
Una partecipazione altissima, che dimostra la voglia di investire delle imprese artigiane sarde, ma anche l’ennesima occasione a metà, perché le risorse messe in campo non sono sufficienti a coprire il fabbisogno reale. È questa, in sintesi, la posizione espressa dalla Confesercenti di Nuoro e Ogliastra in merito al bando regionale destinato alle imprese artigiane, finanziato attraverso la Legge 949/52.
«I numeri parlano chiaro», spiega Vito Arra, responsabile del settore artigiani della Confesercenti Sardegna. «La risposta da parte delle imprese è stata fortissima, a dimostrazione di un bisogno reale di investimenti in attrezzature, beni strumentali, arredamenti e immobili. Ma appare evidente che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti a soddisfare questa domanda».
Il giorno dopo il “click day”, si iniziano a fare i conti: 1.680 domande presentate, 807 ammesse all’istruttoria, 209 accolte con riserva e 650 escluse perché non istruibili. Sono questi i dati ufficiali pubblicati dalla Regione Sardegna. Numeri che, secondo Confesercenti, riflettono un sistema che, pur riconoscendo l’importanza della misura, esclude quasi 900 imprese che avevano puntato tutto sul bando.
«Si tratta di una mancata opportunità», commenta il direttore di Confesercenti Nuoro e Ogliastra, Alessandro Dadea. «Se da un lato possiamo salutare positivamente l’interesse diffuso verso questo strumento, dall’altro non possiamo ignorare che oltre metà delle imprese sono rimaste escluse, pur avendo progetti d’investimento validi e pronti».
A essere messo sotto accusa è soprattutto il meccanismo del “click day”, giudicato fortemente penalizzante. «Non possiamo lasciare che il futuro degli investimenti artigiani si giochi sulla velocità di connessione o sulla fortuna di essere più rapidi nel clic», continua Dadea. «È un sistema che mortifica le aspettative e che rischia di compromettere la fiducia delle imprese verso i contributi pubblici. Serve tornare al merito dei progetti, valutando la qualità delle proposte imprenditoriali e non solo l’ordine cronologico».
Dadea sottolinea inoltre che, secondo i calcoli effettuati da Confesercenti, i fondi a disposizione potrebbero essere sufficienti per coprire tutte le 1.680 domande presentate. Il motivo? La piattaforma informatica utilizzata per la compilazione non teneva conto dei massimali previsti per ciascuna tipologia di investimento, portando molte imprese a indicare importi più alti di quelli effettivamente ammissibili. Un aspetto tecnico che, se corretto, potrebbe consentire di riallocare risorse e ampliare la platea dei beneficiari.
A questo punto, la palla passa alla politica. «Auspichiamo», conclude Arra, «che l’assessore regionale alla Programmazione e Bilancio, Cuccureddu, voglia prevedere un maggiore apporto di risorse, sia per questo bando sia per i prossimi. C’è un’intera filiera produttiva che ha bisogno di strumenti efficaci, certi e davvero accessibili per poter continuare a investire e crescere».
© Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link