
Gli intermediari del credito considerano concorrenti gli operatori iscritti nello stesso elenco: agenti, gli agenti in attività finanziaria; mediatori, i mediatori creditizi. Tutt’al più sentono la pressione di banche e istituti finanziari, quando si tratta di finanziamenti alle imprese.
È il quadro che emerge dall’analisi 2025 di Oam (Organismo agenti e mediatori) e Prometeia.
Una situazione diversa da quella registrata lo scorso anno, quando molti agenti consideravano i mediatori come concorrenti.
Gli agenti in attività finanziaria e la concorrenza
Secondo l’analisi Oam-Prometeia 2025, ripresi anche nel secondo numero dell’Oam magazine:
- il 35% degli agenti in attività finanziaria percepisce come concorrenti i mediatori creditizi;
- il 29% considera competitor altri agenti in attività finanziaria;
- un altro 29% indica “altri” come concorrenti;
- solo il 6% risente della concorrenza di Poste Italiane.
Gli operatori intervistati ritengono però che la rilevanza dei mediatori creditizi nel panorama competitivo aumenterà costantemente nel corso dei prossimi 5 – 10 anni.
Cosa è cambiato rispetto al 2024 tra agenti e mediatori. Sebbene imediatori creditizi rappresentino la categoria percepita come competitor dalla percentuale più elevata degli agenti in attività finanziaria (35%), la quota risulta notevolmente più bassa rispetto al 2024, quando il 73% degli agenti in attività finanziaria vedeva i mediatori come concorrenti. Soprattutto, un anno fa gli agenti ritenevano che, in un mercato in cui cresce la competizione e si riducono i margini, le società di mediazione determinassero talvolta uno scenario di “competizione impropria”, con un ruolo quasi di “agenti plurimandatari”.
La competizione con banche e istituti finanziari nel comparto corporate. Gli agenti in attività finanziaria che operano nel settore corporate percepiscono un maggiore grado di concorrenza con banche e istituti finanziari, piuttosto che con altri professionisti del credito. Questo dipende da due fattori: lo stretto legame con la clientela, sviluppato nel corso degli anni grazie alle esigenze di assistenza consulenziale in termini di pianificazione finanziaria e di funding da parte delle piccole imprese; la maggiore specializzazione richiesta e, di conseguenza, la minore diffusione di operatori dedicati alle imprese rispetto al mercato delle famiglie.
Il ruolo marginale di Poste. L’indagine ha preso in esame anche il ruolo di Poste Italiane, società attiva nel settore della cessione del quinto della pensione e con una capillare presenza sul territorio italiano. Al momento, tuttavia, l’operatore non sembrerebbe rappresentare un player rilevante in termini di competitività per gli operatori del settore. Tanto che circa il 40% degli agenti in attività finanziaria intervistati considera “nullo” il grado di competizione dell’azienda nel settore dell’intermediazione creditizia. “Tale risultato, tuttavia, include anche le opinioni di alcuni operatori che operano nel comparto leasing, nel quale Poste Italiane attualmente non opera”, precisa il report Oam-Prometeia 2025.
I mediatori creditizi e la concorrenza
Per le società di mediazione la presenza di altri mediatori creditizi rappresenta una minaccia di entità medio-elevata per il 60% degli intervistati. Al contrario, la compresenza di agenti in attività finanziaria viene considerata un fattore di scarsa o nulla rilevanza dal 74% dei mediatori. Il 20% la percepisce come un fattore di competitività elevata e il 7% la considera media.
Questo dipende dal fatto che gli ambiti operativi degli agenti risultano distinti da quelli dei mediatori creditizi. In particolare, la concorrenza degli agenti si concentra prevalentemente nei settori della cessione del quinto e dei prestiti personali. Di contro, il prodotto mutuo rimane un’area di specializzazione tipica dei mediatori, in cui gli agenti hanno una presenza più limitata.
Cosa è cambiato rispetto al 2024 tra mediatori e agenti. Rispetto allo scorso annova segnalato un decremento del 13% della quota di mediatori che non considera competitor gli agenti. Nel 2024 si attestava infatti all’87%. E la scarsa attenzione ai colleghi era giustificata dal fatto che “l’offerta proposta dagli agenti risulterebbe poco attrattiva per i consumatori rispetto all’ampia e personalizzata gamma di soluzioni offerte dai mediatori creditizi. I veri competitor sarebbero, invece, le altre società di mediazione e le banche”, secondo l’indagine di Oam e Prometeia.
Banche e istituti finanziari preoccupano anche le società di mediazione quando si tratta di finanziamenti alle imprese. Coerentemente con quanto emerso in relazione agli agenti in attività finanziaria, anche dalle interviste dei mediatori creditizi che operano nel mercato imprese è emerso come la maggior specializzazione richiesta per servire e soddisfare tale segmento di clientela, porta i professionisti del credito a percepire un maggiore grado di concorrenza con banche ed istituti finanziari, piuttosto che con altri professionisti del credito, a causa della minor diffusione di tali figure rispetto al mercato delle famiglie.
Poste italiane. La presenza di Poste Italiane non è percepita come una minaccia competitiva dal 67% degli intervistati. Solo il 7% degli intervistati attribuisce alla società un fattore di competitività elevata.
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