
La salute dell’economia italiana, tra rischi internazionali e punti di forza (e di debolezza) di oggi e di ieri.
Tematiche a dir poco attuali quelle al centro del workshop organizzato nella sede dell’associazione industriali dall’agenzia Generali di Cremona.
Ospite e relatore d’eccezione il docente universitario Carlo Cottarelli, che ha voluto tirare le fila sulla situazione odierna davanti ad una platea di una quarantina di persone.
“Viviamo in un contesto internazionale che è fortemente destabilizzato ed è caratterizzato da incertezza – ha commentato Francesco Cozzoli, agente Generali – e anche per questo abbiamo deciso di invitare il professor Cottarelli: nel suo background vanta l’ufficio studi di Banca d’Italia e addirittura il Fondo Monetario Internazionale. Ci può dare quindi una visione che non è solo quella accademica, dei docenti finanziari, ma è anche quella dell’economia mondiale e internazionale”.
“Guardando la situazione attuale – ha affermato Cottarelli – la buona notizia è che non siamo più nella crisi in cui eravamo dieci o quindici anni fa: stiamo crescendo, il nostro debito rimane alto ma è considerato meno rischioso; negli ultimi due anni e mezzo, siamo cresciuti leggermente meno della media dell’area dell’euro, però non siamo più i fanalini di coda”.
“La brutta notizia invece – ha però aggiunto – è che non siamo più i fanalini di coda non perché abbiamo accelerato ma perché altri stati, come la Germania, hanno rallentato: rispetto ai paesi del sud Europa, per esempio, stiamo crescendo molto meno rapidamente; in particolare rispetto alla Spagna, ma anche al Portogallo e alla Grecia”.
Ed è proprio con l’economia spagnola che il professor Cottarelli ha voluto fare uno stretto paragone: un confronto per cercare di capire (seppur con le debite differenze) una possibile via da intraprendere.
“Se noi ci confrontiamo con la Spagna – ha commentato in merito l’economista – si possono notare diverse aree in cui lo stato iberico ha un vantaggio: prima di tutto, ha una pressione fiscale al 37%, quindi molto più bassa della nostra che tocca quasi il 43%. Ha poi una burocrazia più rapida: si ottengono permessi di costruzione, per esempio, molto più rapidamente in Spagna che da noi; più veloce è poi anche la giustizia”.
“Non solo – ha proseguito – il costo dell’energia è più basso e, infine, ha un buon flusso di immigrazione regolare: un vantaggio, questo dato dalla ‘vicinanza’ con l’America Latina, che noi non abbiamo. Quest’ultimo problema è il più difficile da risolvere; sugli altri quattro, se ci rimbocchiamo le maniche, potremmo fare qualcosa“.
E a proposito di attualità, non poteva mancare nella relazione del professor Cottarelli un focus sulla guerra commerciale in corso, con i dazi a stelle strisce che potrebbero presto scattare nei confronti dei paesi europei, Italia inclusa.
“Dobbiamo vedere cosa succede nelle prossime due settimane – ha affermato l’economista – noi abbiamo fatto dei passi verso quello che chiedeva Trump. Io spero comunque, sono ancora fiducioso anche se meno di prima, sul fatto che alla fine si arrivi ad un accordo che sia equo“.
Andrea Colla
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