
Automazione nel Marketing
— di Silvia Pinna – MeravigliaLab Saronno —
L’automazione sta trasformando il mondo del marketing.
Ma è davvero un’opportunità per migliorare l’esperienza del cliente e l’efficienza del lavoro, o rischia di spegnere la creatività e rendere tutto… uguale? Parliamone!
Personalizzazione su larga scala: si può davvero?
L’automazione permette ai brand di raggiungere tante persone in poco tempo, con messaggi mirati e automatizzati, un sogno vero?
In parte sì, ma attenzione: personalizzare non significa solo inserire il nome del cliente in una mail.
Il vero obiettivo è far sentire ogni persona unica e, per farlo, serve un equilibrio tra tecnologia e contenuto umano. Automatizzare il “quando” e il “come” va benissimo, ma il “cosa” e il “perché” devono restare in mano a chi conosce davvero il pubblico.
Questo, però, è più facile a dirsi che a farsi.
Molti brand credono di offrire un’esperienza personalizzata, ma la percezione da parte dei clienti è spesso diversa.
Una recente ricerca Salesforce lo conferma: il 73% dei consumatori si aspetta che i brand comprendano i propri bisogni specifici. Tuttavia, solo il 51% ritiene che i messaggi che riceve siano davvero personalizzati.
Un divario che dice molto.
È qui che entra in gioco il fattore umano: la tecnologia ci aiuta a segmentare, a pianificare, a raggiungere. Ma il contenuto – il messaggio che emoziona, coinvolge e spinge all’azione – deve nascere da un pensiero strategico, autentico e vicino alle persone.
In pratica?
Usa l’automazione per mandare il messaggio giusto al momento giusto… ma bisogna scrivere quel messaggio con empatia, tono di voce autentico e visione strategica.
Automatizzare senza perdere l’anima del brand
È qui che molti sbagliano. Automatizzare non significa diventare impersonali.
L’autenticità è oggi uno dei valori più apprezzati dai consumatori: le persone vogliono sentirsi ascoltate, comprese, non “incastrate” in un flusso preimpostato.
Quindi, come mantenere l’anima del brand anche in un processo automatizzato?
- Tono di voce coerente
Ogni messaggio, anche il più tecnico o automatizzato, deve “suonare” come il brand. - Contenuti veri
Alternare messaggi automatizzati a contenuti autentici, come email scritte a mano, testimonianze reali, video dietro le quinte. - Umano dove serve
Chatbot, CRM e flussi automatici sono ottimi alleati. Ma non devono sostituire il rapporto umano. Servono per preparare il terreno, non per chiudere la relazione. - Trasparenza
Comunicare in modo chiaro come si usano i dati, cosa si offre e perché. La fiducia non si automatizza.
Non c’è creatività senza controllo
L’automazione può essere uno strumento straordinario per liberare tempo, ottimizzare risorse e migliorare i risultati.
Ma non può sostituire la creatività, l’intuizione e la capacità di emozionare.
Per questo il vero segreto è usare l’automazione con consapevolezza, lasciandola agire dietro le quinte mentre la parte visibile resta profondamente umana.
L’automazione nel marketing è qui per restare. E può davvero diventare una potente alleata.
Ma solo se la usiamo per amplificare la nostra voce, non per sostituirla.
Creatività e automazione possono coesistere. A patto di non dimenticare mai chi c’è dall’altra parte dello schermo: una persona, non un target.
In fondo, non è la tecnologia a fare la differenza.
Ma l’uso che ne facciamo.
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