6 Agosto 2025
Il Wall Street Journal critica la politica dei dazi di Trump


“L’economia di Trump inciampa. Il presidente ha messo in atto il suo nuovo ordine mondiale sui dazi, ma lavoro e crescita non sembrano andare molto bene”: è il titolo di un fondo del board del Wall Street Journal molto duro sulla politica del tycoon.

“Il presidente Trump ha imposto il suo nuovo regime tariffario al mondo, e il trionfalismo è palpabile in terra MAGA. Ma forse è meglio frenare l’euforia, perché i rapporti di questa settimana su occupazione ed economia suggeriscono che la nuova età dell’oro potrebbe richiedere del tempo per arrivare”, scrive il quotidiano, citando gli ultimi dati sulla frenata del mercato del lavoro – dove una delle cause potrebbe essere il giro di vite sui migranti lavoratori – e le difficoltà del manufatturiero.

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Il Wall Street Journal ammette che è difficile dire con certezza quanto di questo rallentamento dell’occupazione e della crescita è dovuto ai dazi di Trump ma, sottolinea, “si è verificato sulla scia dello shock tariffario del 2 aprile di Trump, della sua rapida retromarcia rispetto ai dazi più alti, e poi delle sue minacce e dei suoi accordi aleatori con il mondo. L’incertezza politica ha sicuramente influenzato le assunzioni e gli investimenti delle imprese. Come si può assumere o investire se non si sa quale sarà il costo dei beni o da quale fornitore si potrà acquistare a un prezzo competitivo?”.

“Cosa ha fatto la Svizzera di male?”

A questo proposito, prosegue il quotidiano, “l’ultima ondata di dazi di Trump di questa settimana non ha posto fine all’incertezza. Gran parte del mondo ora pagherà il 15%, se Trump manterrà i suoi accordi. Ma alcuni dei principali partner commerciali degli Stati Uniti – Messico, Canada, Cina e India – rimangono nel limbo tariffario. Il Brasile pagherà il 50%, nonostante il surplus commerciale a favore degli USA. E cosa ha mai fatto la Svizzera a Trump per meritarsi il 39%? Far pagare troppo un orologio?”, si interroga il Wall Street Journal.

Secondo il quotidiano statunitense inoltre, “l’aumento dei dazi, alle attuali aliquote di Trump, si avvicinerà ai 360 miliardi di dollari all’anno. Si tratta di uno degli aumenti fiscali più consistenti della storia recente. I repubblicani hanno dedicato decenni a costruire la propria credibilità come partito anti-tasse, ma ora stanno assecondando i dazi di Trump, basandosi sulla finzione che solo gli stranieri li pagheranno. Vedremo come funzionerà quando i prezzi dei beni soggetti a dazi aumenteranno”.



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