13 Luglio 2025
INPS, “Chi ha preso questo Bonus ci dia 60 milioni di euro oggi stesso”: non esistono esenzioni | Sborsateli e zitti


INPS e Guardia di Finanza intensificano i controlli: chi ha mentito per ottenere questo bonus rischia grosso.

Negli ultimi mesi, l’INPS ha avviato un’operazione su larga scala per verificare la correttezza delle domande legate ai nuovi sussidi sociali. Il focus è sull’Assegno di Inclusione (ADI) e sul Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), misure che hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza.

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Il fine dell’ente è chiaro: scovare chi ha approfittato indebitamente dei fondi pubblici, spesso tramite ISEE fasulli, certificazioni false o informazioni omesse ad arte. L’era dei “furbetti del bonus” sta finendo, e i nodi stanno venendo al pettine.

Secondo fonti ufficiali, molti beneficiari avrebbero presentato documenti contraffatti o dichiarazioni mendaci. In altri casi, si parla di residenze fittizie e proprietà nascoste. La priorità è ristabilire giustizia ed equità nell’accesso agli aiuti statali.

L’INPS non agisce da sola. Grazie alla collaborazione con Guardia di Finanza e Corte dei Conti, vengono incrociati dati fiscali, catastali e anagrafici. L’obiettivo è colpire i veri responsabili di frodi e raggiri sistematici, non chi ha commesso piccoli errori.

I trucchetti che non funzionano più

Uno dei metodi più utilizzati per ottenere indebitamente l’ADI è stato l’uso di certificati medici falsi, spesso datati e non digitalizzati, per dimostrare la presenza nel nucleo familiare di soggetti fragili. Questi certificati, spesso non verificabili, servivano ad aggirare i requisiti previsti dalla legge.

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A finire sotto i riflettori anche chi ha presentato ISEE manipolati: dichiarazioni di redditi molto bassi, spesso incompatibili con altre informazioni patrimoniali. In questi casi, le verifiche incrociate hanno fatto emergere situazioni incongruenti e sospette.

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La resa dei conti è cominciata

Fino ad oggi, l’INPS ha già recuperato 60 milioni di euro da chi ha percepito indebitamente i bonus. La restituzione è obbligatoria, anche dopo mesi dall’erogazione, e non sono previste esenzioni. Chi ha barato, dovrà pagare tutto.

Le comunicazioni sono partite: lettere formali con cui l’INPS chiede la restituzione integrale delle somme. In alcuni casi, si potrà rateizzare, ma chi è stato scoperto non potrà evitare sanzioni. E se le irregolarità sono gravi, scatta anche la denuncia penale.



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