
I dazi al 30% sarebbero insostenibili per il sistema produttivo italiano e con effetti devastanti per le micro e piccole imprese per le quali l’export verso gli Stati Uniti rappresenta quasi il sesto del totale, una quota superiore a quella delle esportazioni complessive verso l’altra sponda dell’Atlantico. Inoltre occorre considerare il valore dell’export indiretto che è molto rilevante per le micro e piccole imprese che stanno già pagando gli effetti della debolezza del dollaro. È quanto sottolinea la CNA commentando la lettera inviata dall’amministrazione americana alla presidente della Commissione Europea. È assolutamente necessario che l’Europa sia unita per affrontare un complicato e difficile negoziato che deve puntare a salvaguardare il sistema degli scambi commerciali e la stabilità economica a livello globale.
“Quasi il 90% delle imprese che portano il Made in Italy nel mondo sono micro e piccole – sottolinea il Presidente CNA Dario Costantini – e ci sono altre 90mila aziende che hanno le caratteristiche per esportare. Oltre alla trattativa a livello europeo, è necessario riattivare il tavolo a Palazzo Chigi per definire una serie di interventi sul piano interno accelerando il processo di semplificazione e sburocratizzazione che grava sulle imprese e con un intervento robusto per ridurre i costi dell’energia che penalizzano le nostre imprese”.
Secondo i dati Istat aggiornati al primo trimestre 2025, le esportazioni delle imprese bresciane verso gli Stati Uniti valgono 363 milioni di euro, in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2024, ma comunque il dato più elevato tra le province lombarde dopo Milano e Bergamo.
«Di fronte a uno scenario così complesso, che mette a dura prova la competitività delle nostre imprese, CNA Brescia è al fianco delle aziende associate anche sul fronte dell’internazionalizzazione», dichiara Giordano Apostoli, presidente di CNA Brescia. «I dazi configurati dal presidente dagli Stati Uniti sono un’ennesima dimostrazione di come le nostre imprese, soprattutto quelle piccole, siano esposte a dinamiche internazionali non prevedibili e mutevoli, di cui sono le prime a pagare il conto. Serve stabilità, e questo lo chiediamo alle istituzioni, soprattutto a livello europeo. Da parte nostra, come associazione di categoria ci impegniamo ad affiancare le imprese a cogliere, in questi momenti di incertezza, un’occasione per aggiornare il proprio modello operativo verso l’estero: le aiutiamo a diversificare i mercati, individuando aree alternative, così da ridurre l’esposizione a scenari instabili, e mettiamo a disposizione soluzioni finanziarie concrete. Grazie ai nostri professionisti, le imprese possono attivare strumenti come Confidi, garanzie e supporti per la liquidità, utilizzando anche fondi pubblici, regionali o statali. In questo modo, mettiamo a disposizione strumenti per aiutarle ad affrontare le mutevoli dinamiche del commercio globale».
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