
Per i sostenitori dell’autonomia siciliana è un successo. Lunedì il Consiglio dei ministri ha dato via libera alla Regione ad agire sulle aliquote dei tributi erariali e quindi anche a prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni per cittadini e imprese. In sostanza il governo Schifani sarà libero di decidere a chi ridurre o azzerare le aliquote fiscali: cittadini meno abbienti, residenti fuori Sicilia o imprese che intendono trasferirsi sull’Isola, sul modello di altri Paesi europei come il Portogallo che negli ultimi anni ha abbattuto la tassazione sulle pensioni.
Il governo Meloni è intervenuto su un vecchio decreto (il numero 1074 del 1965) che stabiliva norme di attuazione dello Statuto della Regione, aggiungendo due commi. È il punto di arrivo di un percorso avviato dall’ex governatore Nello Musumeci. Si dà attuazione all’accordo del 2021 con il quale Stato e Regione si impegnavano a introdurre nuove norme di attuazione dello Statuto, per «favorire l’insediamento di imprese e cittadini europei ed extra-europei». Per passare dalle parole ai fatti manca solo la pubblicazione del decreto legislativo in gazzetta ufficiale.
Oltre a intervenire sulle aliquote fiscali, la Regione potrà «attribuire incentivi e contributi». In questo caso, però, servirà prima stipulare una convenzione con l’Agenzia delle Entrate, «nel rispetto — sottolinea Roma — delle norme dell’Unione europea sugli aiuti di Stato». Per il presidente della Regione Renato Schifani è «un passo storico che, a quasi 80 anni dalla sua adozione, riconosce finalmente alla Sicilia la possibilità di applicare una fiscalità di sviluppo. La norma — aggiunge — prevede anche agevolazioni fiscali per i pensionati non residenti che acquistano casa in Sicilia e vi trasferiscono la residenza. Ma potremo intervenire anche a sostegno delle fasce deboli e delle nuove imprese siciliane».
Il governo regionale si è portato avanti, inserendo nella manovra finanziaria — approvata in giunta e di prossimo arrivo all’Ars — una norma che va in questa direzione: la riduzione del 50% del bollo auto nel prossimo triennio ai veicoli di nuova immatricolazione di proprietà delle imprese di noleggio. Guardando al resto delle variazioni di bilancio spiccano la norma per restituire al bilancio regionale il 50% delle entrate dei parchi archeologici della Valle dei Templi, di Taormina e Siracusa (che godono di autonomia finanziaria) per destinarla al fondo comune di tutti i parchi archeologici dell’Isola, e ancora una manifestazione di interesse da 1 milione di euro rivolta a tutti i vettori, per istituire e potenziare linee aeree intercontinentali, con collegamento diretto da e per la Sicilia.
Poi ci sono 17 milioni per l’acquisto da parte della Regione dell’immobile di via Cordova a Palermo, con l’obiettivo di trasferire uffici regionali oggi in affitto, e per un contributo all’Agenzia dei beni confiscati per estinguere debiti relativi ad altri due immobili in viale Regione Siciliana, da destinare a uffici regionali. Vengono stanziati 67 milioni in tre anni per la gestione dei dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani. Altri 6 milioni e 280 mila euro per interventi sulle dighe Villarosa, Olivo, Disueri, Cimia, Comunelli, Ancipa e Pozzillo.
Non mancano contributi ai Comuni per iniziative di carattere sociale, economico e culturale per 2,2 milioni; altri due milioni per due anni vengono destinati alle città metropolitane di Messina e Palermo per iniziative di alto valore turistico promozionale. Dieci milioni per realizzare laghetti privati nelle campagne; 60 milioni per le strade provinciali. Capitolo sanità e abbattimento delle liste d’attesa: 60 milioni in tre anni per pagare gli extra di medici (100 euro l’ora) e infermieri (50 euro). Stanziati anche 6,1 milioni per il potenziamento del Sovracup.
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