“Le misure protezionistiche – osserva
Confartigianato – oltre a colpire chi esporta direttamente, si
trasmettono anche lungo le filiere produttive, con effetti a
catena su fornitori, subfornitori e su tutto il sistema delle
micro e piccole imprese italiane”.
Un inasprimento dei dazi, secondo Confartigianato,
comprometterebbe la ripresa dell’export della moda italiana
verso gli Stati Uniti, che nei dodici mesi terminanti ad aprile
2025 ha raggiunto i 5,6 miliardi di euro, con una crescita
dell’1,9% nei primi cinque mesi del 2025. Settore ad alta
intensità di manodopera e fortemente radicato nelle micro e
piccole imprese, la moda subirebbe pesanti contraccolpi.
Più critica la situazione nel comparto della meccanica, dove si
osserva una flessione generalizzata. Nei primi cinque mesi del
2025, l’export di questo settore verso gli Usa ha registrato un
calo del 7,9%, con una contrazione dell’8,9% per i macchinari e
un vero e proprio crollo del 28,9% per gli autoveicoli,
confermando il trend negativo del 2024.
L’impatto più forte si concentra nella Motor Valley
dell’Emilia-Romagna: secondo l’analisi territoriale di
Confartigianato, l’82,2% dell’export italiano di autoveicoli
verso gli Stati Uniti proviene da questa regione, seguita da
Piemonte (7,3%) e Campania (5,6%). A livello provinciale, Modena
e Bologna risultano le più esposte, con quote rispettivamente
del 51,5% e del 30,2% dell’export nazionale di autoveicoli verso
gli Usa.
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