitto ha inoltre spiegato che entro la fine del 2025 si ipotizza l’approvazione di “ulteriori progetti, per un valore di 53 milioni di euro, per la ricostruzione e l’ammodernamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie”.

Diversi gli strumenti a sostegno dell’impegno delle imprese italiane impegnate nella ricostruzione, per cui sono stati lanciati strumenti specifici: Simest attiverà un plafond di 300 milioni per il credito alle esportazioni, sulla base di un fondo dedicato della Farnesina. Cdp, Sace e Simest hanno inoltre firmato un Memorandum d’intesa con il Ministero dell’Economia ucraino e il fine è, ovviamente, cooperare per lo sviluppo dell’economia di Kiev. Raggiunge inoltre 150 milioni di euro, fra crediti di aiuto e fondi a dono, lo stanziamento della Cooperazione Italiana per iniziative in Ucraina, focalizzandosi su energia, infrastrutture critiche, salute, riabilitazione abitativa delle persone vulnerabili, sviluppo rurale e sminamento. Sace ha anche siglato un’intesa con il Fondo europeo per gli investimenti (del Gruppo Bei) nell’ambito dell’InvestEU Export Credit Pilot Initiative, per incentivare contratti di export delle imprese italiane verso l’Ucraina. Un memorandum di intesa con Ukreximbank mira infine a sviluppare opportunità di interesse comune nei seguenti settori: agroindustria, meccanica avanzata, industria chimica e trasporti.

E quando la guerra sarà finita, ha affermato la premier Meloni auspicando la fine del conflitto e il ripristino della pace, “guarderemo all’Ucraina con l’ammirazione e il rispetto” che desta la statua del pugile a riposo della quale è stata donata una riproduzione ai leader presenti alla Ukrait recovery conference 2025. Meloni ha inoltre invocato il coraggio delle imprese italiane – Leonardo, Fincantieri, Ferrovie, Eni, Enel Snam – spronandole ad agire: “Non abbiate paura. La ricostruzione non è un azzardo, ma un investimento in una nazione che ha dimostrato più resilienza di ogni altra”. Circa 200 accordi da 10 miliardi pronti per la firma, Zelensky conta sull’Italia per “una ripresa su larga scala” elogiando “un primo ministro davvero forte”. L’Unione europea, a sua volta, ha già speso 165 miliardi in tre anni, ne ha sbloccati altri 10 in investimenti e sosterrà l’Ucraina “fino al 2028 e oltre”.

Il sostegno dell’Europa a Kiev a favore della libertà, dell’integrità e della dignità “dell’Ucraina e del suo popolo è totale. Nel suo proiettarsi verso il domani Kiev può contare sul sostegno corale alla sua scelta europea, obiettivo al quale puntare nonostante le difficili condizioni”, ha ribadito il presidente Mattarella ricordando l’importanza del percorso di adesione e di annessione dell’Ucraina all’Unione europea, quest’ultima “chiamata a ribadire la volontà di sviluppare un mondo interconnesso, sicuro, prospero, libero”. Lo scopo è “ripristinare la pace, nel rispetto della dignità di ogni popolo” e, “non ci stancheremo di ripeterlo” ha sottolineato il Capo dello Stato, “deve essere una pace giusta, complessiva, condivisa, duratura”.

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