13 Luglio 2025
Grave danno a imprese delle filiere DOP IGP e ai consumatori americani. Serve risposta politica immediata


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ROMA – Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE
per le produzioni DOP e IGP italiane, assorbendo quasi 25% dell’export totale del comparto certificato.

In valore assoluto, si tratta di quasi 3 miliardi di euro, su un totale di oltre 12 miliardi di esportazioni mondiali del settore nel 2024 secondo una stima della Fondazione Qualivita Un dato che conferma la rilevanza strategica del mercato statunitense per le filiere del Made in Italy agroalimentare di qualità.

Negli ultimi dieci anni, l’export DOP IGP ha registrato una crescita complessiva del +75%, con l’America settentrionale e altri mercati extra-UE che oggi rappresentano oltre la metà del volume esportato. In questo contesto, i dazi del 30% imposti dagli Stati Uniti sui prodotti agroalimentari europei rappresentano un colpo durissimo.

“Un attacco che danneggia le nostre imprese – dichiara Cesare Baldrighi, presidente di
Origin Italia, l’associazione dei Consorzi di tutela delle DOP e IGP – ma che colpisce
anche milioni di consumatori americani, privati della libertà di scegliere prodotti
autentici, tracciabili e di alta qualità”.

“Si tratta – prosegue Baldrighi – di un’azione ideologica che mira a ridisegnare la
geografia dell’economia agricola mondiale, spostando la produzione dove conviene
politicamente, e colpendo proprio quei modelli virtuosi che legano il cibo alla storia, alla
cultura e ai territori. Le produzioni DOP e IGP non sono solo eccellenze alimentari, ma
anche un modello sociale fondato sulla coesione e sul valore delle comunità locali, che
coinvolge lavoratori, consumatori, piccole e medie imprese, aziende agricole e
artigianali”.

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“In virtù di ciò – aggiunge – è doverosa un’alzata di scudi da parte della società civile,
della politica e dei corpi intermedi, di fronte alla cedevolezza dell’Unione Europea, che
appare solerte nel concedere vantaggi fiscali alle big tech, mentre i cittadini europei, con
redditi erosi dall’inflazione, sopportano una pressione fiscale ben più pesante. È una
questione di equità, ma anche di visione politica e di difesa dei nostri modelli produttivi”
Origin Italia richiama con forza l’attenzione sull’importante fase negoziale che l’Unione
Europea dovrà affrontare da qui al 1° agosto, un’occasione cruciale per aprire un confronto
serio con l’amministrazione statunitense.

L’associazione rivolge un appello diretto alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, affinché assuma un ruolo più proattivo e determinato nella tutela del sistema delle Indicazioni Geografiche europee e dei valori che rappresenta.


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