13 Luglio 2025
Unicredit contro il Governo, la conferma del Tar sul golden power


Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere due dei ricorsi di Unicredit contro le limitazioni all’Ops su Banco Bpm, imposte dal Governo attraverso l’utilizzo del cosiddetto golden power. Il tribunale amministrativo ha ritenuto ingiustificate due misure della norma, lasciandone invece intatte altre due.

L’esecutivo ha comunque accolto la decisione con favore, ma nel frattempo anche la Commissione europea ha messo sotto osservazione l’utilizzo del golden power da parte dell’Italia in un’operazione, come quella tra Unicredit e Banco Bpm, che riguarda due società con sede in Italia.

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La decisione del Tar su Unicredit

Con la decisione, arrivata sabato 12 luglio, il Tar ha di fatto annullato due delle più importanti limitazioni che il governo aveva imposto a Unicredit nel suo tentativo di acquisire Banco Bpm:

  • l’obbligo di mantenere invariato per 5 anni il rapporto impieghi/depositi;
  • il divieto di ridurre gli investimenti nelle grandi opere pubbliche.

In entrambi i casi, il Tar ha contestato al governo di aver stabilito un tempo troppo ampio per l’applicazione di queste norme. La prima aveva infatti una durata di 5 anni, mentre la seconda era di fatto perpetua. Il tribunale amministrativo ha invece confermato altre due limitazioni:

  • l’obbligo di mantenere gli attuali investimenti di Anima Holding, di proprietà di Bpm, in Italia;
  • l’obbligo di cessare tutte le attività in Russia.

La risposta del Governo

La conferma in particolare del mantenimento degli investimenti di Anima in Italia viene vista come una vittoria importante da parte del Governo. Fonti del ministero dell’Economia hanno commentato:

La sentenza conferma in larga parte la legittimità e dunque l’impianto del golden power in particolare nei suoi punti qualificanti, l’obbligo per Unicredit della dismissione degli asset in Russia entro 9 mesi e il mantenimento dei titoli italiani in Anima.

Nonostante metà del provvedimento adottato attraverso l’utilizzo del golden power sia stato abolito quindi, l’esecutivo ritiene la sentenza positiva. Sempre il ministero dell’Economia fa sapere:

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Viene riconosciuta la sicurezza economica come elemento di sicurezza nazionale: un principio fondamentale che è alla base del golden power in questione e che sarà sempre più importante anche in futuro.

Anche l’Ue contro il golden power italiano

Allo stato attuale delle cose però, l’Ops di Unicredit su Banco Bpm non può proseguire. Il Governo deve emanare un nuovo dpcm, che sostituisca quello precedente e lo aggiorni con le decisioni del Tar. Un’operazione che, però, la presidente del Consiglio Meloni rischia di dover ripetere presto.

Anche l’Unione europea infatti ha espresso forti dubbi sulle limitazioni del Governo all’Ops. Il golden power infatti dovrebbe essere utilizzato per tutelare gli interessi nazionali nel caso di una scalata ostile di un’azienda strategica da parte di una società straniera. Serve a proteggere la sicurezza nazionale, ma nel caso in questione, entrambe le banche sono italiane.

Unicredit ha un azionariato diffuso, che ha sì partecipazioni straniere, ma una struttura della dirigenza che è rimasta radicata in Italia. Anche Banco Bpm è italiana, nonostante il suo principale azionista sia la francese Crédit Agricole.





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