31 Luglio 2025
Dazi, Fusco (CIA): “Penalizzato il vero Made in Italy, usare fondi PNRR per compensare le perdite delle imprese” – NTR24.TV


“Più che un accordo, questa intesa commerciale appare come un compromesso al ribasso che rischia di mettere in ginocchio l’agroalimentare campano, a partire da vino, olio, formaggi, pasta e conserve”. A dichiararlo è Carmine Fusco, Commissario di Cia-Agricoltori Italiani Campania, che interviene sul tema dei dazi Usa al 15% sull’import agroalimentare europeo, sottolineando i pesanti effetti economici attesi per i prodotti italiani ed in particolare per quelli campani.

“Il vero danno – spiega Fusco – non sta solo nei dazi, ma in una combinazione devastante con il tasso di cambio euro-dollaro. Il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro ha, infatti, già generato uno squilibrio che incide fino al 25% sul prezzo finale percepito dal consumatore americano. Se a questo aggiungiamo i dazi del 15%, arriviamo ad un aumento medio del 40% per una bottiglia di vino italiano e per tutti gli altri prodotti in scaffale. A pagarne il prezzo sarà il Made in Italy autentico, quello che nasce nelle campagne del Sud, nei nostri vigneti, uliveti, laboratori caseari, pastifici, aziende conserviere e non solo i grandi marchi di altre regioni più strutturate all’export”.

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Fusco punta il dito contro una narrazione che spesso esalta il Made in Italy come un’etichetta unica, senza distinguere le vere radici territoriali del prodotto: “I riflettori sono spesso puntati su brand forti del Nord, ma l’Italia vera, agricola e produttiva, è anche e soprattutto quella delle aree interne, come ce ne sono in Campania, con eccellenze come l’olio extravergine, la mozzarella di bufala, il vino Aglianico, la Falanghina, i cereali ed i pomodori di alta qualità. Eppure, questi territori sono più esposti perché meno capaci di reggere l’urto di una competizione globale alterata da dazi e valute”.

Per il Commissario Regionale della CIACampania , il rischio concreto è un crollo dell’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti, che nel 2024 ha raggiunto i 7,8 miliardi di euro. Gli aumenti di prezzo comprometteranno la competitività dei nostri prodotti a favore di alternative più economiche provenienti da Paesi terzi come Turchia, Tunisia e Sud America, che godono di tariffe doganali più vantaggiose.“Il vino – ricorda Fusco –  è il comparto più esposto, con gli Usa che rappresentano il nostro primo mercato extra-Ue. Ma anche l’olio extravergine campano rischia grosso: la concorrenza sleale di prodotti a basso costo e la svalutazione dei prezzi interni potrebbero causare gravi danni economici ed occupazionali.”

Nel mirino anche il settore lattiero-caseario: “La Mozzarella di Bufala campana, è un prodotto bandiera del nostro export ma con un aumento dei prezzi di questa portata, rischia di essere sostituito da prodotti scadenti”.

Fusco conclude con un appello alle istituzioni: “Serve una difesa vera del Made in Italy, e soprattutto di quello campano e di tutto quello meridionale. L’Europa non può permettersi di firmare accordi che non proteggono i produttori reali. Chiediamo al governo italiano ed all’Ue misure compensative immediate, sgravi fiscali per le imprese agricole ed una politica di cambio monetario più attenta agli interessi dell’export. Inoltre è necessario valutare l’impiego di una parte delle risorse del PNRR per sostenere quelle aziende che, a causa dei dazi e della forza dell’euro, vedranno ridursi drasticamente il proprio fatturato. Il PNRR può e deve diventare uno strumento concreto per tamponare una perdita che rischia di compromettere filiere vitali per l’economia della Campania, del Mezzogiorno e dell’intero Paese.”

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