Cgil, ’presidente del Consiglio convochi urgentemente le parti sociali’
“Chiediamo alla presidente del Consiglio di convocare urgentemente tutte le parti sociali per valutare il quadro complessivo delle ricadute in ogni settore e i provvedimenti necessari per tutelare lavoratrici e lavoratori e salvaguardare il nostro tessuto produttivo”. Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
“Se le anticipazioni venissero confermate, l’Unione europea non avrebbe scongiurato la guerra commerciale con gli Usa, l’avrebbe prima subita senza reagire, per poi perderla con una resa incondizionata della Commissione e dei governi nazionali, a cominciare da quello italiano. In attesa dell’accordo formale, e del quadro completo delle ricadute sui diversi settori produttivi, appare questa la sostanza di quanto accaduto. Per rendersene conto basta elencare i punti di quello che, più che un accordo politico, somiglia a un’autentica capitolazione”. Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. “Mentre le merci europee subiranno dazi generalizzati del 15% (oltre alla svalutazione del dollaro, che pesa per un ulteriore 13%), quelle americane non pagheranno alcun dazio. C’è poi l’impegno dell’Ue ad acquistare, in tre anni, 750 mld di dollari di beni energetici fossili americani (gas e petrolio), aggravando uno dei principali fattori (i costi delle bollette) che stanno compromettendo la competitività delle imprese europee e i bilanci delle famiglie. A questo – aggiunge – vanno aggiunti ulteriori investimenti europei in Usa per 600 mld di dollari, che equivarrebbe a delocalizzare le nostre produzioni, con conseguente creazione di lavoro e reddito negli Usa anziché in Europa. E ancora: l’acquisto di sistemi d’arma americani, in funzione del folle obiettivo – fissato in ambito Nato – di portare la spesa militare al 5% del Pil”. Inoltre, continua Ferrari, “per ringraziare il presidente Trump del trattamento che ci ha riservato, dovremmo garantire: l’assenza di contromisure sui servizi digitali e finanziari, che assicurano agli Stati Uniti un rilevante avanzo commerciale; l’esenzione dalla global minimum tax, decisa in ambito G7, per tutte le multinazionali americane; la non applicazione della digital service tax sulle big tech statunitensi, che potranno continuare a godere dei paradisi fiscali in Irlanda, Olanda, Lussemburgo; la rinuncia, di fatto, a implementare i rapporti commerciali con la Cina e i Brics, che potrebbero rappresentare fondamentali mercati di sbocco per le nostre merci”.
Carney (Canada), fase cruciale, margini per accordo con Usa
Il primo ministro canadese, Mark Carney, ha dichiarato che i colloqui con la Casa Bianca per un accordo sui dazi sono in una “fase cruciale” e ritiene che ci possano essere “margini per un accordo”. Trump ha fissato al primo agosto la scadenza per il raggiungimento di accordi tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi per risolvere l’attuale controversia sui dazi. “I negoziati sono in una fase intensa”, ha affermato Carney, che ha poi ribadito che il Canada non firmerà un accordo a meno che non sia vantaggioso per i lavoratori del Paese. I canadesi vogliono una soluzione, “ma vogliono la soluzione giusta”.
Fonti, Ue li azzererà su alcuni prodotti Usa
Nell’ambito dell’accordo commerciale stretto ieri tra gli Usa e l’Ue in Scozia l’Unione si è impegnata ad azzerare le tariffe sull’importazione di una serie di prodotti agricoli, della pesca e industriali americani, incluse le automobili, che attualmente vengono ’daziati’ con tariffe molto basse, nell’ordine del “2-4%”, cosiddette “nuisance tariffs”, dazi di disturbo, troppo basse per proteggere il settore europeo corrispondente. Lo ha spiegato un alto funzionario Ue, a Bruxelles all’indomani dell’annuncio dell’intesa che prevede dazi Usa unilaterali e generalizzati al 15% sulle importazioni dall’Ue. L’elenco dei prodotti individuati dalla Commissione “include prodotti agricoli, prodotti agricoli non sensibili e prodotti della pesca, nonché prodotti industriali”, per un volume di scambi di circa 70 miliardi di importazioni. L’Ue è disposta a “ridurre a zero” i dazi, come risultato delle discussioni di ieri. L’elenco dovrebbe essere pubblicato nel contesto della finalizzazione della dichiarazione congiunta, che dovrebbe avvenire entro venerdì prossimo, primo agosto. Si tratta, per esempio, della frutta a guscio importata dagli Usa nell’Ue e del prolungamento dell’accordo sulle aragoste, il Lobster Deal, raggiunto nel 2020, un mini-accordo commerciale che prevede l’azzeramento dei dazi sulle aragoste importate dagli Usa nell’Ue, in cambio della riduzione dei dazi Usa su alcuni prodotti europei. L’elenco comprenderà anche “alcuni pesci lavorati”, e alcuni tipi di “pesce crudo”. Si tratta anche di “formaggi, alcuni latticini, cibo per animali domestici”. Anche per le “auto” importate nell’Ue, per le quali l’Unione aveva concordato di scendere alla tariffa della nazione più favorita, pari al 2,5%, “siamo pronti ad andare a zero”, come pure per alcuni macchinari, per alcuni prodotti chimici e per i fertilizzanti, ha concluso la fonte.
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