16 Luglio 2025
Ue, le regole sugli incentivi fiscali a sostegno dell’industria “pulita”


Una Raccomandazione della Commissione europea detta le linee guida. Previsti crediti d’imposta per le imprese

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Il percorso verso un’industria “pulita” e non inquinante all’interno dell’Unione europea continua ad andare avanti. Un passo importante è stato fatto con la Raccomandazione del 2 luglio della Commissione Ue sugli incentivi fiscali per supportare il “Clean Industrial Deal”, il “Patto per l’industria pulita” varato lo scorso febbraio da Bruxelles.

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I punti chiave della Raccomandazione sono due. Il primo riguarda la possibilità di utilizzare il cosiddetto ammortamento accelerato, tramite cui le aziende possono dedurre le spese per gli investimenti in tecnologie pulite ammissibili più rapidamente, o addirittura nell’anno di acquisto o di leasing. Grazie a questo tipo di ammortamento, le aziende possono migliorare il flusso di cassa e ridurre i propri oneri fiscali. Quando possibile, precisa la Raccomandazione Ue, l’ammortamento accelerato dovrebbe essere accompagnato da regole appropriate per il riporto delle perdite.

Il secondo punto riguarda l’indicazione agli Stati membri di introdurre uno sgravio fiscale sotto forma di credito d’imposta per i progetti di investimento nelle tecnologie pulite (ad esempio, energie rinnovabili e macchinari di efficientamento energetico) e per la decarbonizzazione industriale.

Secondo le indicazioni Ue, gli incentivi fiscali dovrebbero essere efficaci in termini di costi, ben mirati, semplici da utilizzare per le imprese e le Amministrazioni. In alcuni casi, specifica la raccomandazione Ue, i progetti avviati in aree assistite o realizzati da piccole e medie imprese potrebbero ottenere maggiori aiuti fiscali da parte degli Stati membri.

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Sulla gestione del credito d’imposta, la raccomandazione della Commissione detta alcune linee di azione. Il credito deve essere dedotto principalmente dall’imposta sulle società dovuta dall’impresa e, se non viene utilizzato tutto nell’anno fiscale di riferimento, la Commissione raccomanda agli Stati membri di consentire il riporto dell’importo residuo per quattro anni. Se dopo questo arco di tempo, il credito non è ancora esaurito, gli Stati dovrebbero rimborsare alle aziende l’importo spettante rimasto. Per questo, quando è possibile, la Raccomandazione prevede che gli Stati membri possano anche consentire ai contribuenti di compensare i crediti d’imposta con altre imposte nazionali dovute.

Inoltre, gli Stati membri dovrebbero integrare gli incentivi fiscali per gli investimenti puliti con altri interventi orientati verso la stessa direzione come, ad esempio, l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.

Il coordinamento della Commissione Ue
Gli Stati membri sono tenuti a comunicare all’Esecutivo comunitario le misure introdotte a livello nazionale per rendere concrete le indicazioni contenute nella Raccomandazione e a valutare regolarmente l’efficacia degli incentivi fiscali adottati.

L’agenda verde dell’Europa
Il “Clean Industrial Deal”, il “Patto per l’industria pulita”, lanciato nel febbraio 2025, ha lo scopo di creare in Europa un sistema di tecnologie ecologiche e sostenibili. In particolare, il Piano di azione prevede di garantire un’energia a prezzi accessibili, promuovendo contemporaneamente la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Inoltre, sono previsti oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione “pulita” all’interno dell’Ue. L’impegno verso la transizione ecologica non si ferma qui: ai primi di luglio, infatti, la Commissione europea ha proposto al Parlamento e al Consiglio una modifica alla legge sul clima dell’Ue, fissando per il 2040 l’obiettivo climatico in Europa di una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990.



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