
Dalla sezione cittadina della Lega riceviamo e pubblichiamo integralmente: “Siamo certi che questa Europa stia davvero facendo gli interessi del nostro mondo agricolo e lattiero-caseario?”
“Da un lato, preoccupa il finanziamento di 15 milioni di euro destinato dall’Unione europea al settore vinicolo del Sudafrica, che riteniamo un’iniziativa contraria agli interessi degli agricoltori e delle imprese vinicole italiane e in particolare del nostro territorio, che sulla viticultura sta puntando molto”.
“Iniziative di questo tipo minano una volta di più la credibilità dell’Europa agli occhi dei nostri agricoltori: è paradossale che l’Europa trovi fondi per filiere concorrenti fuori dall’Unione mentre riduce le risorse per la Pac e i programmi di promozione. Questo è un chiaro esempio di come l’Unione europea stia abbandonando le imprese del settore a livello nazionale ed europeo in favore di politiche che fatichiamo a comprendere”.
“Riteniamo che sia necessario rivalutare gli impegni assunti in passato in un contesto diverso e cambiare la direzione dei sostegni. È inaccettabile destinare risorse pubbliche a favore di filiere agricole di Paesi terzi invece che a quelle del territorio”.
“Questo finanziamento al Sudafrica è un ulteriore colpo alle nostre aziende vinicole, che già faticano a competere con i prodotti stranieri, anche alla luce del fatto che la qualità dei vini italiani è garantita da rigorosi standard di produzione e controllo, diversamente da quanto accade per alcune importazioni di vini stranieri a basso costo dove non sempre lo é allo stesso modo”.
“Il problema è grave: i nostri vini sono il risultato di una tradizione secolare, di una terra unica e di una passione che si traduce in ogni bottiglia, l’Unione Europea deve tutelare le peculiarità del nostro territorio e non contribuire a realtà estranee alla nostra tradizione con l’intervento di contribuzioni pubbliche che potrebbero compromettere la leale concorrenza dei nostri prodotti”.
“Dall’altro lato, sorge in questi giorni l’ulteriore preoccupazione, come sottolineato dal nostro consigliere regionale Marco Protopapa, per la recente pubblicazione delle nuove linee guida del Ministero della Salute per il controllo di STEC nel latte non pastorizzato e nei derivati, che ha sollevato profonde preoccupazioni tra i piccoli produttori e i caseifici contadini. Queste disposizioni potrebbero imporre controlli e pratiche analitiche troppo onerose per le piccole aziende agricole e artigianali, mettendo a rischio la loro stessa esistenza”.
“I produttori artigianali di latte crudo hanno sempre rispettato standard igienico-sanitari elevati, spesso superiori a quelli richiesti alle grandi industrie. Sono custodi di una tradizione millenaria, riconosciuta e apprezzata a livello internazionale. È auspicato un confronto serio e costruttivo con le rappresentanze del mondo contadino, basato su un metodo inclusivo che valorizzi chi produce con serietà e non imponga regole indistinte tra industria e artigianato. Non si può sacrificare l’eccellenza sull’altare di una sicurezza mal interpretata e tecnocratica”.
“È nell’interesse della tutela delle nostre eccellenze produttive evitare di aggravare la situazione con misure che potrebbero danneggiare ulteriormente il settore agricolo nazionale, è fondamentale pertanto adottare politiche coerenti e mirate a tutelare gli interessi dei produttori italiani, preservando sia la sovranità che l’eccellenza dei nostri prodotti nazionali. Le tradizioni produttive italiane sono un patrimonio da tutelare e valorizzare, e non possono essere sacrificate sull’altare di politiche economiche che favoriscono produttori extra UE , deve essere garantita la continuità delle nostre tradizioni produttive e la qualità dei nostri prodotti”.
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