2 Agosto 2025
Il regalo di Santanchè, ecco il superbonus a balneari e alberghi


Con la scusa di aiutare i dipendenti calmierando  il prezzo degli affitti, gli imprenditori possono acquistare o rifare casa con i contributi pubblici. Un’operazione win-win

Un maxi incentivo per hotel, stabilimenti balneari e altre attività con la motivazione, sulla carta, di aumentare il «benessere dei lavoratori». A conti fatti un’operazione win-win per gli imprenditori del settore, molto cari al governo Meloni.

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Il decreto Economia ha stanziato 120 milioni di euro, spalmati in tre anni, per dare una mano al settore turistico. Con un intervento a metà tra un mini Superbonus e un piano casa settoriale. Il provvedimento, in esame in commissione Bilancio al Senato (oggi si entra nel vivo con la votazione degli emendamenti), prevede una misura cucita addosso alle strutture turistico-ricettive e agli esercizi di «somministrazione di alimenti e bevande», quindi ristoranti, pizzerie, bar, gelaterie.

La categoria include i locali notturni, le sale da gioco e, appunto, gli stabilimenti balneari: tutti potranno usare fondi pubblici per l’eventuale acquisto o le ristrutturazioni di appartamenti.

La firma politica sull’operazione è quella del ministero del Turismo, guidato da Daniela Santanchè.

Incentivo ad hoc

Nel dettaglio la norma prevede un sostegno economico per il rifacimento – in ottica di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale – delle case di persone che hanno «piena ed esclusiva disponibilità di immobili» e «gestiscono in forma imprenditoriale alloggi o residenze» nel «comparto turistico-ricettivo».

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Il paradosso è che il governo che ha fatto la guerra al Superbonus, ora ne propone uno su scala ridotta. Certo, l’incentivo può essere ottenuto esclusivamente con lo scopo di acquistare o rinnovare «alloggi destinati, a condizioni agevolate, ai lavoratori del comparto turistico-ricettivo».

I datori di lavoro devono fornire ai dipendenti una sistemazione adeguata, a un prezzo calmierato, durante il periodo lavorativo. L’obiettivo ufficiale, dunque, è quello di favorire il cosiddetto staff house.

«L’accesso ad alloggi a prezzi accessibili per i lavoratori del turismo è particolarmente critico nelle aree ad alta densità turistica, dove gli elevati costi delle locazioni spesso impediscono l’accettazione di offerte di lavoro senza alternative abitative», si legge nel dossier elaborato dal centro studi di palazzo Madama. E ancora: «L’autorizzazione (di spesa, ndr) è effettuata nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di stato», spiega il documento che accompagna il testo.

Piatto ricco

Tutto nobile, insomma. Ma dov’è l’inghippo? Il meccanismo, così come sviluppato, è pensato per gli imprenditori.

Sono i titolari delle imprese e delle case, compresi i balneari, che potranno usare i soldi pubblici per rilevare case di altri o rendere più efficienti, dal punto di vista energetico, gli immobili già di loro proprietà.

La torta degli stanziamenti è ricca: sul tavolo sono stati messi 44 milioni di euro per l’anno in corso, altri 76 milioni di euro equamente distribuiti sul biennio 2026/2027.

L’unico vero obbligo è quello di affittare l’alloggio ai dipendenti per cinque anni e garantire uno sconto almeno del 30 per cento rispetto al prezzo di mercato: significa che per una casa da mille euro al mese, il costo dell’affitto per il lavoratore sarebbe di 700 euro.

Ma nessuna preoccupazione per le imprese: la quota “decurtata” viene ristorata. Il decreto indica che 22 milioni di euro per il 2025 (e 16 milioni di euro per gli anni successivi) debbano coprire i minori introiti causati dallo sconto.

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Non solo, alla scadenza dei cinque anni, non risultano ulteriori prescrizioni per i proprietari degli immobili. Quindi mani libere: casa ristrutturata e possibilità di disporne a proprio piacimento, in zone che si presume siano attrattive dal punto di vista turistico.

L’esatto funzionamento del meccanismo dovrà comunque essere stabilito tra qualche settimana. Il testo rimanda a un successivo decreto attuativo (da emanare entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge). L’ultima parola spetterà alla ministra Santanchè, che dovrà decidere quali specifiche categorie vengono particolarmente interessati dal “Superbonus turistico”.

E del resto il decreto Economia si conferma una polveriera: il governo ha già annunciato la fiducia al Senato per serrare i ranghi. E le polemiche non mancano. Tra gli emendamenti dei relatori è spuntata di nuovo la proroga della società Milano-Cortina, che dovrebbe essere chiusa solo nel 2033. Sette anni dopo lo svolgimento dell’Olimpiade invernale.

La proposta era stata stoppata nel decreto Sport, approvato ieri alla Camera, anche per i rilievi informati del Quirinale. Ora è tornata. Perfetta chiusura del cerchio di un ipertrofico decreto omnibus.

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