2 Agosto 2025
Cancellata dal Pnrr l’alta velocità in Calabria


Studi di fattibilità da completare, progetti che restano lontani dalla fase esecutiva, tracciati ancora da scegliere e finanziamenti (già previsti) dirottati altrove. Sulla travagliata vicenda dell’alta velocità che dovrebbe collegare Salerno con Reggio Calabria piove una nuova tegola a complicare il futuro della mobilità ferroviaria del meridione. Una tegola dal peso di 9,4 miliardi di euro, tanti come quelli revocati dai progetti strategici e prioritari previsti dai fondi Pnrr-Pnc originariamente destinati alla modernizzazione del tracciato e ora definanziati in seguito alla rimodulazione dei costi illustrata nei giorni scorsi alla commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici di Montecitorio.

È IL RAPPORTO INTERMEDIO sulle infrastrutture curato dal Cresme (Centro ricerche economiche sociologiche di mercato nell’edilizia), dall’Autorità anti corruzione e dall’Ufficio studi della Camera a fare chiarezza sui finanziamenti che riguardano i circa 400 chilometri di sede ferroviaria che dovrebbero modernizzare i trasporti verso la punta dello Stivale e che si dovrebbero affiancare ai lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto, l’opera ormai diventata cavallo di battaglia del ministro alle infrastrutture Salvini e sulla cui fattibilità è atteso a giorni il parere del Cipes. Degli oltre 11 miliardi di fondi revocati (nel mucchio sono finiti anche i lavori per la seconda fase sulla linea ferrata Palermo – Catania e quelli per il nodo Bari – Bari nord) la quasi totalità riguarda la Calabria, da sempre Cenerentola infrastrutturale d’Italia. «Alcuni lotti della fase prioritaria della nuova linea ferroviaria Alta velocità Salerno – Reggio Calabria – si legge sul documento presentato mercoledì alla Camera – ai quali erano stati assegnati 9,4 miliardi di fondi Pnc (i fondi complementari che attingono a risorse nazionali e sono stati stanziati per integrare il Pnnr), ma che in base all’aggiornamento 2024 al contratto di programma 2002-2026 non risultano confermati». Il rapporto accenna poi genericamente al fatto che «l’opera risulta ora finanziata con latri capitoli di bilancio» senza però specificare a quali capitoli di bilancio si riferisca.

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UNA MAZZATA finanziaria che arriva a completare il quadro già traballante dello stato di avanzamento dei lavori previsti dal Piano di ripresa e resilienza che in Calabria è fermo a un disarmante 15% del totale e che ha fatto andare su tutte le furie partiti di opposizione e sindacati. «Il governo Meloni ha inferto un colpo durissimo alla Calabria e all’intero Mezzogiorno – attacca il senatore Nicola Irto a capo del Pd Calabrese – Cinico e baro, l’esecutivo di centrodestra continua a considerare il Sud un puro serbatoio di voti. È uno scippo vergognoso – continuano i dem calabresi – che smaschera l’ipocrisia della destra al governo e l’assordante silenzio del presidente Occhiuto. Questo fatto gravissimo rende ancora più folle e insensato il progetto del Ponte sullo Stretto».

UN TAGLIO di finanziamenti drammatico, che fa il paio con la partita di giro che ha stornato 3,5 miliardi di euro dei fondi di coesione sociale previsti per l’adeguamento delle infrastrutture in Calabria e Sicilia e dirottati nei mesi scorsi per rimpolpare i fondi previsti per la realizzazione del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto e su cui è intervenuto anche il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà durante il consiglio comunale di ieri: «Una strategia ormai chiara quella del governo – ha detto – che, con la complicità di un governo regionale incapace di difendere gli interessi dei calabresi, vuole recidere con un colpo di mano le prospettive di crescita della nostra regione. Questo governo è una sciagura per il Sud e per la Calabria».

A GETTARE ACQUA SUL FUOCO di una polemica che complica il quadro idilliaco tratteggiato dal Presidente Occhiuto nei suoi reel quotidiani sullo stato delle cose in Calabria, ci ha provato l’assessora regionale ai Lavori pubblici Stefania Caracciolo: «In realtà l’operazione che viene fatta dal Mit è quella con cui, con l’avvicinarsi della data di scadenza del Pnrr, si provvede a coprire gli interventi con altri fondi per la quota parte di quelle somme che si ipotizza non spendere entro il termine. Ad oggi, quindi, nessun intervento risulta definanziato ma quelli finanziati con il Pnrr hanno solo mutato le percentuali di fondi Pnrr e di fondi statali».

Preoccupazione sul taglio dei fondi già stanziati arriva poi dalla Cgil regionale che, attraverso il suo segretario Luigi Veraldi, ricorda i continui allarmi lanciati dal sindacato: «Sono mesi che denunciamo il taglio dei lavori sull’alta velocità che in questo momento resta poco più che una chimera. Viene da sorridere però a pensare che la notizia della revoca dei fondi arrivi proprio alla vigilia degli stati generali di Forza Italia per il Mezzogiorno che prendono il via oggi a Reggio: non c’è che dire, proprio un bel biglietto da visita».

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