
“Confermare il riconoscimento degli investimenti effettuati dalle attuali imprese balneari è fondamentale”. È quanto ribadisce CNA Balneari in una nota ufficiale, dopo che la Commissione europea ha inviato al Governo italiano, il 7 luglio scorso, una lettera in cui esprime nuove perplessità sulle modalità di gestione delle concessioni demaniali marittime. Al centro del confronto, la richiesta dell’Europa di rivedere il sistema, giudicato non in linea con i principi di concorrenza comunitari.
Secondo Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di Cna Balneari, il decreto interministeriale sul riconoscimento degli investimenti rappresenta un provvedimento equilibrato, in grado di tutelare sia il quadro normativo europeo sia la specificità del tessuto imprenditoriale italiano, formato in larga parte da piccole imprese familiari.
Il nodo: il valore degli investimenti e la tutela delle piccole imprese
La questione delle concessioni balneari è da anni oggetto di dibattito tra Roma e Bruxelles. Il cuore del problema riguarda il recepimento della direttiva Bolkestein, che prevede la messa a gara dei titoli concessori, scaduti o in scadenza, per garantire la libera concorrenza tra operatori. Tuttavia, in Italia oltre 30mila imprese balneari – in gran parte familiari – hanno investito nel tempo per valorizzare spiagge e strutture, contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo del turismo costiero nazionale.
Secondo Cna Balneari, è proprio questo patrimonio economico e sociale che va salvaguardato, evitando che il sistema delle gare possa cancellare gli sforzi imprenditoriali realizzati nel corso degli anni, senza alcun riconoscimento. Il decreto interministeriale attualmente in vigore prevede invece la valorizzazione economica degli investimenti effettuati, garantendo un principio di equità nei futuri procedimenti di assegnazione.
L’appello al Governo
“È indispensabile che il Governo non arretri su questo punto”, afferma Tomei, sottolineando come l’Italia debba difendere la peculiarità del suo modello balneare, fatto di presidi locali, stabilimenti a conduzione familiare e imprenditoria diffusa. Cna Balneari chiede quindi all’esecutivo di difendere in sede europea il decreto, definendolo coerente con i principi comunitari e al tempo stesso rispettoso delle esigenze del comparto.
La lettera della Commissione europea riaccende quindi la tensione tra tutela della concorrenza e protezione delle imprese storiche, e sarà determinante capire quale linea adotterà il Governo nelle prossime settimane, soprattutto alla luce delle scadenze normative legate alla mappatura delle concessioni.
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