
Sono arrivati alle battute finali i lavori per l’avvio del nuovo fondo di garanzia per le polizze Vita e tra i nomi per la presidenza dello strumento voluto dal governo che proteggerà i clienti fino a 100 mila euro spunta il nome di Maria Bianca Farina. Sulla candidatura della ex presidente dell’Ania, oggi presidente emerito dell’associazione che rappresenta le compagnie, ci sarebbe la convergenza delle imprese, ma non sarebbe l’unico in corsa. Intanto, in questi giorni di lavoro prima della pausa estiva, le assicurazioni si stanno confrontando per la messa a punto degli ultimi dettagli dello statuto che definirà le regole di funzionamento del fondo. L’intenzione è di presentare il documento definitivo all’Ivass a fine agosto, o al più tardi nei primi giorni di settembre, con l’autorità di vigilanza che dovrà dare il suo parere, mentre si stanno sistemando i tasselli della governance del fondo che avrà natura privatistica.
Una rete che parte da 300 milioni
Lo strumento, che sarà costruito in percentuale del giro d’affari delle imprese, partendo dallo 0,4 per mille per arrivare, a regime in 10 anni, allo 0,4% delle riserve Vita, mira a rendere automatico l’intervento in caso di liquidazione coatta di una compagnia, per un importo fino a 100 mila euro per ciascun avente diritto. Una rete protettiva che parte da 300 milioni, destinata potenzialmente ad arrivare a 3 miliardi, che ricalca quanto esiste già per i conti correnti bancari. Con la legge di Bilancio 2024, l’esecutivo di Giorgia Meloni ha voluto estendere al comparto assicurativo il fondo dopo la crisi di Eurovita del 2023 che ha tenuto con il fiato sospeso 400 mila clienti salvati da un’operazione di sistema grazie all’intervento di cinque big (Intesa, Poste, Generali, Unipol e Allianz).
Confronto aperto sulla governance
A lavorare allo statuto è stato il comitato di gestione provvisoria composto proprio dai manager delle imprese che hanno salvato Eurovita: ovvero Paola Pietrafesa (Allianz), Benedetta Sanesi (Poste Vita), Andrea Mencattini (Generali) e Luca Zaccherini (Unipol) mentre Gianluca La Calce (Banca Fideuram del gruppo Intesa) ha rappresentato gli intermediari che la legge ha chiamato pure ad alimentare il fondo (in ragione di un quinto del totale). Ora si avvicina il momento della governance definitiva mentre le compagnie hanno iniziato a stanziare le risorse che alimenteranno il fondo: per Generali la stima è di un impegno iniziale di 50 milioni e 58 milioni per Poste Vita, con 18 milioni per Unipol e Intesa Sanpaolo che ha previsto un impegno di 28 milioni netti (41 lordi). (riproduzione riservata).
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